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Posts Tagged ‘nucleare’

rifiuti-radioattiviMassimo Scalia: «Un percorso con gravi ritardi, quello verso il deposito nazionale»

Il Rapporto preliminare del programma nazionale (Rr) pubblicato nel marzo scorso ha aperto il procedimento di Valutazione ambientale Strategica (Vas) per le azioni di gestione dei rifiuti radioattivi. Un percorso con gravi ritardi quello verso il deposito nazionale: il programma nazionale, che doveva essere presentato alla Commissione Ue ad agosto scorso, muove, ora e in Italia, i primi passi, molto incerti come vedremo; tra le istituzioni competenti a fornire osservazioni manca l’Ispettorato per la sicurezza nucleare (Isin) che, non costituito dopo la nota gaffe del Governo, viene surrogato da Ispra; la Guida tecnica 29 rilasciata due anni fa da Ispra fornisce i criteri per la localizzazione del deposito per i rifiuti radioattivi di categoria I e II, il maggior quantitativo, ma omette ogni riferimento ai rifiuti di alta attività, categoria III, che, seppur in minor quantità, sono i più temuti; infine la carta dei siti potenzialmente idonei per il deposito (Cnapi) giace da un anno nel cassetto governativo, e soggetta, come appare evidente, a esigenze elettorali rischia qui da noi di rimanere un “oscuro oggetto del desiderio”. (altro…)

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L’Aiea: Teheran ha attuato gli impegni Libero Rezaian, il giornalista del Washington Post.

LA fine delle sanzioni occidentali contro l’Iran, il ritorno della sua economia fra quelle con cui è possibile fare affari legalmente. Ma soprattutto il rientro di un peso massimo della politica sulla scena del Medio Oriente. È questo il frutto dell’ImplementationDay, il giorno in cui l’Agenzia atomica Onu ha dichiarato che l’Iran ha rispettato tutti gli impegni presi il 14 luglio e che quindi le sanzioni dell’Occidente contro il suo programma nucleare possono essere ritirate.
A Vienna si sono ritrovati ancora una volta il segretario di Stato Usa John Kerry e il suo collega iraniano Javad Zarif: dopo lunghe ore di negoziato l’americano ha messo il suo timbro sui rapporti dell’Aiea che certificano lo smantellamento delle centrifughe per arricchire l’uranio, il trasferimento dell’uranio già arricchito al di fuori dell’Iran e tutti gli altri adempimenti tecnici. Il direttore generale dell’Aiea, il giapponese Yukiya Amano, ha annunciato alle 10 di sera che «l’Iran ha rispettato tutte le misure, si possono revocare le sanzioni». E così hanno fatto davvero in pochi minuti l’Unione Europea, gli Stati Uniti e l’Onu.

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ellekappa

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Vauro

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EllekappaL’Iran ridurrà del 66% la produzione In cambio ottiene la revoca graduale delle sanzioni. Netanyahu: “Errore storico”. Obama: “Il mondo è più sicuro”.

LOSANNA – È il momento della pace in un giorno di guerra nel mondo. L’Europa, gli Usa e l’Iran firmano uno storico accordo che riporta le lancette del tempo indietro di 35 anni. Teheran accetta di ridurre del 66% la sua produzione nucleare e ottiene in cambio la revoca di tutte le sanzioni economiche e finanziarie imposte dalla Ue e dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Resta attiva solo la centrale di Natanz che continuerà il suo processo di arricchimento dell’uranio. Quella di Fardow, forse la più misteriosa perché costruita sotto una montagna, verrà convertita in un sito per la ricerca in fisica. Chiude Arak, alimentata con acqua pesante, e il plutonio prodotto in questi anni verrà trasferito all’estero. (altro…)

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Iran

Losanna, maratona nella notte per superare gli ultimi ostacoli Gli Usa ottimisti ma avvertono: “Teheran ha poche ore per decidere”.

LOSANNA – «Lavoriamo tutta la notte e se sarà necessario anche domani». Sguardo stanco, viso duro, le mani infreddolite nelle tasche, il funzionario americano avanza spedito cercando di seminare i cronisti che gli stanno alle calcagna. Si concede una sola frase. È un grugnito: la sintesi di una partita ancora tutta da giocare. L’accordo storico sul nucleare iraniano deve attendere. L’obiettivo di una svolta entro la mezzanotte del 31 marzo non è stato raggiunto. Si continua a trattare. Ad oltranza. I piccoli ma «concreti progressi» tra le due delegazioni — presiedute nella trattativa dall’Alto rappresentante della politica estera europea, Federica Mogherini — sono incoraggianti. (altro…)

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NEPPURE un genio dell’arte oratoria, in tandem con un genio delle scienze diplomatiche, saprebbe spiegare a un iraniano, o a qualunque altro abitante del pianeta Terra che vive in un Paese sprovvisto di energia nucleare, perché solo un ristretto gruppo di nazioni è autorizzato a farne uso, anche militare, senza che questa prerogativa possa essere considerata “minacciosa” per altri popoli e altre Nazioni. In punta di diritto e di buon senso è un ragionamento così iniquo e così illogico da non essere spendibile. Tanto varrebbe costituire un “club atomico” che si autoproclama unico garante dell’ordine mondiale, dichiara che le Nazioni Unite sono solo un baraccone pletorico, assume esplicitamente il governo del pianeta e fa espressamente veto a qualunque altro Paese di trafficare con gli atomi, pena il suo immediato incenerimento. Una prepotenza conclamata avrebbe almeno il pregio dell’onestà. (altro…)

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I punti

Il russo Lavrov: “Non sono pagato per essere ottimista”. Gli Usa: forse una proroga alla scadenza di stasera Netanyahu: “Israele è pronta ad agire”.

ORMAI non è più una questione di settimane o di giorni, ma di ore. L’Iran e le sei potenze mondiali (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania) potrebbero raggiungere un’intesa sul programma nucleare iraniano entro la data prevista di oggi, se saranno riusciti a mettersi d’accordo su due punti cruciali che ieri sera erano ancora in discussione. Il primo è quanta ricerca e sviluppo l’Iran potrà svolgere negli 11-15 anni che saranno previsti dall’accordo finale. Per gli iraniani è un punto importante di prestigio: hanno accettato di ridurre drasticamente il numero delle centrifughe, ma rinunciare per anni al programma di ricerca e sviluppo a cui vedono legate le sorti della loro crescita tecnologica è difficile da buttar giù. Il secondo punto riguarda i tempi delle sanzioni e in particolare quelle fissate dall’Onu. (altro…)

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Protest at Nuclear Power Station Fessenheim Protest am AKW Fessenheim
Fessenheim è la centrale nucleare più vecchia della Francia, ma i suoi impianti sono ancora in funzione. A processo però vanno i nostri attivisti che a marzo scorso ne hanno denunciato la pericolosità. Fra loro 7 italiani.
Vi fidereste di un vecchio impianto nucleare, datato 1977?
Noi no, e non solo per la sua “anzianità”. Per questo il 18 marzo scorso circa 60 attivisti, arrivati da tutto il mondo, hanno fatto irruzione nella – ormai “trentasettenne” – centrale nucleare di Fessenheim, una delle più vecchie d’Europa.
Un’azione per denunciare i numerosi rischi del nucleare per l’ambiente e per l’umanità: pericoli purtroppo ancora attuali, e per di più esponenziali, se si considera “l’anzianità” di impianti in funzione da decenni.
Sono ancora 34 i reattori nucleari attivi in Europa (guarda l’infografica), fra cui Fessenheim, di cui abbiamo chiesto l’immediata chiusura, analizzando per ognuna i principali fattori di rischio.

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catena-umana-carbone

7.500 le persone unite per protestare contro enorme progetto per lo sfruttamento di lignite a cielo aperto.

Sono state 7.500 le persone da quasi 30 Paesi che hanno formato una catena umana per protestare contro il progetto della più grande miniera di lignite a cielo aperto d’Europa. Sabato 23 agosto le città di Kerkwitz, in Germania, e Grabice, in Polonia, sono state così unite da 8 chilometri di persone mano nella mano. La catena non si è interrotta neanche al confine tra i due Stati, dove la gente manifestava nel fiume Neisse, con l’acqua alle ginocchia, pur di mantenere la continuità. (altro…)

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scorie-nucleari

Lo sfogo di Giuseppe Zollino, presidente di Sogin, la società pubblica incaricata di smantellare le centrali. Ispra ha fissato i criteri per individuare la località, “ma deputati e senatori preferiscono aspettare il voto”. Il timore è che i cittadini interessati possano scatenare rivolte come quella di Scanzano Jonico nel 2003.

Il fantasma del cimitero nucleare aleggia sull’Italia. Inizierà a materializzarsi presto, ma solo aurne chiuse. Basta il nome, del resto, a far paura alla gente. “Deposito unico delle scorie radioattive”, così si chiama il luogo che, entro una decina d’anni, dovrà custodire 90mila metri cubi di scorie radioattive oggi disseminati in 23 depositi temporanei. Lo prevede una legge del 2010, ma dopo tre anni non si è ancora deciso dove sorgerà, né come sarà. In verità dal 28 febbraio scorso l’Ispra ha messo a punto i criteri per individuare la località più adatta, suo malgrado, a ospitare il sito grande come un campo da calcio, alto come un palazzo di cinque piani, che nessuno vorrebbe sul suo territorio. PugliaBasilicataLazio o Toscana, quali sono le aree più idonee? Impossibile fare ipotesi, perché le indicazioni dell’ente sono rimaste nel cassetto per quasi tre mesi. E a quanto pare, per motivi politico-elettorali. (altro…)

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spagna
Questa mattina siamo entrati in azione in sei nazioni europee – Belgio, Svizzera, Svezia, Francia, Spagna e Paesi Bassi – per chiedere ai governi UE di non investire più su reattori nucleari ormai vecchi e pericolosi e puntare su fonti di energia pulite e sicure come le rinnovabili.

In contemporanea in tutta Europa, 240 nostri attivisti hanno preso parte alle proteste per evidenziare i rischi dell’invecchiamento degli impianti nucleari in Europa.

Mantenere in attività queste centrali nucleari obsolete, mette tutti noi cittadini europei di fronte ad enormi rischi dovuti a possibili incidenti. (altro…)

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Fusto nucleareMa Renzi parla d’altro, e i Verdi si complimentano col premier per rinnovabili e dissesto idrogeologico.

Alfonso Fimiani, presidente dei Circoli dell’Ambiente (che di definiscono sì-Tav, sì.Ponte e sì-termovalorizzatori), sigla dietro la quale si nascondono i pasdaran del nucleare che chiedono di fatto di annullare i risultati del referendum, ha almeno la faccia tosta di dire quello che molti pensano nelle segrete stanze, magari brindando al nuovo governo del rinnovamento che potrebbe finire per proporre ricette vecchissime e diventate decrepite a Fukushima Daiichi. (altro…)

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GallettiLA SCELTA PER L’AMBIENTE.

Le prime polemiche per Gianluca Galletti arrivano in contemporanea al suo giuramento da ministro dell’Ambiente. A Galletti è rimproverata una vecchia presa di posizione a favore dell’energia nucleare. L’emittente bolognese Radio Città del Capo ha pubblicato su twitter un’intervista del 2010. Galletti era candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna per l’Udc. Durante la conversazione, il neoministro parlava favorevolmente del rilancio della produzione di energia da fonti nucleari. Doveva ancora arrivare il 2011, l’anno della strage di Fukushima e del referendum che ha cancellato le norme sulla costruzione di nuove centrali. (altro…)

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Freno all'arrichimento di uranio

LA FIRMA SOFFERTA

Questa volta vale la pena di sopportare la retorica dell’aggettivo “storico”. La firma dell’accordo sul nucleare, avvenuta alle tre di notte di ieri tra le principali potenze mondiali e l’Iran chiude – anche se per ora solo momentaneamente – il lungo trentennio di separazione tra l’Occidente e l’unica teocrazia islamica del pianeta. Era dalla crisi degli ostaggi dell’ambasciata statunitense a Teheran, rievocata per il grande pubblico dal recente film hollywoodiano “Argo”, che Stati Uniti e Iran si consideravano nemici “fine di mondo”. Ma è stata proprio la paura dell’ordigno “fine di mondo”, per dirla con il dottor Stranamore, che ha portato all’accordo. (altro…)

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Il percorso

Il convoglio ha attraversato Basilicata e Puglia. Via ai controlli.

BARI— Due notti fa un silenziosissimo serpentone nucleare ha attraversato la Basilicata e si è fermato in Puglia. Scortata da trecento uomini delle forze di polizia, la carovana trasportava una delle bombe ambientali più pericolose d’Italia: materiale radioattivo americano, forse alcune delle barre di uranio arrivate in Italia per le sperimentazioni negli anni ‘70. Dopo essere state conservate per 40 anni in una piscina (irrorata giorno e notte da acqua di mare) del centro di ricerca dell’Enea a Rotondella giovedì sarebbero ritornate negli Stati Uniti. Il trasferimento doveva rimanere segreto.
E lo sarebbe rimasto se un gruppo di attivisti che da anni picchettano i cancelli del centro non avesse visto e denunciato. «Si è trattata di un’operazione — ha fatto sapere ieri la Sogin, la società di stato responsabile della bonifica ambientale dei siti nucleari — figlia di un accordo tra i due paesi preso in occasione del vertice sulla Sicurezza nucleare svoltosi a Seoul nel marzo del 2012». Un’operazione che ha scatenato però le polemiche politiche e ambientaliste: «Troppo silenzio e troppa poca chiarezza» denunciano Pd, Sel e Movimento 5 stelle che hanno presentato varie interrogazioni parlamentari. (altro…)

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I siti di stoccaggio

DAL CENTRO ITREC DI ROTONDELLA È USCITO UN CAMION COL SIMBOLO CHE AVVERTIVA DEL PERICOLO RADIOATTIVO DIRETTO A GIOIA DEL COLLE.

Ritorna l’incubo nucleare in Basilicata. Nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle 3 del mattino, dal centro Itrec di Rotondella è uscito un tir con le insegne che evidenziano il trasporto di materiale radioattivo, superscortato da 300 agenti tra carabinieri, poliziotti e fiamme gialle. Un convoglio lunghissimo che ha bloccato per ore la statale 106 formato anche da mezzi dei vigili del fuoco. La destinazione, secondo voci e testimonianze raccolte sul posto, sarebbe stata quella dell’aeroporto di Gioia del Colle, in Puglia. Di cosa si tratti è difficile saperlo. Ma nella regione che da anni ospita depositi di materiale nucleare, l’attenzione e la vigilanza su questi temi è altissima. Nel novembre del 2003 tutta la Basilicata si mobilitò per giorni contro l’ipotesi di trasformare le miniere di salgemma di Scanzano Jonico in una sorta di “tomba” naturale per 800mila metri cubi di scorie radioattive. Blocchi stradali e proteste che si conclusero con una manifestazione da Policoro a Scanzano con oltre centomila persone. Cosa trasportava quel tir superblindato, e perché la destinazione era l’aeroporto militare di Gioia del Colle? (altro…)

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Greenpeace e il nucleare

Nucleare “sicuro”, Greenpeace beffa la Francia.
Blitz nella centrale di Tricastin. Striscioni contro Hollande: 29 fermati, anche italiani.

PARIGI— L’industria nucleare francese sarà anche «sicura», come ha ripetuto ancora ieri François Hollande, ma intanto preoccupa la facilità con cui si può penetrare nelle centrali. All’alba di ieri, un gruppo di attivisti di Greenpeace è riuscito ad entrare nella centrale di Tricastin, nel sud del paese, per poi issarsi fin sopra ai reattori 1 e 3, esponendo striscioni contro il governo. Gli slogan erano altrettante domande al capo di Stato socialista, raffigurato in foto: «Presidente della catastrofe?», «Pronto a pagare il prezzo?». (altro…)

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Due anni fa il referendum sull’acqua e per la difesa dei beni comuni e ancora stiamo aspettando che la politica lo applichi nella sua interezza.
Difendendo i beni comuni e sottraendoli dalle logiche di profitto.
Invece, quello che vediamo è che ogni tanto si torna a parlare di nucleare e, sull’acqua, i privati continuano a fare affari: ma la volontà dei cittadini non andrebbe rispettata?
Alla fine è inutile chiedersi come mai la gente non vada più a votare, a che serve?La difesa dei beni comuni comprende anche la difesa dell’ambiente dell’aria: ma questa crisi non solo sta distruggendo anche imprese e posti di lavoro, ma mette a rischio la difesa dell’ambiente. (altro…)

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chernobyl_memoriale

In occasione del 27esimo anniversario dell’incidente nucleare di Chernobyl, Legambiente lancia una petizione europea per chiedere alla comunità internazionale interventi concreti per aiutare i bambini che vivono ancora nelle zone contaminate ed effettuare monitoraggi indipendenti della radioattività nell’ambiente. Tra i firmatari Luigi Ciotti, Daniel Cohn-Bendit, Monica Frassoni, Giusi Nicolini, Giuseppe Onufrio, Roberto Saviano, Andrea Segrè, Gino Strada, Nicola Zingaretti.

Uniti per aiutare e non dimenticare i bambini che vivono nelle terre contaminate da Chernobyl. In occasione del 27esimo anniversario dell’incidente nucleare che il 26 aprile del 1986 sconvolse il mondo, Legambiente su change.org lancia una petizione europea per chiedere alle istituzioni e alle organizzazioni governative internazionali interventi e progetti concreti a favore dei bambini e delle famiglie, vittime della contaminazione di Chernobyl(altro…)

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