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Climate-Mdg-onu

Dopo mesi di una campagna di persuasione condotta dai piccoli Stati insulari in via di sviluppo e dalle Ong, la lotta al cambiamento climatico sarà uno dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile (Sustainable Development – Sdg) che nel 2015 sostituiranno i Millennium Development Goals e che verranno ufficialmente adottati dalla 69esima Assemblea generale dell’Onu  del prossimo 24 settembre.

Infatti nell’Sdg 13 si legge: «Prendere delle misure urgenti per lottare contro il cambiamento climatico ed I suoi impatti». L’obiettivo sottolinea che l’United Nations Framework Convention on Climate Change (UnfccCC)  resta il principale forum internazionale ed intergovernativo per i negoziati sul cambiamento climatico.

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Unea

L’evento è stato descritto come “storico” dalle Nazioni Unite. Si tratta della nuova Assemblea ONU per l’ambiente (UNEA) che si è riunita dal 23 al 27 giugno a Nairobi, con l’obiettivo dichiarato di fare della tutela ambientale un tema fondamentale per l’umanità al pari della pace, della sicurezza, del commercio e della salute. Fondata nel marzo 2013, UNEA è l’organismo delle Nazioni Unite di più alto livello mai costituito attorno a questo tema. La sua nascita è stata decisa durante la Conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio +20 nel giugno 2012, per rafforzare il ruolo del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP). Vuole, inoltre, essere una piattaforma per lo sviluppo di politiche ambientali su scala globale che si riunirà ogni due anni. (altro…)

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Si celebra oggi, 8 giugno, la Giornata Mondiale degli Oceani (World Oceans Day), ricorrenza istituita dall’ONU allo scopo di celebrare i mari di tutto il mondo e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grande risorsa che costituiscono per l’uomo e per il pianeta e sulla necessità di modificare i nostri comportamenti quotidiani per salvaguardarli. La giornata, nata l’8 giugno 1992 durante il Vertice sull’ambiente di Rio de Janeiro, è stata ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 2008 e da allora viene celebrata ogni anno a livello mondiale.

Il tema scelto per il biennio 2013/2014 è Insieme abbiamo il potere di proteggere l’oceano!”con l’obiettivo di coinvolgere quante più persone nella conservazione dei mari, nelle nostre comunità e a livello mondiale. Gli oceani giocano un ruolo chiave per la vita sulla Terra. Secondo le Nazioni Unite, sono “i polmoni del nostro pianeta, fornendo la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo, nonché una fonte importante di cibo e medicinali e una parte critica della biosfera”. Nonostante ciò, negli ultimi decenni le minacce di inquinamento, pesca eccessiva e altre forme di sfruttamento degli habitat marini sono aumentati drammaticamente. (altro…)

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biciIl nuovo rapporto Onu-Oms presentato a Parigi.

Promuovere la mobilità a pedali potrebbe salvare la vita a 10mila persone.

Muoversi in bicicletta fa bene al cuore, alla salute e anche al portafogli. Non solo per i litri di benzina risparmiati, ma anche per gli impatti sull’intera comunità. Per la prima volta, gli effetti economicamente vantaggiosi della mobilità a pedali sono stati stimati dall’Unece, la Commissione economica per l’Europa dell’Onu, insieme all’Ufficio regionale europeo dell’Oms, che non a caso ha sede a Copenaghen.

Nel report si legge infatti come promuovere l’utilizzo della bicicletta nelle più grandi città europee (sono 54 quelle esaminate), portandole al livello della capitale danese – dove il 26% di tutti gli spostamenti cittadini avviene pedalando – si potrebbe salvare la vita di 10mila persone e creare oltre 76.600 posti di lavoro. (altro…)

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San PietroSCANDALO PEDOFILIA: IL VATICANO SCHIERA GIORNALI (“AVVENIRE”) E ALTI PRELATI PER SCREDITARE IL DOSSIER.

La prima reazione del Vaticano al rapporto del Comitato Onu per i diritti dell’infanzia è una robusta cortina fumogena. I termini negativi si sprecano. Che è ideologico, inesatto. Che interferisce con la libertà religiosa. Che il rapporto è frutto di pressioni di lobby gay e pro-aborto. Si segnalano le due pagine del giornale dei vescovi Avvenire , dove il testo di Ginevra viene definito “uno scherzo di pessimo gusto… (pieno di) inesattezze, confusioni di piani, ignoranze di dati materiali da lasciare sgomenti”. La tesi è che il documento Onu sia marchiato da “preconcetti”.  (altro…)

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ObamaLa Casa Bianca
Il dossier Siria al G20. Damasco: “Abbiamo il dito sul grilletto”.

NEW YORK-L’ATTACCO missilistico su Damasco è rinviato. Il tam tam che ha preannunciato fin dalla tarda mattinata di sabato una dichiarazione del presidente, in un luogo storico e solenne quale il Rose Garden della Casa Bianca, poteva preludere a un bollettino di guerra: l’annuncio del primo bombardamento. Invece Obama si conferma davvero il guerriero riluttante, come lo ha definito la stampa americana. Il colpo di scena, che fa passare in secondo piano i preparativi militari, avviene dopo una lunga riunione del gabinetto di guerra. Per tutta la mattina il presidente rimane chiuso nello Studio Ovale con i vertici del suo esecutivo al gran completo: il vicepresidente Joe Biden, il segretario di Stato John Kerry, della Difesa Chuck Hagel, della Giustizia Eric Holder (importante quest’ultimo, per l’attenzione alla legalità internazionale). Non a caso tutti questi uomini hanno un tratto comune nelle loro biografie politiche: furono in vario modo critici verso la guerra in Iraq scatenata da George W. Bush nel 2003. (altro…)

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La situazione in Siria sta precipitando in queste ore. Le dichiarazioni di Cameron, Hollande e Obama parlano chiaro e in una maniera non condivisibile. Ho registrato questo video-appello come estremo tentativo di chiedere una chiara presa di posizione da parte del PARLAMENTO Italiano contro ogni genere di supporto bellico ad eventuali operazioni di guerra in SIRIA. Il mio solo appello potrebbe non bastare. Allora chiedo aiuto a voi, alla rete, ai cittadini, a chi fa informazione, di registrare un video dando una forza VIRALE al messaggio. (altro…)

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Massimo Fini sulla Siria e l’intervento degli Stati Uniti.

“La politica di potenza imperiale che gli Stati Uniti stanno esercitando a tamburo battente da quando non c’è più il contraltare dell’Unione Sovietica, e hanno quindi le mani libere, si maschera dietro questioni morali. La Siria è un Paese che dà fastidio, perché legata all’Iran, che è l’arcinemico, non si capisce poi bene il perché, degli Stati Uniti e di Israele. Tra l’altro non si sa affatto se Assad ha usato armi chimiche, ci sono gli ispettori ONU per questo, o l’ONU non conta nulla? Evidentemente non conta nulla perché quando serve c’è il cappello ONU, se non c’è il cappello ONU si aggredisce lo stesso. Questo è avvenuto in Serbia nel ’99, in Iraq nel 2003 e in Libia recentemente. Tutte azioni e aggressioni senza nessuna copertura ONU. (altro…)

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Severino: “Servono altri passi avanti”.

A due giorni dalla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne il ministro della Giustizia annuncia che a breve il Senato ratificherà la Convenzione di Istanbul: “Le cause sono culturali e sociali”. Il sito del Pd lancia la campagna delle “Scarpe rosse”.

“Le donne sbagliano a credere che l’amore vince tutto”. A parlare, a due giorni dalla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è il ministro della Giustizia Paola Severino. La Guardasigilli, in un’intervista a Uno Mattina, ha anche annunciato la ratifica, a breve, della Convenzione di Instanbul, il trattato internazionale che affronta il fenomeno e ha tra gli obiettivi la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. Domenica per la giornata mondiale, programmata dalle Nazioni Unite, in tutta Italia sono previste iniziative: incontri, dibattiti, spettacoli (qui il programma).  (altro…)

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È venuto il momento»: nel suo discorso di ieri alle Nazioni Unite, fra applausi scroscianti, il Presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha motivato la richiesta per l’ammissione all’Onu di uno Stato indipendente e sovrano, all’interno dei confini del 1967. Èvenuto il momento, ha ripetuto varie volte un vecchio leader, deciso a scrollarsi di dosso l’eredità di Yasser Arafat. È venuto il momento, anche se Barack Obama ha già annunciato che Washington metterebbe il suo veto in Consiglio di sicurezza. È venuto il momento, anche se il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha ribadito a una gelida platea di New York – ma dove Israele può ancora contare su una «minoranza morale» – che l’unica soluzione possibile resta la pace, prima dello Stato. (altro…)

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Abu Mazen respinge i compromessi.

GERUSALEMME — 194. Un numero del destino. 194, come la risoluzione Onu sul diritto al ritorno dei palestinesi del Quarantotto. 194, come la poltrona (già preparata: da un falegname di Jenin, in legno d’ulivo e velluto blu con la scritta oro) che la Palestina potrebbe occupare fra una settimana, se il Palazzo di Vetro dirà sì alla richiesta d’ammissione del 194° Stato membro. 194, più o meno quanti i viaggi all’estero che l’Autorità palestinese s’è sobbarcata in questi mesi, l’ultimo negli atolli del Pacifico, per convincere il mondo a votare sì. «Andremo a New York con un ramoscello d’ulivo in mano», dice Abu Mazen. Un ulivo in una mano e un dossier nell’altra, parafrasando Arafat. E sperando che il ramoscello non cada: «Vogliamo un seggio all’Onu e il pieno riconoscimento d’uno Stato entro i confini del 1967, con Gerusalemme capitale. La nostra opzione è il Consiglio di Sicurezza. Quanto alle altre opzioni, decideremo al momento opportuno».  (altro…)

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In Somalia la carestia si spinge verso sud e coinvolge anche la regione di Bay. Con un tasso di malnutrizione del 58% (tra i bambini), Bay è la sesta regione colpita da quando l’Onu ha ufficialmente dichiarato la carestia a luglio e vive la situazione peggiore tra quelle finora registrate. Un record, considerato per parlare di carestia è sufficiente la metà del tasso raggiunto qui. Lo riporta il Centro di analisi per la sicurezza alimentare dell’Onu (Fsnau) in un rapporto elaborato con il Famine early warning systems network (Fews.net), che analizza lo stato generale del paese. «In totale, 4 milioni di persone in Somalia soffrono la crisi alimentare, e 750,000 rischiano di morire nei prossimi quattro mesi in assenza di una risposta adeguata». Di questi 4 milioni, 3 vivono nel sud, nella zona controllata dai militanti islamici al-Shabab.
Raggiungere le zone colpite è molto difficile: le agenzie umanitarie riescono a portare cibo soltanto a 1 milione di persone. Se la risposta all’emergenza resterà questa anche in futuro, sarà sicuramente inadeguata e porterà a un’ulteriore diffusione della carestia. «Decine di migliaia di persone sono già morte, di cui la metà bambini. Assumendo che il livello di aiuti fornito resti stabile, la carestia si estenderà ancora nei prossimi mesi», dichiara il Fsnau, e spiega l’origine di queste drammatiche conclusioni. (altro…)

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Tra meno di 40 anni, quando la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi, occorrerà il doppio dell’acqua attualmente utilizzata per garantire la salute e la sicurezza alimentarea tutti: è l’allarme lanciato dal Rapporto realizzato dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) e dall’International Water management Institute e presentato in occasione dell’apertura a Stoccolma della Settimana mondiale dell’acqua.

La popolazione aumenta e, se non cambierà qualcosa nella gestione idrica attuata soprattutto nelle grandi città, i rischi legati alla mancanza di acqua sono davvero enormi: attualmente, infatti, sono già più di 1 miliardo e mezzo le persone che vivono in zone colpite dalla siccità, cifra che potrà facilmente raggiungere i 2 miliardi se non verranno modificati i regimi alimentari e le attività agricole attuali. Impressionanti anche i dati sulla mortalità infantile: ben 4000 bambini muoiono ogni giorno per aver bevuto acqua inquinata. (altro…)

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Si profila sempre più un quadro a doppia faccia. Da una parte i continui incontri internazionali, le delegazioni che si riusniscono per poi fare annunci di denaro da destinare al paese dove – secondo l’Onu – ci sarebbero 3 milioni e 600 mila persone in procinto di morire di fame. Dall’altra le condizioni di vita infermali nelle quali continua l’esistenza di persone senza più speranze e futuro.

ROMA – Qualcuno, prima o poi, dovrà pur spiegare come mai in Somalia, nonostante il continuo afflusso di risorse alimentari e finanziarie, la gente continua a morire di stenti e a fuggire – chi può – in cerca almeno di un campo profughi a Mogadiscio o fuori dai confini nazionali, già stracolmi, dove almeno un po’ d’acqua e un pasto al giorno può essere più o meno garantito. Le notizie che arrivano dal Corno d’Africa – e da Mogadiscio in particolare – disegnano dunque un quadro a due facce. (altro…)

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ROMA – Oltre alla guerra sanguinosa tra i clan, conseguenza della polverizzazione tribale; oltre al cedimento di ogni struttura statale, all’atrofia di ogni sentimento nazionale; oltre allo sfascio dell’economia e alla fame endemica e diffusa, la Somalia deve sopportare il peso della croce di una catastrofe le cui proporzioni appaiono di giorno in giorno paralizzanti. Un “ordine” è saltato, ormai da vent’anni di guerra e uno nuovo stenta ad affermarsi. E questo non ha poco a che fare con una politica, in tutta l’area, del cosiddetto “mondo occidentale”, che nel corso del tempo si è via via travestita da aiuto umanitario, ma che in realtà ha puntato cinicamente agli affari e alle risorse, sfruttando (e alimentando) l’instabilità.     (altro…)

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Il Corno d’Africa è sull’orlo del disastro umanitario. Oltre 10 milioni di persone stanno lottando per la sopravvivenza a causa di quella che l’Onu ha definitola più grave siccità degli ultimi 60 anni”, che sta mettendo in ginocchio la regione orientale africana, tra Somalia, Kenya ed Etiopia.

Una situazione che va aggravandosi ora per ora, nel quasi totale silenzio dei media italiani” – denuncia Oxfam Italia. “Le colture base, come fagioli e mais, da cui dipende la sopravvivenza di milioni di persone, sono infatti messe fortemente a rischio mentre il bestiame sta morendo colpendo gli allevatori della regione” – spiega il presidente di Oxfam Italia, Francesco Petrelli. “A fronte di questa situazione, la risposta dei governi Etiopi, Kenyano e Somalo, risulta sinora purtroppo insufficiente a fermare la carestia in atto, mentre l’appello agli aiuti, lanciato dalla Nazioni Unite, risulta solo parzialmente finanziato”. (altro…)

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E’ l’India la protagonista dell’edizione 2011 dell’iniziativa proclamata dall’Agenzia Onu per l’Ambiente. Fra cambiamenti climatici, deforestazione,intensificazione massiccia dell’agricoltura e inquinamento, le sfide del Paese asiatico che per la prima volta, dall’inizio delle celebrazioni, ospita gli eventi. Iniziative anche in Italia.

ROMA – E’ l’India la protagonista nell’edizione 2011 della Giornata mondiale dell’ambiente 1 proclamata per oggi dall’Unep, l’Agenzia Onu per l’Ambiente, e dedicata in particolare alla salvaguardia delle foreste. Per la prima volta dall’inizio delle celebrazioni, nel 1972, è infatti il paese asiatico e in particolare le sue due principali città, Bombay e New Dehli, ad ospitare eventi centrati sul tema. NUmerose le iniziative anche in Italia, organizzate nelle piccole e grandi città. (altro…)

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In un clima di guerra diffusa che spazia, solo per nominare alcuni degli orizzonti più caldi e vicini, dalla Libia al Sudan, si celebra oggi la Giornata del peacekeeping, letteralmente il tentativo di “mantenimento della pace” messo in atto con il consenso delle parti in causa e condotto prevalentemente sotto l’egida delle Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). In molte zone “calde” del mondo cresce sempre più l’esigenza di arrivare ad una tregua e affiancare a caschi blu e forze militari, personale civile preparato in grado di far fronte ad operazioni di di pace o umanitarie come i peacekeepers.

Ad attualizzare una figura ancora molto importante e ricercata nello scenario della geopolitica mondiale è stata la scorsa settimana la Russia, nel tentativo di arrivare ad una soluzione della guerra in Libia. “Pensiamo – ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Alexander Lukashevich – che sia importante mettere in campo ogni sforzo politico e diplomatico per risolvere la crisi con l’aiuto del potenziale di peacekeeping dell’ONU e dell’Unione Africana”. (altro…)

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