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Dai vecchi partiti all’ultrà renziano Anzaldi, 25 anni di intromissioni su assunzioni, palinsesti, nomine, licenziamenti e ospiti

Doloroso il capitolo Grillo: uno degli artisti più boicottati dal Palazzo, diventa leader e attacca violentemente i suoi autori.

La morsa della politica sul servizio pubblico.

DAI VECCHI PARTITI AD ANZALDI, UNA LUNGA STORIA DI INGERENZE
LA mia Amaca di due giorni fa, nella quale definivo “ente inutile” la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e dicevo dell’ossessionante interventismo di uno dei suoi membri, il deputato Anzaldi (Pd), ha suscitato la sdegnata reazione di quest’ultimo. La polemica sarebbe di minima importanza, e per l’irrilevanza di Anzaldi e per la mia, se non chiamasse in causa, sia pure con goffaggine, una questione di primo piano come il rapporto tra media e politica. Che nella Rai trova da molti anni uno dei suoi fronti nevralgici. Cominciamo dalla goffaggine, così da poter levare di mezzo almeno un paio di sgradevoli equivoci.

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Cacciati

“Nessuno è inamovibile, ma tempi e modi fanno pensare ad una scelta tutta interna alla politica” così Bianca Berlinguer, dal palco della Festa de Il Fatto Quotidiano a Roma in zona Testaccio, racconta la sua cacciata dalla direzione de Tg3. Accanto a lei un’altra “vittime” dell’epurazione renziana, il giornalista Massimo Giannini, ex conduttore di Ballarò che ha chiuso bottega. “Noi raccontavamo l’altra Italia, quella morsa ancora dalla crisi nonostante la narrazione renziana, e abbiamo ricevuto nell’ultimo anno sistematici attacchi da parte del PD. (altro…)

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MattarellaSiamo convinti, anzi certi che al Quirinale non è rimasto inascoltato l’appello del primo agosto di Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Pace contro la vergognosa discriminazione del No da parte del servizio pubblico radiotelevisivo. Ne siamo convinti per l’autorevolezza dei firmatari: il presidente emerito della Consulta e un altro grande costituzionalista. Per l’ampia rappresentatività dei 400 comitati territoriali che fanno riferimento al No. Perché, in vista del decisivo referendum di novembre sulla riforma costituzionale Boschi, il diritto all’informazione di tutti i cittadini “pone”, come dice l’appello, “una grande questione di democrazia e di rispetto dei diritti costituzionali”. Perché la Rai non è proprietà né del governo né della maggioranza, ma è un servizio pubblico finanziato dalla collettività attraverso il canone. (altro…)

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Telerignano

Accanto alle troppe brutte notizie che ci affliggono sotto la canicola agostana, almeno una sprizza ottimismo e buonumore da ogni lato. Me l’ha segnalata ieri un amico, che ultimamente mi aveva visto un po’ giù. Tenetevi forte: la Rai ha un “Piano triennale per la prevenzione della corruzione e l’attività per la trasparenza”. Anzi, ne ha addirittura due. Il sito di Viale Mazzini riporta sia quello 2016-2018, sia quello 2015-2017. Uno dev’essere per gli anni pari, l’altro per quelli dispari. Massì, abbondiamo: abbondantis abbondandum. I piani (o tavoli, o patti) anticorruzione, com’è noto, servono alle aziende per farsi belle in società. Al minimo sospetto di irregolarità, possono sempre rispondere: “Zitto tu, noi abbiamo un piano anticorruzione”. Che poi rimane lì, ben rilegato e intonso, da esibire in bella vista nella libreria, accanto alla Treccani, alle spalle dei dirigenti che si fanno intervistare dai loro impiegati. (altro…)

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Ellekappa

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RaiViale Mazzini, via la Berlinguer dal Tg3, ostacolo per la propaganda del Sì. Arriva Mazzà, fedelissimo del premier. Orfeo resta al Tg1.

Neanche sette giorni fa, durante la polemica per gli stipendi dei dirigenti, in viale Mazzini le nomine dei telegiornali erano un argomento lontano, una tipica magagna da affrontare a settembre. Chi davvero detiene l’agenda, il governo di Matteo Renzi, l’ha stravolta per non rischiare di avviare la poderosa campagna mediatica sul referendum con l’incognita del Tg3. Così la Rai ha decretato la rimozione di Bianca Berlinguer. Non è un malizioso sospetto. (altro…)

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Dirigenti

Grazie al lavoro del MoVimento 5 Stelle in Parlamento e in vigilanza Rai, presieduta da Roberto Fico, la Rai è stata costretta a mettere in piedi un’operazione trasparenza sui compensi dei dirigenti di Viale Mazzini superiori ai 200 mila euro. Il M5S si sta battendo da tempo sugli stipendi dei dirigenti Rai e in generale dei dirigenti pubblici nominati dalla politica. Abbiamo scoperto che ci sono dirigenti RAI che percepiscono fino a 600 mila euro l’anno, come il direttore generale Campo Dall’Orto, mentre i direttori di Tg e di rete guadagnano in media 1.000 euro al giorno. (altro…)

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ficoOra in tanti gridano allo scandalo dei mega-stipendi, ma se è emerso è grazie al M5s. Adesso però sul tetto dei 240 mila euro deve muoversi il governo, di cui fanno parte anche gli esponenti del Pd che oggi si lamentano”. Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza della Rai e deputato dei Cinque Stelle, lo ripete più volte: “La Vigilanza ha fatto tutto quello che poteva e doveva”.

Lei rivendica il lavoro della commissione, ma un suo esponente, il renziano Michele Anzaldi, la invita “a chiedere chiarezza su altri benefit che si aggiungerebbero ai mega-compensi: parti variabili dello stipendio, carte di credito, abitazioni”.

Anzaldi fa sempre finta di non sapere. Eppure sa benissimo che nei prossimi giorni convocherò in Vigilanza il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, proprio sul piano trasparenza. E il collega potrà porgli tutte le sue domande su eventuali extra nei contratti. (altro…)

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Bilancio

Il primo giorno di Antonio Campo Dall’Orto in Rai fu una mattina di solleone, di infradito svestite di soppiatto, di battigia rimpianta per i dirigenti del servizio pubblico, convocati nel leggendario salone degli arazzi per un cordiale saluto fra amici.

Quel giorno di caldo e tedio, il 7 agosto di un anno fa, l’amministratore delegato – con lo zainetto in spalla e la raccomandazione renziana dentro – ha promesso il lavoro di squadra. Così l’ha stravolta, la squadra. E tanti di quei dirigenti sono scomparsi: licenziati, dimessi, degradati. Eppure s’erano precipitati nella capitale per omaggiare il nuovo temporaneo reggente contando sull’eternità delle poltrone. Classico episodio di un calcolo sbagliato. (altro…)

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trivelle

Le rilevazioni dell’Authority sullo stato dell’informazione sul referendum: praticamente il vuoto totale.

È“l’oscurantismo” dei media, come detto da Piero Lacorazza, presidente Pd del Consiglio regionale della Basilicata, capofila delle Regioni che hanno chiesto il referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile. Il commento era riservato al silenzio dei talk show e dei programmi generici sulla consultazione, prima che fossero pubblicati i dati ufficiali dell’Agcom che mostrano in modo inequivocabile come, dal servizio pubblico alle reti privati, di referendum si parli ben poco. Telegiornali compresi. (altro…)

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Il racconto della realtà parla del voltafaccia del m5s, del loro dietro front. Hanno votato assieme a Bagnasco e alla destra e così per colpa loro in Italia ancora non avremo una legge che assicuri dei diritti alle coppie gay e lesbiche.
Questo il racconto.
La realtà mostra invece una maggioranza divisa, un presidente del Consiglio che (diversamente dal passato), rimane in questo momento lontano: lo stesso PD è ora diviso al suo interno tra cattodem e pro Cirinnà. Partito che ha dato libertà di coscienza al suo interno e non ha posto la condizione di fiducia, come per l’Italicum, altra legge di iniziativa popolare (almeno sulla carta). (altro…)

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Rai

Questo non è un articolo. È un appello al direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, o a chi per lui: sbrigatevi a nominare il cardinal Bagnasco direttore di Rai1, il cardinal Ruini direttore di Rai2 e il cardinal Bertone direttore di Rai3 (in collegamento dall’attico), per dare finalmente un tocco di laicità al servizio pubblico. Quest’attesa spasmodica delle nomine annunciate da mesi sta riducendo i dirigenti morituri allo stato larvale. Non dormono più, non mangiano più (se non in senso metaforico), non vivono più. S’aggirano come zombie per il palazzo in attesa di un cenno, un segnale, un pizzino. (altro…)

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Palinsesti RaiIn attesa delle nomine, fervono i preparativi dei nuovi palinsesti Rai, onde garantire al servizio pubblico il giusto grado di pluralismo senza più la minima traccia d’influenza politica, secondo i dettami del Caro Premier.

Rai1 sarà diretta da Simona Ercolani, regista della Leopolda dunque super partes, e il Tg1 dal marito Fabrizio Rondolino: un ricongiungimento familiare, anche in vista del Family Day. Don Matteo è confermato, anzi promosso: San Matteo. Porta a Porta diventa biquotidiano: edizione serale con Vespa e mattutina con Marco Carrai, dal titolo Porta Carraia. L’eredità passa da Conti a Tiziano Renzi; e Affari tuoi da Insinna a Pier Luigi Boschi. Ed ecco le novità: Gufomattina con Andrea Romano, per la conversione di scettici, disfattisti e pessimisti; Domenica Italicum, condotta dal vicesegretario Guerini; e Linea Verdini, sui temi dell’agricoltura e delle transumanze. Largo spazio ai giochi, con le Estrazioni del Lotti, a cura del sottosegretario omonimo, che sponsorizza la Lotteria Italia abbinata a un grande ritorno il sabato sera: Renzianissima. (altro…)

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la_voce_del_padrone

“Non esiste nessuna riforma della Rai. Quella approvata ieri al Senato è unaGasparri 2.0. È la peggiore legge che si potesse congegnare per il servizio pubblico. Renzi vuole una Rai legata a doppio filo al potere esecutivo con la nomina dell’amministratore delegato da parte dello stesso governo.
In qualunque democrazia sarebbe impensabile.
Una Rai fortemente lottizzata dai partiti che avranno ancora voce in capitolo nella scelta dei vertici e continueranno a spartirsi incarichi e poltrone. (altro…)

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Canone raiLa sopravvivenza La tassa e la pubblicità garantiscono. Il nuovo dg non muove una foglia, ma è evidente dove tagliare: dai talent alla grande ammucchiata di RaiNews.

Nel firmamento degli annunci renziani, resta tra quelli più improponibili e complicati da attuare. Il presidente del Consiglio continua a dire che, come avviene in Bulgaria, il canone verrà pagato nella bolletta elettrica. Nella sostanza non è più una tassa sulla detenzione dell’apparecchio televisivo, come avvenuto fino a oggi, ma un supplemento per avere la casa illuminata. “Nessun problema per chi non ha televisore”, dicono da Palazzo Chigi, “farà l’esenzione. Basterà un’autocertificazione”. In pratica uno strumento in più per non pagare. Non solo: come ricollocherà Renzi le 400 opersone che oggi operano, dislocati nelle sedi regionali, nel contrasto all’evasione del canone? Nebbia fitta.   (altro…)

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natangelo

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TRA PROCESSI E INCHIESTE Da Mafia-Capitale con Carminati e soci, fino alla nuova indagine sulle presunte mazzette e i regali per ottenere gli appalti della televisione di Stato e a Palazzo Chigi.

Oltre tre milioni e mezzo di procedimenti in corso in tutta Italia. Sono le inchieste e i processi (in primo grado, in Appello e in Cassazione) sui tavoli di giudici e magistrati. È questa la fotografia delle affollate aule di giustizia e dei corridoi delle procure da Norda Sud.Da Mafia Capitale alla Trattativa con Cosa Nostra, ma anche inchieste ancora in corso. Ecco cosa avverrà durante l’anno giudiziario.   La capitale   tangenti e mafia   Si preannuncia piena di novità l’indagine della procura di Roma su un presunto giro di mazzette e regali per ottenere lavori alla Presidenza del consiglio dei ministri, ma anche alla Rai. (altro…)

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renziChiamate padre Amorth, o chi per lui. Perché per Renzi ormai ci vuole l’esorcista:è chiaro che il suo corpo è posseduto da un diavoletto che gli fa dire e soprattutto fare cose che il Matteo d’antan, quello che scaldava i cuori del popolo Pd e vinceva le primarie in carrozza (contro Gianni Cuperlo), non avrebbe mai detto né fatto. Anzi, avrebbe aborrito come tipiche della “vecchia nomenklatura” che lui voleva a tutti i costi “rottamare”.L’ultima è la tirata in difesa della sua lottizzazione della Rai contro “questa retorica insopportabile della società civile da contrapporre al partito (come se il Pd fosse la società incivile). Continuiamo con il meccanismo del passato per cui chi viene dai movimenti e dai girotondi è per definizione più bravo di chi sta nei circoli?”. Pare quasi che il vecchio centrosinistra, gestito dai vari D’Alema,Fassino,Rutelli, Veltroni, Bersani ed Epifani, fosse infestato da esponenti dei movimenti e dei girotondi, insomma della società civile, piazzati dappertutto dal partito in odio al partito. (altro…)

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Rai

Una volta tanto, siamo perfettamente d’accordo con Matteo Renzi: “Intorno a me ci sono i migliori con qualità e risultati sotto gli occhi di tutti”,ha detto l’altro giorno. Giusto, giustissimo.Quanto al nuovo Cda Rai, è formato interamente da “persone che hanno professionalità e competenze tali da giustificare la loro presenza in Consiglio di amministrazione. Persone che vengono da esperienze come quella giornalistica e televisiva, esperti della comunicazione, anziché astrofisici”. Un libro stampato. È vero, sulle prime i curricula di alcuni dei prescelti non ci parevano proprio all’altezza, ma poi abbiamo letto le loro prime interviste e abbiamo dovuto ricrederci. Sono proprio i più competenti, di meglio era impossibile trovare. Antonio Campo Dall’Orto è fuori concorso: lui nel ‘94 era un fervente berlusconiano perché “pensavo che Berlusconi potesse portare una discontinuità”, quindi ha una perspicacia unica al mondo. (altro…)

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