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Posts Tagged ‘razzismo’

vukicI PARLAMENTARI hanno diritto di rivolgere insulti razzisti a singoli o a interi gruppi? Hanno diritto a non essere oggetto di nessun tipo di censura, anche quando utilizzano un linguaggio che suscita disprezzo e odio nei confronti di altri, spesso non in grado di difendersi?

DUE decisioni prese rispettivamente dal Parlamento e dalla presidenza del Consiglio nelle ultime settimane sembrano dire che è così, che la libertà di parola, nel caso dei parlamentari, può sconfinare ben oltre il buon gusto e la buona educazione, fino ad includere gli insulti razzisti più intollerabili e la sollecitazione all’odio. La prima è di due giorni fa. I senatori a larga maggioranza hanno negato l’autorizzazione a procedere contro Calderoli per insulti razziali nei confronti dell’allora ministra Kyenge — sulla sua pagina Facebook le aveva dato dell’orango — derubricandoli a “semplice” diffamazione, come se l’insulto non avesse a che fare proprio con l’identificazione razziale di Kyenge.

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SondaggioGLI ZINGARI sembrano concentrare su
di sé il massimo dell’ostilità e diffidenza in Europa. Sono considerati, come emerge da un sondaggio dell’istituto americano Pew, un corpo estraneo nel cuore dell’Europa da una forte minoranza, superiore al 30%, di inglesi, tedeschi e spagnoli, dal 48% dei polacchi, dal 60% dei francesi e dall’86% degli italiani.
All’estremo opposto sta l’altra minoranza pure tradizionalmente europea e oggetto di storiche persecuzioni, gli ebrei. Anche loro, tuttavia, in Paesi come Polonia e Italia sono considerati con diffidenza e ostilità da minoranze non trascurabili, rispettivamente dal 28 e 21% della popolazione.
I musulmani occupano una posizione intermedia nella sfiducia suscitata tra gli autoctoni, ma con fortissime differenze da Paese a Paese.

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Paesi civili (Biani).

Biani

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È ufficiale, il calcio dà alla testa. E fa vedere tutto nero. Il presidente federale Tavecchio ha tracciato il solco con la celebre saga di Opti Pobà e dei mangiabanane che usurperebbero posti di lavoro pedatori alla meglio gioventù italica. Ma Tavecchio è Tavecchio, cinquanta sfumature di bigio. Ora invece ci si mette un gigante della mia adorata Romagna come Sacchi. Tu quoque, Arrighe. L’allenatore straordinèrio (o straordi-nero?) che divulgò alle folle «l’umilté» e «l’intensité» si dice preoccupato per la presenza di troppi stranieri di colore nelle squadre giovanili, ignorando che la stragrande maggioranza di quei ragazzi è di nazionalità italiana. Poi, per parare l’accusa inesorabile di razzismo, sventola a mo’ di medaglia l’avere fatto giocare trent’anni fa nel Milan delle meraviglie il nerissimo Rijkaard. Sai che sforzo. (altro…)

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MassloFuggito dal Sudafrica dell’apartheid ucciso da bianchi a Villa Literno Venticinque anni fa l’Italia scopriva così gli immigrati e i razzisti.

Roberto Saviano ricorda Jerry Masslo che qui venne ucciso un 25 agosto all’alba “Ecco perché non va dimenticato”.
AVEVO DIECI ANNI quando uccisero Jerry Masslo a Villa Literno. A colpirmi non fu tanto la morte di un ragazzo sudafricano ammazzato mentre difendeva il suo salario da una rapina, quanto la fiumana dei duecentomila che per lui sfilò poi a Roma. Sfilavano per un uomo ammazzato nel casertano. La sera in casa accendevamo il telegiornale e lì dentro si parlava di Villa Literno. Per me era come se il mondo ci avesse scoperto, come se avesse d’improvviso saputo che esistevamo e che campavamo in un territorio feroce. A quella manifestazione partecipò Tommie Smith, medaglia d’oro nel 1968 a Città del Messico, quello che assieme a Lee Evans era salito sul podio olimpico senza scarpe e alzato il pugno con il guanto nero al cielo. Era venuto apposta dagli Stati Uniti per sfilare in nome di Jerry Masslo. (altro…)

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Al meritato trionfo planetario del calciatore Dani Alves, che con un solo morso ha digerito il razzismo e a quest’ora lo avrà già evacuato, corrisponde l’onta totale del tifoso del Villareal che ha lanciato la banana in campo, di qui in poi Imbecille Globale, ridicolizzato, espulso a vita, braccato dai media di mezzo mondo (ed è la condanna più atroce). Poiché essere di sinistra è spesso un peso, confesso di pensare a lui, in queste ore, con qualche apprensione: perché è davvero ultimo tra gli ultimi, negletto, ridicolizzato, per giunta neanche autorizzato a prendersela con le caste o le banche o il gruppo Bielderberg, essendo lui stesso il mandante indiscusso della propria minchioneria. (altro…)

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Alves

IL GESTO DI DANI ALVES DIVENTA UN SIMBOLO GLOBALIZZATO: “LUI PER PRIMO HA UMILIATO CHI VOLEVA OFFENDERLO”. 

Forse adesso, mentre su Dani Alves si spandono echi kennediani e tutti gli idealisti del pianeta si immedesimano nella sua pernacchia alla Totò come un giorno, in altri palcoscenici, si professarono berlinesi, i soloni si vergogneranno. E cestinando trent’anni di pensosi dibattiti sociologici sul tema del razzismo, rifletteranno sull’Uovo di Colombo. Sulla semplicità di un prossimo trentenne di passaporto brasiliano che di fronte agli ululati e alle banane in campo, con la brevità dell’artista improvvisato e il gesto secco dell’attore consumato, sbuccia il frutto, lo inghiotte e torna al suo mestiere. A un calcio d’angolo da battere. (altro…)

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AltanSalta l’intesa per abolire il reato di clandestinità. Renzi: saremo la scorta di Kyenge
La polemica.

ROMA — «Il ministro Kyenge la scorteranno i nostri militanti del Pd». «Bene, la accompagnino, così è in compagnia e non si sente sola». È botta e risposta tra i due segretari Matteo Renzi (del Pd) e Matteo Salvini (della Lega) dopo le polemiche per la pubblicazione sulla Padania degli appuntamenti del ministro per l’Integrazione. Episodio, questo, che ha indotto il titolare del ministero dell’Interno, Angelino Alfano, ad aumentare la scorta (quella della polizia) per Cecile Kyenge anche il seguito alla lettera anonima con polvere bianca che le era stata recapitata a Palazzo Chigi.
Ma i leghisti fanno di tutto per tenere alta la tensione sul tema immigrazione. (altro…)

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Vauro

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Trucco nero

Alla Camera Buonanno si tinge di nero: “Così lo Stato ci aiuta”
La polemica.

MILANO— Scuote la testa perfino Umberto Bossi: divulgare sulla Padania
l’agenda pubblica della Kyenge «è un errore, così si fa pubblicità gratuita a un ministro che non fa niente e non ha nulla da dire». Ma l’ex capo resta inascoltato dai leghisti alla Salvini, che anzi rilanciano la campagna contro la responsabile dell’Immigrazione. Altro che scuse, altro che marcia indietro: ieri laPadania rimette in pagina la rubrica «Qui Kyenge», e l’affianca con gli appuntamenti di un altro ministro da sempre nel mirino dei “padani”: «Qui Zanonato». (altro…)

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Kyenge

PERCHÉ l’assessore per l’immigrazione della Lombardia non vuole partecipare a un incontro sull’immigrazione con il ministro per l’immigrazione? La risposta è dello stesso assessore, la leghista Simona Bordonali: “Ritengo le tematiche non prioritarie”. Può essere anche divertente domandarsi quali tematiche, se non l’immigrazione, siano “prioritarie” per un assessore all’immigrazione. (altro…)

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Ecco una domanda alla quale non trovo una risposta (provateci voi). La domanda è questa: perché i membri del Ku Klux Klan, una delle più antiche associazioni razziste del mondo, possono riunirsi legalmente in una sede municipale (Elkton, Usa), con il loro fottuto cappuccio bianco in testa; e nelle stesse ore una giovane manager americana viene licenziata in tronco, e massacrata di insulti online, per avere affidato a Twitter una goffa battuta sulla facilità con la quale in Africa si può contrarre l’Aids? Forse che il primo emendamento della Costituzione americana, che garantisce libertà di pensiero, vale per chi invita a impiccare i “negri” ma non vale per chi twitta una scemenza? (altro…)

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INSULTARE Cecile Kyenge è diventato una forma di neoconformismo. Bastano una buona dose di razzismo volontario o involontario; una notevole mancanza di fantasia; e una pagina Facebook. Di suo il vicesindaco di Diano Marina, signor Cristiano Za Garibaldi (Pdl) ci ha messo un sovrappiù così surreale da risultare quasi divertente: scusandosi, ha spiegato di averlo fatto perché era stressato dalle tasse.
A ben vedere, nella sua caotica autodifesa il vicesindaco dice anche qualcosa di più: è irritato perché il ministro Kyenge ha accennato (solo accennato) alla possibilità di usare qualche alloggio vuoto e inutilizzato per i senza tetto e per i nomadi. Si capisce che in una terra come la Liguria, scempiata dalle seconde case, buona parte delle quali sfitte e in vendita, l’argomento non sia molto popolare. Anche perché costringe gli amministratori liguri, compreso il vicesindaco Za Garibaldi, a riflettere sulla pluridecennale svendita del loro territorio, massacrato dal cemento. (altro…)

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Non è un male che sia saltato il sedicente “dibattito” tra il ministro Kyenge e i leghisti. Possiamo risparmiarci uno spicchio in più di ipocrisia politica, un partito razzista costretto alle buone maniere dal suo capo, un ministro della Repubblica che pur di onorare le forme della democrazia va in mezzo a chi la odia e la insulta. Non si vede che cosa abbia da aggiungere, in tema di immigrazione, un movimento politico i cui esponenti di punta chiamano “bingo bongo” e “orango” gli africani, disinfettano i treni delle nigeriane, professano con coerenza, da sempre, la discriminazione e l’esclusione di chi “viene da fuori”. (altro…)

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MA LO STILE-BORGHEZIO FA PROSELITI: I CONSIGLIERI “PADANI” DI CANTÙ LASCIANO L’AULA DURANTE L’INCONTRO CON LA MINISTRA.

Meglio Lega e lambrusco che Lega e polenta. L’appuntamento è già segnato sulla sua agenda ministeriale. Cécile Kyenge sarà al dibattito di apertura della festa nazionale della Lega nord Romagna di sabato prossimo. Congelato, al momento invece, quello di Calderoli al nordico “Berghemfest” di fine agosto.
Sceglie la ministra offesa e dileggiata per il colore della sua pelle anche ieri tra chi da Verona minaccia di usare le armi contro la “ministra negra” in contemporanea all’assessore leghista padovano che pubblica un’immagine della donna richiamando la pubblicità del gorilla che chiede: “Dino dammi un Crodino”.
Sembra insomma essersi scatenato il carosello dell’ignoranza; come nel caso del gruppo della Lega al consiglio comunale di Cantù che ha abbandonato l’aula mentre era in corso un incontro con la ministra. (altro…)

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Biani

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ADESSO basta. Le offese e le minacce contro la ministra Cécile Kyenge non sono più sopportabili. Disonorano il nostro paese e necessitano di una ferma risposta
collettiva.

E se non ci riescono i vertici dello Stato a espellere i razzisti dalle istituzioni – come ha confermato l’inamovibilità del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, protetto dal suo partito – ciascuno di noi è chiamato a farsene carico. Il lancio di banane contro una concittadina dalla pelle nera, chiamata dal governo a occuparsi dell’integrazione di milioni di immigrati, ha un nesso inequivocabile con la violenza verbale di chi l’aveva paragonata a un orango. Altri le hanno augurato di subire uno stupro. Hanno appeso manichini insanguinati nei luoghi in cui lei doveva intervenire. Hanno messo in dubbio il suo diritto alla cittadinanza italiana per il fatto di essere nata in Congo. Insinuano che la sua laurea in oculistica la renderebbe inadeguata alla funzione ministeriale. Si lamentano che usufruisca di una scorta di polizia. (altro…)

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So che è un discorso da uomo anziano, ma per evitare che un energumeno razzista tiri banane a una signora nera durante una festa del Pd, non si potrebbe ripensare a qualcosa che assomigli al buon vecchio “servizio d’ordine”? Che lo accompagni all’uscio gentilmente, ma anche non troppo gentilmente, e scoraggi lui e i suoi camerati da eventuali bis? Non dico l’antifascismo militante di una volta, che spesso organizzò falangi ugualmente manesche; ma almeno una cosa tipo gli steward negli stadi inglesi, domatori di ubriachi e di casi umani, e un buon rapporto con il più vicino presidio delle forze dell’ordine? (altro…)

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L’intervista di Repubblica tivù a Giulia Kyenge, figlia diciassettenne del ministro Cécile, è la risposta più festosa e più vitale che il razzismo possa ricevere. (L’unico rischio è che l’intelligenza e la fresca bellezza di Giulia possano aumentare quel complesso di inferiorità, esplicito o inconscio, che è la vera molla del razzismo).
Giulia è sicura che ai razzisti basterebbe conoscere il mondo e viaggiare per cambiare opinione. Ha quasi ragione. Solo quasi, perché all’uomo bianco viaggiare non è sempre bastato per capire gli altri popoli e le altre culture; e anzi, uno degli ingredienti del razzismo “moderno” fu la scoperta del “selvaggio”, ovvero dell’uomo integrato nella natura fino a farne parte, considerato “meno umano” proprio perché più saldamente legato al proprio ambiente naturale. (altro…)

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ROBERTO Calderoli deve dimettersi dalla vice presidenza del Senato perché chi parla come l’ex ministro non è degno di ricoprire alcuna carica istituzionale, tantomeno una così importante, in un paese civile. Punto e basta.

Almeno in questo caso, per favore, non apriamo il solito dibattito da talk show, dove tutti hanno un po’ ragione e un po’ torto. Qui la ragione sta tutta da una parte, il torto dall’altra.
Si dirà, ma qual è la novità? Sono ormai vent’anni che sopportiamo il continuo imbarbarimento del discorso pubblico, la progressiva perdita di dignità culturale della politica, archiviando ogni passo verso il baratro dell’intolleranza come occasionale “gaffe”, prontamente seguita da svogliate, ipocrite scuse. Il risultato concreto di questo vecchio che avanza è l’aver ridotto a pezzi l’immagine dell’Italia agli occhi del mondo, l’infelice laboratorio di una regressione collettiva. Allora, che cosa cambia una in più o in meno? Il fatto è che esistono punti di non ritorno e questo dell’offesa di Calderoli al ministro Cécilie Kyenge segnala esattamente questo. (altro…)

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