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Posts Tagged ‘referendum’

CHE rapporto c’è tra una identità nazionale inventata, sprovvista di lingua unitaria e storia unitaria, malvista dalla grande maggioranza della popolazione locale (la Padania); e una identità nazionale vera, fondata su una secolare unità storica e linguistica, fortemente voluta dalla grande maggioranza della popolazione (la Catalogna)? La risposta è facile: nessun rapporto. Eppure vedrete che spunteranno come i funghi, gli accostamenti e gli apparentamenti propagandistici, e sulla scia dei gravi e importanti avvenimenti iberici ci sarà chi cerca di cavarne qualcosa anche nel proprio orticello, per esempio dare più lustro ai poco significanti “referendum per l’autonomia” convocati in Lombardia e Veneto.

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camussoSondaggio Tecnè: oltre il 60% degli italiani andrebbe a votare nella consultazione in primavera.

Il referendum del 4 dicembre non li ha appagati. Gli italiani hanno gran voglia di andare a votare anche in primavera, per abolire i voucher. E potendo spazzerebbero via tutto il Jobs Act, a conferma che un altro pilastro renziano crollerebbe nelle urne. Così racconta un sondaggio della società Tecnè sui due referendum sul lavoro proposti dalla Cgil, previsti presumibilmente per maggio. (altro…)

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voucher

La riforma del lavoro doveva spazzar via l’apartheid che separava lavoratori di serie A (i tutelati) e quelli di serie B (i precari).
Doveva consentire ai precari di sposarsi e persino di pianificare un futuro, una famiglia, dei figli.
Dove creare occupazione i cui numeri, gonfiati dagli sgravi contributivi (costati circa 20 miliardi) e da una loro presentazione parziale, ci sono stati sbattuti in faccia ogni giorno. Visto, cari gufi? (altro…)

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amato

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renzacci

La satira di Maurizio Crozza punta il dito sulla coerenza del premier dimissionario Matteo Renzi, che prima del referendum aveva più volte detto di essere pronto a lasciare la politica in caso di sconfitta. Dall’ultima puntata di Crozza nel Paese delle Meraviglie di La7.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/10/crozza-e-renzi-e-canta-rovazzi-anzi-renzazzi-ho-detto-che-lascio-la-politica-sai-il-c-o-che-me-ne-frega/3249589/

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In caso di sconfitta, la mia carriera politica finisce ..
Me ne vado via, lascio ..
O forse no.
Passato un altro giorno dal referendum, l’opzione di andare ad elezioni subito (come vogliono Grillo e Salvini e pure Berlusconi) non è più roba da retroscenisti:
Alfano – titola il corriere online – vota a febbraio.
A frenare la corsa del “al voto, al voto” ci sono due ostacoli: il primo è la minoranza PD che non ha peso in segreteria ma il no di domenica ha ringalluzzito. Non alzeranno la voce, ma punteranno a tirarla per le lunghe, per logorarne la leadership in attesa di un nuovo cavallo.
Il secondo è il presidente della Repubblica, che ha spiegato bene a Renzi cosa si aspetta.
C’è il gruzzolo del 40% da mettere a frutto (con una brutta espressione), ma non sono voti del PD. Conosco personalmente elettori non PD che hanno votato si al referendum. Il 40% sono voti di un immaginario raggruppamento attorno a Renzi, ma cosa succederebbe in caso di un voto elettorale, per una coalizione, non è facile capirlo.
Renzi e i partitini della maggioranza, sanno però che devono agire in fretta: oggi, appena perdi la poltrona, rischi di non rientrare più nel gioco.
Di certo, con queste premesse, crolla del tutto l’ipotesi di ricucire tutte le rotture nel paese e anche all’interno della sinistra.
Nel discorso di “addio” Renzi ha detto una cosa che dovrebbe far capire quelle che sono le sue intenzioni: “Al fronte del No che ha vinto il referendum oneri o onori”.
Se in questa fase ci saranno degli oneri (e pochi onori in verità) è anche colpa sua: per aver gestito male i tempi del referendum, per aver basato la legge elettorale sulla riforma, per non aver risolto per tempo i problemi delle banche.
Facile ora andarsene (?) e gufare da fuori.
Due cose: a quanti dicono, Salvini vi ringrazia, rispondo dicendo che i Salvini si combattono facendo politica sul territorio, non seguendolo nel suo territorio di slogan e comparsate tv.
Riprendo quanto ha scritto sulla sua bacheca FB Daniele Sensi:

«Salvini ti ringrazia», dice. No, semmai Salvini ringrazia voi, che appendete l’egemonia culturale non a pratiche politiche diffuse, ma a un verdetto referendario che non attiene al gioco politico, ma alle sue regole. Quel gioco lo si vince sul campo, è sul campo che Salvini va contrastato, opponendogli sintesi culturali e reti di socializzazione che tengano insieme la complessità del reale. sbugiardando semplificazioni che quel reale invece lo atomizzano, mettendo gli uni contro gli altri. Salvini ringrazia voi, che, alla Politica e all’agire politico, avete, o avevate anteposto, pigrizia, comodità e pretestuose scorciatoie. E con quelle, sì, ogni battaglia è persa. Perché le battaglie si vincono battagliando. In politica si vince facendo Politica.  

Secondo, a quelli che, come Serra oggi, dicono che ora a dare le carte sarà l’establishment, rispondo dicendo che anche prima era così.
Ma è così difficile accettare l’esito di un referendum dove si votava su una riforma costituzionale?
Non si votava sul governo né su Renzi, questo si diceva.
Da unoenessuno.blogspot.it

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supercazzoleCom’è venuto se n’è andato: senza elezioni. Un grande futuro alle spalle. In mille giorni ha sparato più balle di un cannone; più Mastrota che Machiavelli, ha traslato un clima di cappucci e cazzuole in un trionfo di supercazzole. Ha offerto mance a spruzzo ai suoi potenziali elettori e ponti d’oro ai suoi bramosi finanziatori (che qualcuno andò subito a incassare in Borsa). Ha comprato l’aereone per trasportarci il suo ego, ma il peso era tale che non riuscì quasi mai a decollare; si inventò “insostituibile” in un mondo che ha due Papi; ha seduto la rottamazione generazionale sulle gambe centenarie di Napolitano. Ha trasformato il Cnel nell’Anpi. (altro…)

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Referendum - Incontro "Le ragioni del NO"Venerdì, Stefano Rodotà si è alzato per intervenire alla festa del Noorganizzata dal Fatto a chiusura della campagna elettorale: è stato accolto da un interminabile applauso del pubblico che lo ha acclamato “Presidente”. Archiviato il risultato, gli abbiamo chiesto una lettura del voto, non solo per la nettissima prevalenza del No ma anche per l’alta affluenza.

Professore, il risultato è stato solo una sconfitta politica di Renzi o anche una risposta al minaccioso sottotesto, “o me o la Costituzione”?

Che questa sia una sconfitta di Renzi è del tutto evidente: lo confermano le parole del presidente del Consiglio di domenica notte. La mia impressione è che l’oggetto del conflitto, alla fine, fosse impadronirsi della Costituzione sottraendola alla possibilità di continuare a essere luogo di principi e di confronto. E facendola diventare uno dei tanti strumenti di un’azione politica tutta rivolta alla chiusura. (altro…)

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Benvenuti a Ten Talking Renzi, l’unica rubrica che parla di Renzi al passato e per questo gode come un riccio. Altre considerazioni.

1. Ho totalmente sbagliato pronostico. Quando dicevo che avrebbe vinto il Sì, era scaramanzia al 15% e paura convinta all’85%. Ero così convinto del Sì che, ieri sera, ho spento tutto alle 22.30. Ho saputo della vittoria del No solo stamani alle 10, appena sveglio. Non ci avrei scommesso un euro. Avevate ragione voi: ho sbagliato. E non sono mai stato così felice di sbagliare. (altro…)

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LE REAZIONI – Brunetta: “Spetta a noi l’onere della legge elettorale? Non è così”. L’esultanza di Roberto Speranza (minoranza Pd).

“La vittoria non è solo del M5S ma di tutti gli italiani. Da domani saremo al lavoro su un governo M5S“. “Rispetto ai 5 Stelle abbiamo idee diverse di Italia, di Europa, sull’immigrazione, sulla legalità. Io penso che la Lega offra un’alternativa che possa prendere un voto in più di Renzi e di Grillo”. In queste due frasi di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che commentano il trionfo del No e l’annuncio di dimissioni di Renzi, inizia la fase post-referendum. Le reazioni all’esito della consultazione sulla Riforma Renzi-Boschi, oltre all’esultanza di partiti ed esponenti politici che si sono impegnati sul fronte del No, includono anche un primo passoverso quella che sarà la nuova pagina politica, che inizierà già domani con il premier dimissionario che andrà al Colle per consegnare le sue dimissioni nella mani del presidente della Repubblica. (altro…)

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Boom di votanti ai seggi. Bocciata la riforma costituzionale cui il premier aveva legato la prosecuzione del mandato. Il Sì travolto al Sud, avanti solo in Toscana, Emilia e Trentino. Il capo del governo nella notte parla in tv.

Il No dilaga al 59%. Renzi lascia in lacrime “La sconfitta è mia, ora tocca a chi ha vinto”.

ROMA – Una valanga di No travolge la riforma costituzionale, affonda il governo Renzi, impallina il segretario del Partito democratico. E il capo dell’esecutivo non attende un solo istante, le dimissioni sono immediate, nella notte, il viso segnato dalle lacrime, il nodo in gola: «Io ho perso e lo dico a voce alta. Non si può fare finta di nulla. Domani pomeriggio (oggi,
ndr) riunirò il Consiglio dei ministri e salirò al Quirinale per le dimissioni.

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renzi-governo

Commosso, con gli occhi rossi per quasi tutto il discorso di 11 minuti che coincide con il suo addio da Palazzo Chigi. Mano in tasca, tolta e poi rimessa, il premier ha cercato di sdrammatizzare con qualche battuta ma ha anche rivendicato i risultati del suo governo.

“Il mio governo finisce qui. Domani pomeriggio riunirò il consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale per consegnare al presidente della Repubblica le dimissioni”. Lo aveva detto, lo ha fatto: Matteo Renzi ha annunciato le sue dimissioni, in conferenza stampa a Palazzo Chigi a neanche un’ora e mezza dalla chiusura dei seggi che hanno decretato una sconfitta epocale per il fronte governativo. E per il premier. Che ha personalizzato troppo il referendum costituzionale e, con grande onestà e coerenza, ha parimenti personalizzato anche la sconfitta. (altro…)

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natangelo

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smetti-di-soffrire

Da un’idea di Francesca Fornario il comitato per il No al referendum costituzionale ha prodotto un video satirico per spiegare, con un sorriso, le ragioni del No. Nel filmato si vede un improbabile giovane democratico impegnato in una serrata e sempre meno convinta campagna referendaria telefonica in cui emergono, uno dopo l’altro, tutti i limiti della riforma.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/01/smetti-di-soffrire-il-4-dicembre-vota-no-al-referendum-i-turbamenti-di-un-giovane-pd/3229409/.

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woodstock

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travaglio

Confronto pepato a Dimartedì (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il giornalista dell’Unità, Mario Lavia, sul referendum costituzionale e in particolare sul nuovo Senato. Travaglio osserva: “In questa riforma c’è scritto testualmente che i senatori sono eletti dai Consigli Regionali. Non c’è scritto nient’altro. La legge che sta spacciando Renzi non è mai stata approvata, ma è stata presentata dai suoi oppositori 2 anni fa ed è stata ignorata, tanto che il proponente di quella legge, Federico Fornaro, è schierato con il NO. Sono venditori di tappeti questi qua. E lo stesso vale per l’Italicum. (altro…)

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Questo post, come diversi dei giorni scorsi, non si rivolge a chi sa già tutto della Riforma Boschi-Renzi e dei suoi effetti costituzionali.

Uno dei quali – tra i più discussi in questa coda di dibattito – riguarda la questione: nel caso vincessero i Sì, chi sceglierà i senatori?

Si cercherà di rispondere qui in onestà intellettuale – cioè con informazioni tecniche corrette – ma senza nascondere opinioni. Eventuali integrazioni per edit sulle informazioni tecniche sono benvenute. (altro…)

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