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Posts Tagged ‘religione’

Caro poliziotto che fermi i sospetti per strada,

ti ho visto ieri, all’Esquilino, con un collega e due tizi davanti: arabi, dall’aspetto, e malmessi negli abiti così come nel portamento.

E mentre vi vedevo – tutti e quattro, più o meno coetanei tra di voi – ho cercato di immaginare i vostri stati d’animo, in questi cupi giorni di paura e di allarmi: voi due in divisa a rischiare la vostra pelle per salvare la nostra, gli altri due che esibivano una (finta?) indifferenza nell’aspettare la fine del controllo, sigaretta in bocca e sguardo verso il cielo. (altro…)

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la fedeUn documentario racconta le storie di dieci convertiti. Persone dentro una città in trasformazione da sempre ricca di spiritualità. E capitale di tolleranza, di dialogo con le minoranze. Dove prima che in altri luoghi si è registrato il fallimento sociale che diventa premessa per una nuova scelta religiosa. Ecco perché “Napolislam” rischia di cambiare davvero la percezione della quotidianità italiana.

Napoli, Islam? Davvero Napoli si sta islamizzando? Ci sono dei documentari che cambiano per sempre la percezione del tema che affrontano. È stato così per Inside Job , film premio Oscar di Charles Ferguson che ha raccontato la crisi economica dimostrando la colpevole responsabilità della finanza. È stato così per
Sugarman , la storia di Sixto Rodriguez, cantante sconosciuto nel suo Paese, gli Stati Uniuti, ma che era diventato, a sua insaputa, famoso come Elvis in un’altra parte del mondo, il Sudafrica, e per tutta la vita ha continuato a fare il manovale.
Il documentario che rischia di cambiare la percezione della quotidianità italiana è Napolislam .

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LE tane della fornicazione»: così un tweet fiancheggiatore, esultando per la strage, definisce le spiagge e gli alberghi tunisini dove passano le vacanze gli europei. C’è, dentro quella definizione, tutta la paranoia bigotta ( anche molto ridicola; feroce e ridicola) della quale l’ordigno jihadista è carico. Megatoni di sessuofobia, di paura violenta, di odio per la libertà degli altri. Il movente, in ogni delitto, è importante. Il jihadismo ce lo ripete con metodica precisione, con pedante chiarezza, il suo movente: odia gli occidentali, e quella parte del mondo arabo sospettabile di esserne complice o succube, per la disinvoltura dei costumi, la libertà sessuale, la libertà delle donne come bestemmia suprema, come oltraggio insopportabile all’ordine patriarcale.

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Bertelli

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Giannelli

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Vauro

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A chi impugna mitragliatrici per sterminare matite, e a chiunque si sottometta a qualcosa di diverso dalla propria coscienza, ci piacerebbe spiegare che avventura faticosa e fantastica sia la libertà. Ma non lo faremo, perché la libertà non si può spiegare. Si può soltanto respirare senza pensarci, come l’aria, e come l’aria rimpiangerla quando non c’è più. A differenza dei dogmi, non reclama certezze e non ne offre. I suoi mattoni sono i dubbi e gli errori, gli slanci e gli abusi. I suoi confini sono labili, mobili. E la sua rovina è l’assenza di confini, che le toglie il piacere sottile della trasgressione.    (altro…)

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Charlie
L’orrore.
Il fermo immagine del poliziotto ferito al suolo e finito con naturalezza meccanica dallo sparatore, indifferente al braccio alzato in cerca di pietà, ha un’invincibile doppiezza: noi lo guardiamo con raccapriccio, ma altri avranno esultato.
GLI assassini urlavano “Allahu Akbar”, il poliziotto si chiamava Ahmed. Quando ieri le aperture in rete dei giornali hanno scelto il fermo immagine del poliziotto ferito al suolo, raggiunto e finito con indifferente esattezza dal suo sparatore, non conoscevano il nome del morente. Si chiamava Ahmed, dunque quando ha avuto ancora la forza di alzare un braccio, forse per un gesto estremo di protezione, forse per chiedere pietà — che cosa c’è di più umano che aspettarsi pietà anche dal proprio assassino? — può aver pronunciato anche lui, in altro tono, il nome di Allah?
Hanno ammazzato Wolinski e Ahmed, e gli altri.

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L'omaggio

La scrittrice indiana e la strage nella scuola pachistana “Gli assassini colpiscono l’innocenza del mondo E così mostrano di non conoscere davvero il Corano”.

ME LO immagino. Perché è questo che faccio io: immagino storie. Lo vedo nella mia mente. Un giorno di scuola come gli altri. Quelli del primo banco che seguono attenti, quelli dei banchi in fondo che cercano annoiati di nascondere i loro sbadigli. Il ragazzino di 12 anni nell’angolo sta giocando con una fascetta di gomma e una pallina di carta. Da un’altra parte, una ragazza di 15 anni sta disegnando cuori e freccette sulla pagina posteriore del suo taccuino. È innamorata di un ragazzo della sua classe, con le spalle larghe e un sorriso sfacciato, e spera che anche lui provi gli stessi sentimenti. Chissà, forse questa sera finalmente guarderà dalla sua parte.

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La dinamica
Colpire bambini inermi tra i banchi di scuola l’ultima follia dei fanatici della fede.
Da Beslan alla Nigeria, dall’Afghanistan al Pakistan. Le immagini degli studenti straziati dalle bombe sono il sacrilegio peggiore “Uno dei giorni più bui del genere umano” ha detto il Nobel Sathiarty.
IN UNA delle immagini, genitori si accalcano all’ingresso della scuola, attorno a dei fogli alla parete,come farebbero per sapere se i figli siano stati promossi: ma cercano i nomi pregando di non trovarli in quella lista di morti. «Abbiamo scelto con cura il nostro obiettivo», ha spiegato il portavoce degli assassini, e non c’è dubbio che l’abbiano fatto.

Scolari che muoiono assassinati: non si può immaginare sacrilegio peggiore, né bersaglio più capace di illustrare gli assassini. Da noi i filmati offuscavano, con una correttezza questa volta stridente, le facce dei minori: grandi abbastanza per guadagnarsi un colpo alla nuca. Ieri le autorità del mondo intero hanno dovuto cercare le parole, e non potevano trovarle, nonostante il rincaro. «Uno dei giorni più bui del genere umano », ha detto l’indiano Kailash Sathiarty, che ha condiviso con Malala il Nobel.

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IN LINEA di principio, il preside di Bergamo che decide di non allestire il presepe perché «la scuola pubblica non ha il compito di celebrare ricorrenze religiose», ha ragione. E poche delle persone che lo insultano hanno dalla loro parte uguale dose di pensiero. Ma è una ragione, quella del preside, che non ci soddisfa e anzi ci allarma (esattamente come il veto francese di indossare il velo nei luoghi pubblici) perché affronta la complicata materia della multiculturalità, e della necessaria convivenza tra diversi, con una overdose di anestetico. La azzera. Da multiculturale rischia di renderla a-culturale, cancellando i termini di un confronto che, conflittuale o pacifico che sia, è inevitabile, è parte quotidiana del nostro vivere sociale e lo sarà sempre di più.

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PIÙ si parla di religione, più si allontana una soluzione» dice lo scrittore israeliano Etgar Keret a proposito dell’incrudelirsi del conflitto in Palestina. Triste verità. Triste e paradossale: “religione” vorrebbe dire, etimologicamente, “ciò che lega insieme”. Gli uomini ne hanno fatto un obbrobrioso veicolo di esclusione, discriminazione e ostilità reciproca. I nobili sforzi ecumenici di una minoranza di saggi di tutte le confessioni religiose è sopraffatto in ogni angolo del mondo dal fanatismo idiota e sadico di masse indottrinate da sacerdoti criminali, che usano il loro presunto Verbo come arma di supremazia politica e di sopraffazione razziale. Il concetto di “infedeli” è violento, violento quello di “popolo eletto”, violento il suprematismo cristiano che ha sottomesso nei secoli i tre quarti del pianeta. (altro…)

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Per il Vaticano la scelta della malata terminale californiana Brittany Maynard di anticipare di qualche settimana una fine dolorosa e scontata è da considerarsi «priva di dignità». La Chiesa ha ovviamente tutto il diritto di fare la Chiesa e di interpretare i dettami della divinità a beneficio di coloro che le riconoscono la funzione di intermediaria. Ma definire indegna la decisione di una donna colpita da un tumore devastante al cervello significa non sapere più dove stia di casa la parola «umanità». Nelle astrazioni della dottrina si possono anche costruire scintillanti cattedrali di ghiaccio. Ma la vita, per chi la conosce e la ama, è un’altra storia e ci racconta che qualsiasi strada percorsa con coraggio conduce a destinazione. Una persona che combatte fino all’ultimo contro il dolore e l’umiliazione della malattia ha la stessa dignità di chi preferisce sottrarre il suo corpo e i propri cari a un simile strazio. (altro…)

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CON apprezzabile fatica la giornalista arabo-israeliana Rula Jebreal ha tentato di spiegare a uno sbrigativo comico americano che “Islam” vuol dire troppe cose perché se ne possa parlare un tanto al chilo. Guardatevi, se ne avete tempo, il video: perché è a noi tutti, ciascuno nel suo, che toccherà affrontare in futuro questa discussione. E non per una banale questione di “correttezza politica” o di etica democratica; ma per l’assoluta, urgente necessità di affrontare il terrorismo e il fanatismo jihadista evitando il marchiano errore di “regalare” a quel campo d’odio e di regressione più di un miliardo di persone, tanti quanti sono i musulmani. (altro…)

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DICE papa Francesco che la teoria del Big Bang non contraddice affatto l’idea della Creazione. È la conferma, ennesima, della sua generosa, dinamica visione intellettuale. Il problema, però, è spiegare a legioni di esseri umani, specie quelli di fede veterotestamentaria, che ci sono più o meno quattro miliardi di anni di differenza tra il supposto Big Bang individuato dalla scienza e la supposta creazione del mondo secondo il Libro. In quei miliardi di anni, che i fossili certificano implacabili ma la Bibbia — per forza di cose — ignorava, come hanno passato il loro tempo la roccia, l’acqua, il protozoo, il pesce, il ragno, la felce, l’albero, buon ultimo l’uomo, insomma le creature? Passare dalla certezza del dogma all’accettazione dell’ignoto può essere dolorosissimo. (altro…)

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Le donne turche ridono a migliaia, moltiplicando la risata sul web, per fare dispetto al ministro bigotto che aveva invitato le brave musulmane a “non ridere forte perché è contro la morale pubblica”. Le donne polacche addentano mele (e pare di sentire l’allegro crocchio dei denti che incidono la polpa) per ripicca contro Putin e i suoi embargo alimentari: i veti russi da quelle parti danno ai nervi da qualche secolo. Ovunque, laddove si vieta o si limita o si sopisce, scatta l’impulso della libertà. Viene da chiedersi se da noi, e in altre società che hanno già consumato il percorso della libertà ben oltre il traguardo, dove di vietato c’è ormai pochissimo, e ci si sente oppressi, semmai, dal casino informe (vedi le movide, o i parcheggi sulla spiaggia, o le risse nei talk show), non sarebbe il caso di organizzare campagne web di segno opposto. (altro…)

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Gaza

Colpi di cannone contro le aule che ospitano i rifugiati e sulla folla in cerca di provviste: uccisi donne e bambini.

GAZA – ALEGGIA nelle strade, nei vicoli, nei mercati e nelle scuole dell’Unrwa, dove forse sarebbe meglio alzare la bandiera bianca invece di quella blu dell’Onu. Questa guerra non risparmia niente e nessuno, tutti sono ormai sono solo un bersaglio anche durante la “tregua umanitaria”. Due stragi di civili innocenti con quaranta morti sono il tragico segnale di una guerra che nessuno sembra in grado di poter fermare.
A Gaza City, dopo una notte di bombardamenti, all’alba l’ululato lacerava le strade di una città fantasma mentre il rumore cupo delle esplosioni andava avanti a ritmo continuo nei quartieri e nei rioni a nord, Shajaya, Jabalya, Rimal. Tutte le ambulanze ancora disponibili correvano verso la scuola elementare femminile di Jabalya dell’Unrwa, dove un’umanità di 3.300 persone aveva cercato scampo dall’avanzare dei combattimenti, ammassati nelle aule e nel cortile. (altro…)

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SANTI e Madonne hanno sempre reso omaggio ai boss (e viceversa). La novità è che qualcuno, finalmente, ci fa caso e ci rimane male, e bastano un paio di telefonini occasionalmente non dediti al selfie per documentare gli inchini di vicolo e di contrada, come un paio di settimane fa in Calabria e ieri l’altro a Palermo. Va detto che anche la più severa delle religioni ha qualche difficoltà a selezionare i suoi fedeli. Alle funzioni e ai riti di ogni epoca e latitudine hanno certamente assistito notevoli mascalzoni. Gesù cacciò dal tempio non i delinquenti, ma i mercanti (anche se migliaia di preti, imam, rabbini, addetti ai lavori li hanno sempre fatti rientrare dalla porta di servizio, purché versassero il loro obolo). (altro…)

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La processioneGLI affiliati alle ‘ndrine rinchiusi nel carcere di Larino hanno deciso di non partecipare più alla messa. Da settimane attuano una sorta di sciopero
religioso.

DOPO la scomunica pronunciata da Papa Francesco per i detenuti è inutile — hanno detto al cappellano don Marco — andare a messa — È inutile quando si è stati esclusi dai sacramenti. L’anatema di Bergoglio è giunto potente e inaspettato nelle carceri che ospitano gli uomini di ‘ndrangheta. Gran parte del mondo ha interpretato la scomunica come una mossa teologica, un’operazione morale fatta più per principio che per reale contrasto alle organizzazioni criminali. Un gesto morale considerato importante per dare una nuova direzione alla Chiesa ma che difficilmente avrebbe potuto incidere nei comportamenti dei padrini, degli affiliati, dalla manovalanza mafiosa. Quale danno avrebbe mai recato ad un boss una condanna metafisica che non ha manette, non ha sequestri di beni, non ha ergastoli ma che semplicemente esclude spiritualmente dalla comunità cristiana e dai suoi sacramenti? (altro…)

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C’ È un cattolico a Padova? Che spieghi al sindaco leghista di quella città che rendere obbligatorio il crocifisso negli uffici pubblici è un atto odioso prima di tutto verso la fede cristiana? Imporre una religione o una cultura per via burocratica è la maniera più diretta per sminuirla, assoggettarla al potere civile, farne uno strumento politico. Almeno avesse, quel sindaco, il coraggio e la lucidità di rivendicare l’imposizione del crocifisso come un deciso gesto politico, schiettamente intollerante, ostile alla laicità dello Stato e indifferente alle altre fedi religiose. (altro…)

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