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Posts Tagged ‘scuola pubblica’

Aule fantasma“Non arrivano soldi e manca pure la palestra”.

L’ex scuola elementare “Giuseppe Parini” è un monumento silenzioso all’abbandono. Siamo a Roma, quartiere Montesacro, uno spiazzo di viale Tirreno. L’edificio sorge su un’isola di cemento, di fronte alle barriere metalliche dell’eterno cantiere della metro B1. È un palazzo diroccato, separato dall’esterno da un muro basso e ricoperto di scritte. Le finestre che affacciano sulla strada hanno sbarre arrugginite. I vetri sono rotti. È una scuola fantasma dal 2008. Il destino di questa palazzina è raccontato in modo beffardo dal colore delle sue pareti: tre quarti dell’edificio hanno una tinta gialla e fresca. Quando giri l’angolo vedi i muri mai ridipinti: arancioni, scrostati e cadenti. (altro…)

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In Germania l’Spd ha messo, tra le condizioni per la sua partecipazione alla grande coalizione, un investimento di 18 miliardi per la scuola pubblica, più 15 miliardi per il reddito minimo garantito, altri 10 miliardi per il sostegno alle madri in difficoltà economica e 7,5 miliardi in più per gli assegni familiari.

Dato per scontato quindi lo sfondamento del patto di stabilità nel 2014, si scommette tuttavia che gli investimenti di Stato producano una crescita economica che consentirà maggiori entrate nel 2015 e quindi il successivo rientro nei parametri.

Proprio come le larghe intese da noi, insomma: uguale uguale.

Da gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it

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Dal mondo della scuola, da Bologna e da Napoli, arrivano indicazioni significative per stabilire quale debba essere oggi la politica costituzionale, e che mettono in evidenza l’importanza delle iniziative dei cittadini e l’illegittimità di vincoli economici che possono pregiudicare i diritti fondamentali delle persone. Grandi questioni di principio entrano così, con la forza della concretezza, in una discussione costituzionale da troppo tempo confinata in astratte e rischiose operazioni di “ingegneria istituzionale”, con scarsa considerazione dei principi da rispettare e disattenzione crescente per le essenziali questioni dei diritti.
È ormai ben noto che un gruppo di cittadini bolognesi aveva promosso un referendum sul finanziamento pubblico alle scuole materne private, ricordando che l’articolo 33 della Costituzione riconosce il diritto dei privati “di istituire scuole senza oneri per lo Stato”. Veniva così messa in discussione una linea di politica scolastica nazionale e locale costruita negli anni da maggioranze diverse, che aveva aggirato la norma costituzionale riconoscendo ai privati cospicui finanziamenti. (altro…)

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Ci hanno provato in tutti i modi.

Con il sindaco, che prima snobba poi scende in campo vigorosamente contro i referendari, che nega l’election day e che decide che la consultazione avvenga tra mille difficoltà.
Con il PD, che impegna la sua capillare struttura cittadina come non avviene neppure quando nelle urne deve affrontare i suoi avversari politici.
Con PDL e Lega Nord, i presunti avversari politici, indistinguibili dal Pd nelle parole, nei toni e nelle argomentazioni.
Con ministri del governo delle ‘larghe intese’, quali il sussidiarista ciellino Maurizio Lupi (Pdl), ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, e Maria Chiara Carrozza (Pd), ministro dell’Istruzione.
E naturalmente con la Curia, che con i moniti del ciellino card. Caffarra e del capo dei vescovi card. Bagnasco, mobilita le parrocchie ma soprattutto ‘benedice’ politici e forze politiche che sostengono il finanziamento pubblico alle proprie scuole.
Uno schieramento che sulla carta rappresenta la schiacciante maggioranza dell’elettorato. (altro…)

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Alla faccia (di bronzo) di chi in campagna elettorale metteva sul piatto nuovi investimenti nell’istruzione! Chiusa la parentesi elettorale, in cui si è fatto a gara nel promettere “mari e monti”, si ricomincia con l’austerity che ci chiede l’Europa.

Riassumendo le ultime news, queste sono le sorti magnifiche e progressive per la scuola italiana e per chi ci lavora.

Operazione n. 1: avanti tutta con la spending review. Stipendi congelati fino al 2014 per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici (le retribuzioni sono ferme dal 2010 mentre tutto il resto è aumentato); nessuna possibilità di recupero di incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dal 2011; nessun riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale anche per gli anni 2013 e 2014; per il personale della scuola, confermato il blocco degli scatti di anzianità anche per il 2013. E qualora si arrivasse ad un rinnovo contrattuale, ci saranno da “assicurare” livelli di produttività e di qualità adeguati ai fabbisogni. Insomma dietro l’angolo si intravede solo l’incremento del lavoro, ma non del salario. (altro…)

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Studenti in piazzaSaranno di nuovo in piazza il 15 febbraio. Lo avevano già fatto a ottobre e novembre ed erano stati picchiati. Ora tornano alla carica contro i tagli e l’austerità. Sono i ragazzi dei movimenti studenteschi delle superiori, giovanissimi tra i 14 e i 18 anni, impegnati anima e corpo per ottenere un’istruzione migliore.

L’appartenenza a un ideale politico è già molto forte, in alcuni casi la “sinistra” e la “destra” sono più delineate e presenti che nella politica dei “grandi”. Ma la richiesta di fondo è quella di avere l’opportunità di continuare a studiare con dignità e di vivere dopo la scuola con altrettante prospettive. Di avere un futuro.

Come negli anni scorsi, come sempre è avvenuto nella vita della scuola pubblica italiana, gli studenti si sono mobilitati soprattutto contro i tagli, fatti da tutti i governi degli ultimi anni. I più eclatanti sono quelli di Mariastella Gelmini ma anche i governi di centrosinistra non hanno scherzato e Luigi Berlinguer lega il proprio nome a una brutta riforma. Hanno poi manifestato contro progetti più subdoli, come quello che porta il nome della ex deputata Pdl, Valentina Aprea, il cui iter parlamentare è stato bloccato.  (altro…)

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“SIAMO in piazza per protestare contro la legge che taglia i finanziamenti alla scuola pubblica: come facciamo ad andare avanti se nella nostra scuola non ci
sono abbastanza banchi?”.
Così uno studente di Torino giustificava la sua partecipazione allo sciopero europeo della scorsa settimana. Giusto un anno e mezzo fa siamo stati spettatori di una primavera araba con la quale assolutamente nessuno aveva fatto i conti. Di colpo, regimi autoritari crollarono sotto la spinta dei movimenti democratici di protesta organizzati dalla “Generation Global”. Dopo la primavera araba potrebbe arrivare un autunno, un inverno o una primavera europea? Gli scioperi delle ultime settimane ne sono stati i segnali?
Naturalmente, negli ultimi due o tre anni abbiamo visto ragazzi di Madrid, Tottenham o Atene protestare contro gli effetti delle politiche neo-liberali di risparmio e attirare l’attenzione sul loro destino di generazione perduta. (altro…)

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MIGLIAIA IN CORTEO PER DIFENDERE L’ISTRUZIONE PUBBLICA
PACIFICA ANCHE LA MANIFESTAZIONE DI CASAPOUND CONTRO MONTI.

“Semo venuti già menati”. É il cartello più gettonato, vero trionfo dell’ironia che ieri ha segnato la manifestazione di studenti, insegnanti precari, amici della scuola pubblica che per cinque ore piene ha attraversato la città. Lo sberleffo, l’ironia, la voglia di esserci e di non farsi sconfiggere dalla violenza, quella degli “incappucciati” che cercano lo scontro a tutti i costi e quella dei poliziotti che perdono la testa, hanno spazzato via d’un colpo tutti gli allarmi su quello che doveva essere il sabato nero di Roma. La mattina i Cobas della scuola in Piazza della Repubblica, gli studenti universitari e dei licei occupati in zona Piramide, nel pomeriggio il corteo dei fascisti di CasaPound e il presidio antifascista. Poteva succedere di tutto e invece… “Invece siamo qui, nonostante le minacce del ministro Cancellieri e le botte del 14 novembre”, dice uno studente universitario. “Per riprenderci la città, i luoghi della cultura e del sapere”, aggiunge una ragazza dietro lo striscione “Liceo Virgilio occupato”. (altro…)

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Cortei, sit-in, flash mob, attività ridotta: un’onda di contestazione che cresce in tutta Italia. I motivi del malcontento di ragazzi, insegnanti e genitori riguardano i tagli previsti dalla Legge di Stabilità. Rabbia anche per l’ipotetico innalzamento delle ore di lavoro settimanali dei docenti (da 18 a 24), che però pare in forse, e per il contenuto del ddl 953 (ex Aprea) che stravolge gli organi collegiali.

È UNA MOBILITAZIONE generale, larga. Una protesta che coinvolge centinaia di istituti scolastici, che sono stati occupati, in tutta Italia. Molte attività extradidattiche annullate: una sollevazione di voci che proviene dagli studenti, dai professori, di ruolo e precari, dal personale, dal mondo della scuola e universitario tutto. Contro i tagli previsti dalla Legge di Stabilità che “mortificano l’istruzione, l’offerta formativa” gridano gli oltre 5 mila in corteo oggi a Roma. Lo stesso pensano quelli di Bologna e quelli di Ostia, di Bari e Firenze, di Torino e di Milano: “Cosa ha pensato per risolvere il problema dell’edilizia scolastica il governo Monti? Quali proposte per abbattere il caro libri? A quando la riforma della classe docente? Siamo stanchi di essere presi in giro, di attendere che qualcuno si dia una svegliata e ci sembra che questo Ministro abbia meno risposte di noi”.  (altro…)

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In quarta elementare, quando le maestre proposero alla classe d’interpretare l’ennesima fiaba di Andersen per la recita di fine anno, un gruppetto di scolarette dissidenti di cui facevo orgogliosamente parte alzò la mano in segno di protesta.
Era il 1993. Le nostre insegnanti sgranarono gli occhi. Noi, con l’impertinenza tipica dei nove anni, ribattemmo che no, non volevamo saperne di principi e principesse. «Benissimo» risposero loro «organizzatevela voi, la recita “alternativa”». (altro…)

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Domenica sera ho condiviso con una trentina di temerari uno spericolato esperimento sentimentale: il raduno dei compagni di classe delle elementari. Erano quarant’anni e centomila capelli che non ci si vedeva e per farsi riconoscere ciascuno si era pinzato sul petto una targhetta con nome, cognome e una propria foto di allora. E’ stata una delle serate meno nostalgiche della mia vita: il passato da rammentare era così remoto che sembrava futuro. Si è parlato tantissimo di progetti e speranze, pochissimo di calcio, niente di politica. Ma si è parlato soprattutto della, e con la, Maestra. Era per i suoi 88 anni appena compiuti che avevamo apparecchiato lo spettacolo, salvo accorgerci in fretta che lo spettacolo era lei. Buona ma non debole, la schiena ancora dritta come i suoi pensieri. (altro…)

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SCUOLA ancora all’insegna del segno meno: meno sedi centrali e periferiche,meno istituzioni scolastiche, meno docenti“imboscati”, meno dirigenti e probabilmente anche meno insegnanti. Con la spending review (revisione della spesa) la scuola pubblica italiana si appresta all’ennesimo taglio. Dopo la cura da cavallo imposta dal precedente governo,anche Monti chiede all’istruzione statale sacrifici per risanare i conti pubblici. Sono quattro le leve che il governo conta di azionare per raschiare il fondo del barile: “snellimento della struttura centrale”, “riorganizzazione della struttura territoriale”, “razionalizzazione di distacchi e comandi” e “riequilibrio della rete scolastica regionale e della proporzione tra docenti e classi di alunni”.Ma i sindacati frenano. «Eliminare gli sprechi è doveroso – dichiara Francesco Scrima, segretario generale della Cisls scuola – ma lo è altrettanto assicurare al Paese un servizio pubblico di qualità. La scuola ha pagato un prezzo salatissimo,difficile pensare che le si possa sottrarre ancora qualcosa». (altro…)

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Ci sono circa 10 mila professori di ruolo da ricollocare. Patroni Griffi riapre la partita del settore pubblico: flessibilità in uscita al tavolo con i sindacati. Nel balletto di dichiarazioni del governo, Patroni Griffi aveva aperto all’applicazione dell’articolo 18 agli statali, scuola compresa, il ministro del lavoro, Elsa Fornero, aveva smentito, la stessa Fornero ha poi però ammesso che se ne potrebbe parlare. E da ultimo il ministro competente per il settore pubblico, Filippo Patroni Griffi, ha detto che sì, di flessibilità in uscita si parlerà con i sindacati al tavolo aperto a Palazzo Vidoni su contratti e relazioni sindacali. (altro…)

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Sempre meno uomini in cattedra: ma per gli studenti l’equilibrio con le donne è importante.

Un maestro è colui che, nella cornice di un relazione viva, risveglia in un altro essere umano forze e sogni potenziali e ancora latenti. Egli è chiamato a fare della propria unicità e del proprio intimo coltivarsi (la sua cultura) un dono al discepolo, che altrimenti non desidererà coltivare sé stesso, scoprendo chi è e che storia irripetibile è venuto a raccontare. Il maestro in sostanza è un pro-vocatore: uno che chiama l’altro ad assumere la propria vita come compito, come vocazione. Diventa te stesso, dice in ogni suo gesto e parola. Questo hanno fatto Socrate, Confucio, Cristo, Buddha, questo fanno tanti sconosciuti maestri nelle aule. Ma cosa autorizza un uomo o una donna a fare questo con un altro essere umano? (altro…)

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Mi chiedo se le parole di Maria Grazia Colombo, presidente dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), intervistata da La Stampa, siano più ridicole o più irresponsabili. In ogni caso non mi sembrano coerenti con l’orientamento religioso e morale della signora. Colombo afferma: “Proprio in questo momento di crisi economica, il sistema paritario costituisce un elemento di novità. Nonostante ciò, veniamo penalizzati”. Che il sistema paritario sia una novità è relativamente vero: facciamo i conti con questa realtà – che coinvolge soprattutto scuole cattoliche – dal 2000, quando con la L.62 le scuole private hanno potuto chiedere la parità con quelle statali. Quanti di voi, avendo deciso di non usare i trasporti pubblici, pretenderebbero il rimborso della benzina consumata per raggiungere il posto di lavoro? È ciò che le scuole paritarie hanno ottenuto e continuano a esigere, con lo Stato che – persino in un momento grave come quello che stiamo attraversando – concede loro finanziamenti, pur sottraendoli alla scuola pubblica, che esiste e offre un servizio per tutti. (altro…)

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Nell’anno scolastico 2009-2010 sono entrati in vigore i DPR n.89 e n. 81 recanti rispettivamente il Regolamento riguardante la revisione ordinamentale, organizzativa e didattica della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione e il Regolamento recante norme per la razionalizzazione della rete scolastica. In particolare già allora si preannunciavano come assai rilevanti per l’incidenza sulla natura e sull’organizzazione del servizio scolastico reso ai cittadini, le modifiche introdotte nel funzionamento della scuola primaria. Di qui il manifestarsi di una particolare attenzione per le modifiche riguardanti il tempo pieno e l’organizzazione didattica delle classi investite dal riordino. Nell’anno citato, per le prime classi, si trattava solo dell’introduzione del cosiddetto “maestro unico” e per le classi successive, dell’inizio dello smantellamento dei TEAM docenti (in genere tre docenti ogni due classi) e dell’eliminazione delle compresenze nel tempo pieno. (altro…)

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Parlare di educazione dell’infanzia significa tracciare la strada verso il futuro. Nella giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, ieri a Torino, abbiamo celebrato la prima conferenza nazionale per le politiche educative 0-6 anni. Hanno partecipato ai nostri lavori 250 esperti, amministratori locali, rappresentanti di associazioni e sindacati, educatori, insegnanti, pedagogisti. Questo Paese per tornare a crescere ha un estremo bisogno dei giovani e delle donne, proprio coloro che più sono stati umiliati dal ventennio berlusconiano. (altro…)

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La legge di stabilità, approvata come precondizione per l’uscita di scena di Berlusconi e della sua squadra di ministri, e le conseguenti modifiche che questa apporta nel bilancio del MIUR per il 2012, comportano per la scuola e l’università oltre un miliardo di tagli nella struttura della spesa in questi fondamentali settori. L’ultima riduzione della spesa per l’istruzione assomma a 1,07 miliardi rispetto all’assestamento 2011.

Il ministro uscente ha tentato con i suoi collaboratori di nascondere, soprattutto in questi ultimi mesi, che i provvedimenti governativi, partendo dal DL 78/2010 passando per il DL 70 del maggio 2011 per finire ai decreti D.L.98/11 e D.L. 138/11 dei mesi di luglio e agosto di questo anno, comportassero una riduzione di risorse per l’istruzione aggiuntiva rispetto a quella prevista, per gli organici, dall’art 64 del D.L.112/08. (altro…)

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Nell’ultimo decreto l’ex ministro ha fissato al ribasso i criteri di accesso del diritto allo studio. Nel testo anche un passaggio tutto dedicato alla «valorizzazione» dei collegi universitari privati. È l’ultimo colpo di coda del “fu” governo Berlusconi, con cui gli studenti, che oggi scendono in piazza in tutta Italia, dovranno fare i conti. Alla vigilia della “dipartita” da Palazzo Chigi, Mariastella Gelmini è riuscita ad aggiungere un altro tassello alla sua riforma, facendo approvare in extremis dal consiglio dei ministri di venerdì scorso, uno dei decreti più spinosi. Quello per fissare (al ribasso) i livelli essenziali nazionali del diritto allo studio (borse, reddito minimo per accedervi, strumenti per garantirle). Dentro, c’è il temuto aumento delle tasse regionali per il diritto allo studio. Alcune novità, che contraddicono quanto concordato con le Regioni. (altro…)

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