Una generazione cavia, che si è affacciata nel mondo del lavoro proprio mentre il mondo del lavoro veniva cambiato (più flessibilità, addio posto fisso) dalle riforme Treu e poi Biagi, e che ha cominciato anche solo a immaginare una pensione proprio mentre la legge Fornero già gli aumentava l’ età pensionabile…
«Generazione Y», ma per alcuni demografi il termine giusto è un altro: generazione cavia. La linea d’ ombra che divide i salvati (ma con gradazioni molto diverse) dai perduti è il 1980. Quelli nati dopo sono le cavie che rischiano di pagare il conto per tutte le sbornie delle generazioni precedenti.
E di lavorare più del doppio rispetto ai loro stessi genitori, molti dei quali – mezzo milione di attuali pensionati – godono di un assegno previdenziale addirittura da 36 anni. È il mix micidiale tra riforme del sistema pensionistico, intermittenza del lavoro e un decennio di crisi economica a proiettare sempre più lontano il miraggio di una pensione pubblica per gli «Eighties». (altro…)