BRUXELLES – È stata una giornata e una nottata di negoziati e di discussioni convulse: l’ennesimo braccio di ferro tra Atene e Bruxelles. E alla fine la lista di nuove misure che il governo greco avrebbe dovuto presentare entro ieri all’approvazione della Troika Fmi-Bce-Commissione è slittata a questa mattina. Segno di per sé non negativo, in quanto testimonia la volontà di Tsipras di arrivare con una lista di misure già preventivamente condivise, che possano essere approvate oggi dai ministri europei con una teleconferenza, senza convocare una nuova riunione a Bruxelles. «I creditori — ha detto il ministro Varoufalis — ci hanno chiesto di aspettare fino a domani».
Ma la definizione di un compromesso tra il governo di Syriza, che deve in qualche modo dare un segnale di aver recepito il malumore della propria base elettorale, e la Commissione, che deve tenere in conto le intransigenze tedesche per evitare una bocciatura che condannerebbe la Grecia alla bancarotta, resta molto difficile. E comunque, se anche oggi si dovesse arrivare al sospirato via libera, la questione greca è destinata a turbare i sonni dei ministri europei ancora per molti mesi. «L’Europa ha ottenuto solo una pausa per tirare il fiato, niente di più, e certamente non una soluzione definitiva. Adesso la palla è nel campo del governo di Atene», ha avvertito ieri il vice-cancelliere tedesco Frank-Walter Steinmeier, ministro dell’economia e leader dei socialdemocratici alleati di Angela Merkel.
Secondo indiscrezioni pubblicate dalla Bild, Tsipras conta di presentare un piano di misure che dovrebbero consentire un risparmio di circa sette miliardi di euro: circa due miliardi deriverebbero dalla lotta al contrabbando; due miliardi e mezzo da una tassa patrimoniale sulle grandi fortune e altrettanti dal recupero dei debiti fiscali delle imprese.