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Posts Tagged ‘udc’

ROMA . Il via libera lo ha strappato in queste ore Angelino Alfano a un (finora) riluttante Pier Ferdinando Casini. «Solo così potremo contare di più, Pier, tra Renzi e Salvini si è aperta una prateria, ora o mai più». I gruppi unici sempre annunciati e mai realizzati tra Nuovo centrodestra (31 senatori e 27 deputati) e quel che resta dell’Udc (6 senatori e 4 deputati) prendono alla fine il largo. Troppo ravvicinata la scadenza dell’elezione del capo dello Stato e, qualche mese dopo, del voto in sette regioni per non unire le forze, pesarsi e soprattutto proporsi come qualcosa di nuovo.

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Casini - BerlusconiSc: il solito trasformista. Dellai: noi popolari con i riformisti
Le alleanze.

ROMA— Alfano lo accoglie a braccia aperte: «Bentornato nel centrodestra, insieme batteremo la sinistra». Pier Ferdinando Casini, che dichiara chiusa la stagione del centrismo e nell’intervista a “Repubblica” dichiara la sua scelta bipolarista, ritrova i compagni di strada di un tempo ma rompe del tutto con gli ex di Scelta Civica («il solito trasformista ») e non convince nemmeno tutti i “suoi” Popolari per l’Italia. Che infatti al momento non lo seguono, «per ora restiamo dove siamo — dichiarano Olivero e Dellai — e comunque poniamo un confine invalicabile a destra». Gelide le reazioni di chi invece al progetto centrista ancora crede, come Enzo Carra, «Casini cerca solo un posto da Berlusconi». L’annuncio che il vecchio sogno di rifare la Dc è andato in frantumi, e che se ne torna perciò nel campo del Nuovo centrodestra e di Forza Italia, viene salutato con grande entusiasmo dai forzisti. (altro…)

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FlopIl sorriso è quello di chi cerca un premio di consolazione: “A b b i amo ottenuto un risultato soddisfacente, tre milioni di persone hanno votato per noi”, dice Mario Monti a tarda sera, quando raggiunge il comitato elettorale al terzo piano di un edificio storico del centro di Roma, proprio davanti a Palazzo Chigi. “Ci stimavano un po’ più alti”, ammette. E anche lui ci sperava. CONVINCERLO a parlare è stata un’impresa difficile per i suoi. Il leader di Scelta civica è rimasto chiuso per tutto il giorno nel suo appartamento da premier, godendoselo per quelle che potrebbero essere le ultime ore. Mentre nelle stanze di fronte non c’è mai stata aria di festa. Il portavoce nazionale della lista, Lelio Alfonso, è l’addetto a mantenere un basso profilo in diretta tv. Andrea Romano, candidato alla Camera in Toscana, fa training autogeno: porta con sé il libro “Keep calm and carry on, good advice for hard times”, mantieni la calma e vai avanti, consigli per i tempi duri. Potrebbe averne bisogno. (altro…)

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Tra i 29 indagati dell’opposizione ci sono molti esponenti democratici, tra cui il rottamatore Civati. Nel partito esplode la questione morale: “Ma non è nulla di paragonabile allo scandalo Pdl-Lega”.

Tra imbarazzi e confusione il centrosinistra tenta la difesa.

Poco a che vedere con le spese pazze del centrodestra, ma nel centrosinistra si apre il dilemma. Pippo Civati, rottamatore della prima ora e candidato alla Camera: “Stiamo valutando anche un’ipotesi di sospensione temporanea della campagna elettorale”. Ma Il capogruppo Pd, Luca Gaffuri, congela l’ipotesi: “La linea ufficiale è quella di Ambrosoli. Andremo dai magistrati e spiegheremo”.

Sospendere la campagna elettorale o proseguire seguendo la linea Ambrosoli: dimissioni in caso di rinvio a giudizio. Il centrosinistra lombardo prova una difesa tra imbarazzi e confusione. Le spese contestate ai consiglieri dell’opposizione, 29 in tutto quelli iscritti dalla Procura di Milano, sono di entità inferiore, per esempio, rispetto ai 6000 euro spesi (e poi restituiti) dal leghista Galli per il matrimonio della figlia o i quasi 1000 euro spesi dalla Minetti per una cena al Principe di Savoia. Ma pongono immediatamente un dilemma morale e politico:  si può fare la campagna elettorale con un avviso di garanzia in tasca? Il centrosinistra dovrà stabilire se un invito a comparire davanti ai magistrati è una patente di impresentabilità tale da compromettere le candidature, quelle regionali ma soprattutto quelle per un seggio a Roma che sono vincolate alle preferenze. (altro…)

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berlusconi-monti-interna-newIl Cavaliere vuole rubare voti al centro per strappare un pareggio a Palazzo Madama ed essere determinante. Intanto mobilita Mediaset. Oggi Monti al Colle. Possibile voto il 10 marzo.

Il Cavaliere si è fatto i conti, sondaggi alla mano: rubando una fetta di elettorato all’Udc in netto calo di consensi può diventare fondamentale a Palazzo Madama per la formazione della nuova maggioranza. Con una campagna all’attacco del rigore di Monti e dei diktat europei.

Il Cavaliere è tornato ad essere l’uomo nero della democrazia italiana. E i sondaggi sono lì a dimostrarlo. Il 73% degli elettori del centrodestra, secondo l’Swg, vorrebbe averlo fuori dai piedi. Così come il mondo intero, partendo dall’Europa e dalla signora Merkel, pronti a mettere in campola vecchia teoria del biasimo che esplose nel vertice di Cannes del 2011 e a cui seguirono tattiche di isolamento dell’Italia e di irrisione del governo. Con lo spread che non conosceva sosta nella corsa verso l’alto. (altro…)

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La presidente della Regione dà l’addio alla presidenza dopo che anche l’Udc ha chiesto nuove elezioni. Casini: “Restituire la parola ai cittadini”. Alfano e il Pdl hanno resistito fino all’ultimo, ma il partito di Berlusconi ormai batte in ritirata: “Rifondare tutto”.

Renata Polverini lascia: “Comunico ciò che ho detto ieri a Napolitano e poi a Monti le mie dimissioni irrevocabili da presidente della Regione Lazio”. La decisione è stata presa dopo gli sviluppi che rendono concreto il raggiungimento dei 36 consiglieri dimissionari, con l’Udc che ha annunciato alla presidente della Regione l’intenzione di ritirare la fiducia dei suoi consiglieri, quello di Fli si è dimesso e quello dell’Api ha dato la sua disponibilità. Ma non solo: sarebbero spuntati anche alcuni documenti che dimostrerebbero come la governatrice non potesse non sapere l’entità del denaro riservato ai gruppi consiliari. La presidente ha già comunicato la sua decisione alla giunta. Secondo quanto scrivono le agenzie di stampa la Polverini darà l’annuncio pubblico a breve. (altro…)

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Ma ogni partito la vuole tagliata su misura. 

Il Pdl potrebbe rinunciare alle preferenze (gli ex An, però, non sono d’accordo). In cambio il Pd dovrebbe accettare che il premio di premio di maggioranza vada al primo partito, non alla coalizione. Casini, invece, punta a una norma che permetta di formare le alleanze di governo solo dopo il voto.

Solo una settimana fa il Pd minacciava la crisi di governo sulla legge elettorale, adesso i “rumors” del Parlamento parlano di accordo possibile e questa settimana si capirà davvero, forse in modo definitivo, se a settembre potremo dire addio al Porcellum. Sempre che, poi, non si finisca dalla padella nella brace. E’ dunque una settimana clou, quella che si apre, per il futuro dell’accordo politico che dovrebbe portare a voltare pagina. Persino quel Bersani furioso di qualche giorno fa, prima del fine settimana si è mostrato ottimista sull’accordo, ha parlato di possibili “novità” nei prossimi giorni. (altro…)

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I partiti italiani tentano di prefigurare gli scenari del nostro futuro, ma l’impressione è che il gioco del potere sia ormai sfuggito di mano alla classe politica. Bersani cerca di ricostruire un centrosinistra senza i difetti che fecero tramontare l’esperienza governativa di Prodi. Berlusconi, annunciando il suo sesto ritorno in campo, vuole impedire al leader democratico una vittoria con una grande maggioranza parlamentare. Casini spera di acquisire una posizione che possa condizionare entrambi gli schieramenti. Mosse e contromosse che, spostando lo sguardo verso un orizzonte lontano, vorrebbero mascherare la consapevolezza di quello vicino, quello che vede tutte le decisioni che conteranno nel futuro degli italiani fuori dall’arco delle Alpi. Verdetti che arriveranno da Francoforte e da Bruxelles, da Berlino e, magari, addirittura dalla Finlandia. (altro…)

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Abc otto mesi dopo.

Era l’inizio di dicembre quando Michele Salvati, sul Corriere, scrisse un ottimo articolo sui partiti che avevano appena rinunciato a fare politica direttamente, delegando le scelte operative al governo dei tecnici. Ora che i partiti e il Parlamento hanno molto più tempo libero, diceva in sostanza Salvati, ne approfittino per esaminare i loro errori, riformarsi profondamente, ritrovare sintonia con i loro elettorati, proporre al Paese riforme forti su temi importanti come il sistema elettorale, il conflitto di interessi, la delottizzazione della tv pubblica.

Viene da ridere – ma anche da piangere – a rileggere l’articolo di Salvati otto mesi dopo.

Perché, nell’ordine, abbiamo visto: il Pdl diventare una Bosnia di correnti più o meno ridicole – dai cani della Brambilla al ‘no euro’ della Santanchè – in ogni caso con l’unico obiettivo dell’aggrappamento disperato alle poltrone traballanti; il Pd perdersi definitivamente nella deriva centrista, incapace di proporre qualsivoglia opzione alternativa alla gestione del presente, determinato a nulla tranne che a non volerci rivelare con chi si alleerà e per fare cosa; last and least, si sono perse le tracce del famoso polo di centro, forse perché si è scoperto che nel Paese non se lo filava nessuno, quindi Rutelli e Fini desaparecidos e Casini pronto a ripararsi sotto l’ombrello del futuro vincitore.

Nel frattempo: di riforme interne ai partiti manco l’ombra, legge elettorale non pervenuta, conflitto d’interessi ah ah ah nessuno si ricorda nemmeno cos’è, e tivù pubblica rilottizzata come sempre.

Intanto il tempo di cui parlava Salvati è già trascorso per metà. E la metà che manca sarà già di campagna elettorale.

Buona fortuna a chi spera ancora che accada un miracolo.

Da PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli.

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Napolitano è in pressing per una nuova legge elettorale. Il motivo di questa fretta improvvisa dopo sette anni di letargo al Quirinale, il call center di Mancino, dove i boom non si sentono mai, è apparentemente ignota. I partiti di governo eseguono gli ordini del presidente della Repubblica nell'”interesse del Paese“. La “grande coalizione” pdl, pdmenoelle, udc che tiene in vita Monti vuole cambiare le carte in tavola. Sono come dei vecchi bari colti sul fatto. L’obiettivo non è migliorare il Porcellum che fu da loro voluto e applicato nelle elezioni del 2006 e del 2008. Infatti, né Prodi, né Berlusconi hanno mai messo all’ordine del giorno la sua abolizione. L’obiettivo è far quadrare i conti senza l’oste, senza il MoVimento 5 Stelle. La legge elettorale dovrebbe essere materia di referendum, non discussa in segrete stanze. Il conflitto di interessi è palese: chi viene eletto decide come farsi eleggere, il tutto a pochi mesi dalle elezioni. (altro…)

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“Lunedì in Consiglio dei ministri il governo farà il decreto”. È Carlo Vizzini, relatore dimissionario del ddl sulle riforme costituzionali ad annunciarlo in Commissione. Sta parlando dello sbandierato dimezzamento della rata dei rimborsi ai partiti per il 2012 – ben 180 milioni di euro e rotti complessivi – con la conseguente destinazione dei soldi risparmiati – 91 milioni di euro – ai terremotati dell’Emilia. Vizzini annuncia che ad annunciarglielo è stato il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Strana soluzione: che c’entra la Funzione pubblica con i partiti? Peraltro, tra tutti i Cdm possibili, quello di lunedì promette di essere tra i più movimentati, visto che dovrà “fronteggiare” i risultati del vertice europeo. Solo l’ultima barzelletta (e l’ennesimo rimando) di una storia che più si va avanti più diventa surreale: approvare in via definitiva il ddl che taglia il finanziamento, dopo il sì di Montecitorio, sarebbe dovuto toccare al Senato. Ma la cosa è andata per le lunghe, tanto che è stato lanciato l’allarme: mancano i tempi tecnici per riuscire ad approvare il testo in tempo da bloccare la legge. Scadono all’inizio di luglio, tuonano i Radicali. (altro…)

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“.. anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti”.

La canzone di maggio di De Andrè recitava più o meno così.
Dobbiamo pensare questo dopo l’ennesima occasione sprecata dal parlamento di dare un segnale al paese.
L’ennesimo accordo PDL, Lega con UDC e qualcuno del PD salva dall’arresto il senatore De Gregorio.
Che, dopo aver festeggiato alla bouvette, si difende dicendo che tanto è la sua ultima legislatura.

Tutto questo dopo le nomine di personalità con competenze riconosciute e indipendenti dalla politica all’AGCOM e all’authority sulla Privacy: un medico dermatologo alla privacy, un professore di telecomunicazioni vicino a D’Alema, un manager di Publitalia chiamato a vigilare sulle televisioni…

Tutto questo dopo le promesse non mantenute sulla riforma della legge elettorale (e il referendum affossato).
Le promesse di una riforma sui finanziamenti ai partiti.
Dopo la parata del 2 giugno che si poteva evitare.
Ora l’ennesimo parlamentare salvato con votazione segreta in Senato.

Nello stesso giorno in cui il presidente della Lombardia viene salvato dalla Lega(non si sa mai che poi il PDL faccia lo sgambetto in Veneto e Piemonte) e il governo va sotto sulla spending review su una proposta del gruppo Coesione nazionale, che in realtà è contro la costituzione, dunque non andrà in porto.

Almeno avessero il buon gusto di non nascondersi dietro le frasi di circostanza o la fumosa questione dell’antipolitica.
Putroppo questi partiti, rappresentanto solo se stessi.

Da unoenessuno.blogspot.it

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La vera domanda, attorno ai cosiddetti misteri vaticani, è quanto ancora possono incidere, i maneggi e le lotte intestine di quegli anziani prelati, sulla vita della società italiana. Nel resto del mondo il loro peso politico è ormai vicino allo zero: la stampa estera ne parla, in genere, con divertito esotismo, come se noi parlassimo degli intrighi alla corte del marajah. Del resto, sela Chiesaromana avesse inteso – anche solo per marketing – coronare l’avvento di due papi stranieri concedendo più potere e visibilità ai porporati d’Asia, d’Africa e delle Americhe, forse il mondo la considererebbe quell’istituzione internazionale che pretende di essere. Invece, così come stanno le cose, con quel Bertone che si occupa soprattutto dell’Udc, si capisce che “romana” vuol dire proprio romana, soltanto romana. (altro…)

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Voto a rilento. “Ostruzionismo Pdl in commissione”.

In un’ora e mezzo di seduta la commissione è riuscita solo a bocciare un emendamento. Il Pd: “Vogliono portare in Aula il testo Alfano”. Napoli (Fli): “Comportamento vergognoso”. La presidente Bongiorno si dice preoccupata. La replica: “Oggi il partito dei neo-giustizialisti ha mostrato il suo vero, disarmante e spaventoso, volto”.

Lavori a rilento sul disegno di legge anticorruzione. In un’ora e mezzo, stamani, le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno votato un solo emendamento a causa della raffica di interventi da parte soprattutto del Pdl. Da Pd, Udc e Idv arriva l’accusa di ostruzionismo. La presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, sottolinea: “La mia preoccupazione non è venuta meno, anzi è maggiore di prima”. Il disegno di legge è infatti calendarizzato in Aula per il 28 maggio. “Reputo importante – ha aggiunto la Bongiorno – approfondire il ddl e andare in Aula in tempi utili. Chiederò la dilatazione delle sedute sperando che la seduta di giovedì col ministro sia chiave per procedere”. (altro…)

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Quando ho visto ieri i primi titoli sul Web – ma anche oggi,  le prime pagine dei quotidiani – ero ancora convinto che si trattasse di un’esagerazione dei colleghi: si sa che noi giornalisti ci prendiamo troppe libertà.

Voglio dire, non mi sembrava davvero possibile che Alfano, Bersani e Casini avessero usato l’aggettivo «drammatico» per definire un ipotetico azzeramento dei finanziamenti pubblici ai loro partiti.

No, non mi sembrava possibile che la sintonia con i cittadini fosse così scarsa.

Davvero. (altro…)

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Via l’obbligo di coalizione e mini-taglio dei seggi. Prime intese tra Alfano, Bersani e Casini. Tra gli elementi condivisi la riduzione dei seggi (500 seggi alla Camera, 250 al Senato), l’indicazione del candidato premier, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna. Giallo preferenze, il Pd: “Non ne abbiamo parlato”. Napolitano esprime apprezzamento. L’Idv: “Truffa elettorale”.

Il vertice Abc ipoteca il Parlamento. Il vertice della maggioranza che sostiene il governo di Mario Monti ha disegnato, tra l’altro, i contorni della nuova legge elettorale. Via il Porcellum di Roberto Calderoli.  Tuttavia ci sono elementi che delineano diversi vantaggi per i partiti più importanti. L’obbligo di coalizione, innanzitutto, diventerà facoltativo: le forze politiche che vorranno rendere chiare le alleanze lo faranno, ma non sarà obbligatorio. Resta l’indicazione del presidente del Consiglio. Restano invariati anche la soglia di sbarramento e il premio di maggioranza. Ai partiti più piccoli, invece, è garantito un non meglio precisato (per ora) “diritto di tribuna”. In definitiva, comunque, si torna a un sistema proporzionale “secco”, anche se per la forza che avrà più voti ci sarà un premio di governabilità in termini di seggi. (altro…)

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Quella che è stata una storica showgirl dei canali Mediaset. Quella che ha camminato sui carboni ardenti, cavalcato tori imbizzarriti e speronato autobus romani con la sua Porsche. Quella che si è lanciata con il paracadute e fatta ipnotizzare da Giucas Casella. Quella che poi è entrata in Forza Italia, e voleva spazzare via i libri di storia che gettavano fango sul Premier. Quella che Internet andava imbavagliata e che Madonna aveva un ufficio stampa comunista. Quella che “per i miei figli adolescenti il Cavaliere è un mito perché parla una lingua che loro conoscono, racconta le barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale”. Ecco. Nel momento più difficile, è passata all’Udc.

L’Onorevole Gabriella Carlucci ha abbandonato Silvio Berlusconi. Ripeto. Gabriella Carlucci.

nonleggerlo.blogspot.com

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