L’intercettazione: “All’ex Nar i lavori nel carcere di Frosinone grazie ai legami con la direttrice”. Ma lei smentisce: falsità.
ROMA – L’inchiesta era iniziata proprio con lui. Luigi Ciavardini, l’ex terrorista dei Nar condannato per la strage di Bologna. E ora, dalle intercettazioni, spunta anche il suo nome: Carminati e i suoi dicono che aveva appalti con il carcere di Frosinone per via dei suoi rapporti con la direttrice. Ciavardini, dopo aver scontato la sua pena, oggi si occupa di un’associazione, Gruppo Idee, che ha come obiettivo il recupero dei detenuti. E basta vedere il sito per capire che sono diversi i nomi, e le partnership, che tornano: una su tutte Ama, la municipalizzata dei rifiuti finita nell’occhio del ciclone per i rapporti con Massimo Carminati e il ras delle cooperative Salvatore Buzzi. Sono loro, secondo la procura, i due personaggi chiave dell’inchiesta, ora entrambi trasferiti per «incompatibilità ambientale». Buzzi da due giorni è in un carcere nel nuorese, mentre proprio ieri il “Guercio” ha lasciato Regina Coeli alla volta di Tolmezzo. Una decisione, spiegano fonti del Dap, di routine perché i componenti dell’associazione mafiosa non potevano essere tutti detenuti nello stesso carcere.
E, per di più, il reato che viene loro contestato richiede strutture di massima sicurezza.
Ciavardini, dunque. L’inchiesta è partita proprio da un inseguimento tra l’ex Nar e i carabinieri. E a lui, ora, torna. Risale al 7 febbraio del 2013 una conversazione tra Carminati, il suo fedelissimo Riccardo Brugia e l’imprenditore Mario Zurlo (anche loro con un passato nei Nar). «L’altro giorno è passato Luigi (Ciavardini, scrivono i carabinieri del Ros, ndr) per farmi gli auguri e stava con una bionda in macchina, rideva». Brugia chiede se fosse un trans. «No — risponde Zurlo — è il direttore del carcere di Frosinone, se la stava portando a casa… gli ho detto di stare attento perché il giorno che non te la porti più a casa questa te leva la semilibertà… quella è una dipendente del ministero degli Interni». I due fanno alcuni apprezzamenti sull’aspetto della donna («non è male, è carina») e, poi, Zurlo continua a parlare di Ciavardini: «Con la sua cooperativa sociale sta facendo tutti i lavori intorno al carcere, gli pulisce l’erba… c’ha tutto il verde esterno».
L’ex terrorista di Bologna ha negato qualsiasi legame con Mafia Capitale. «Siamo sempre stati lontani da chi quelle cooperative le ha gestite e da chi possa aver avuto rapporti con loro. Non sono Buzzi. Io faccio attività di volontariato per il reinserimento dei detenuti, il progetto era con il comune di Frosinone. Le mie frequentazioni con le direzioni di diversi carceri sono all’ordine del giorno». Così anche Silvia Pesante, ex direttrice del carcere di Frosinone. «È una enorme falsità. Io con la 29 giugno non ho mai lavorato ». Dopo aver gestito il penitenziario laziale, Pesante era stata trasferita a quello di Sulmona. Due giorni fa è stata sostituita. «Un normale passaggio di consegne, ero lì provvisoriamente », ha detto. Anche se nella cittadina abruzzese la notizia è arrivata all’improvviso.
I rapporti dell’ex Nar con il Comune erano stati oggetto di discussione nel 2012. L’assessore capitolino ai Lavori Pubblici Paolo Masini, all’epoca consigliere comunale Pd, aveva presentato insieme al collega Dario Nanni, un’interrogazione per chiedere come mai Ciavardini frequentasse spesso gli uffici dell’assessorato all’Ambiente guidato da Marco Visconti, anche lui indagato nell’indagine della procura. D’altronde, come ha teorizzato proprio Carminati: «È normale che hai più feeling con un vecchio camerata. Molti adesso sono diventati politici, però è tutta gente cresciuta in quell’ambiente e questi rapporti rimangono. E negli anni, se chiedi un favore, è facile che hai rispondenze quando c’hai un appoggio di questo tipo».
Da La Repubblica del 14/2/2014.
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