Non è escluso che anche l’albero Spelacchio diventi un caso giudiziario, in conseguenza del recente interessamento dell’Autorità anticorruzione.
Particolarmente impressionante è scoprire che, tra le norme e i princìpi di rettitudine violati per l’occasione, ci sia anche “l’obbligo di rotazione” per la fornitura di abeti natalizi, oppure per il loro accudimento e annaffiatura, non si capisce bene. Cioè: nel caso la ditta Abeti&Betulle fornisca un ottimo servizio, l’anno dopo dovrà comunque cedere il passo alla ditta Betulle&Abeti, a sua volta da rimpiazzare dodici mesi dopo, quando arriva il turno della Pino Corporation?
Senza niente da eccepire sulla liceità e la funzionalità di leggi e regolamenti (ben più fitti, si sa, del fogliame di Spelacchio), la domanda è: voi fareste il sindaco? Io no.
Oppure lo farei dichiarando in anticipo agli elettori: sappiate che non firmo niente, neanche un papello minimo, non firmo niente e non decido niente, mi affaccio al balcone del Municipio e saluto la folla, niente altro, arrangiatevi voi con Procura, polizie varie, autorità di controllo, ispettori e revisori, per non dire del Tar. A questo proposito sorprende non avere ancora notizie di quanto su Spelacchio abbia deliberato, o stia per deliberare, il Tar del Lazio, che sta alle questioni giudiziarie italiane come Elvis Presley sta al rock’n’roll. A meno che stia scritto, in qualche delibera, che il Tar del Lazio è competente solo per gli abeti non del Lazio.
Oppure a rotazione con il Tar del Veneto.
Da La Repubblica del 12/01/2018.
Ma che hai detto? Dove vuoi arrivare? Quale insegnamento dovremmo trarre da questa…?