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Archive for marzo 2013

Giorgio Napolitano di peggio non poteva fare. A coronamento di un brutto settennato, che solo una Casta politica e giornalistica sempre più scollegata dalla realtà riesce a continuare a osannare, il futuro ex presidente della Repubblica affida a dieci supposti saggi il compito di concordare un pugno di riforme istituzionali ed economicheTra di loro non ci sono donne e non ci sono giovani. In compenso nell’elenco compaiono cariatidi in politica da 40 anni e dinosauri dell’italica burocrazia.

Ci sono garanti nominati alla testa delle loro Authorithy (Giovanni Pitruzzella) non per la “notoria indipendenza” o per la specifica competenza, ma perché legati da rapporti di amicizia e professionali con l’attuale capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani. Ci sono parlamentari (il leghistaGiancarlo Giorgetti) che conoscono le regole dell’omertà da quando hanno ricevuto e poi restituito – senza denunciare nulla – una busta piena di soldi gentilmente portata dall’ex big boss della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani; ex magistrati di sinistra folgorati dalla politica (Luciano Violante) e specializzati nel compromesso opaco alle spalle di elettori e cittadini. Poi, ovviamente, c’è Gaetano Quagliarello, passato con nonchalance dalle file del Partito Radicale ai banchi del Pdl da dove, dopo la morte di Eluana Englaro, dava degli assassini agli avversari. (altro…)

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I saggi

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Il giudice: no ai domiciliari. Giovanardi shock: le vittime sono loro.

BOLOGNA— Il giudice di sorveglianza bolognese Antonia Abiosi, con motivazioni durissime e destinate a surriscaldare di nuovo gli animi, ha negato la detenzione domiciliare a due dei tre poliziotti in carcere per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi. «Non hanno ancora compreso la gravità delle loro azioni. Non ci sono le condizioni per un percorso esterno positivo». Sono «servitori dello Stato» che hanno portato alle estreme conseguenze «l’uso dei mezzi di violenza personale contro un ragazzo, solo, disarmato e in stato di agitazione confusionale», con «la totale assenza di segnali atti ad indicare una presa di distanza critica» dall’accaduto. (altro…)

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Tram, fabbriche e gente di periferia l’arte perduta della canzone popolare.

LA MILANO che ha raccontato, l’umanità che ha raccontato, camminava lungo i suoi stessi marciapiedi, rasentava gli stessi muri di fabbrica, saliva sul suo stesso tram, tirava tardi negli stessi cine e nelle stesse trattorie fumose. Aveva la sua stessa faccia pallida e notturna, la favella poco tornita e spesso difficoltosa dei non-signori, quei modi da bar prima dell’orario di chiusura. Enzo ci era cresciuto, ci viveva in mezzo, era fatto di quella stessa materia. Per questo non gli servì mai appigliarsi ad alcuna retorica, tantomeno quella politica. Era un uomo di sinistra, ma gli riuscì di cantare il popolo senza mezzo pretesto celebrativo, senza mezza intenzione ideologica. L’arte di Jannacci è la prova provata che “popolare” e “populista” non sono sinonimi. Sono, semplicemente, l’opposto. (altro…)

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Trattamento economico dei Deputati.

La proposta presentata da Di Maio, Mannino e Fraccaro prevede il dimezzamento dell’indennità dei deputati a 5mila euro e un drastico taglio a diaria e rimborsi, senza più forfait. Azzerati i compensi aggiuntivi per vicepresidenti, questori e segretari. Non sono previsti licenziamenti tra il personale addetto alle segreterie. Leggi i documenti integrali.

La prima proposta per far fede al programma elettorale è stata presentata. Il Movimento 5 stelle ha inviato a Laura Boldrini e al collegio dei Questori di Montecitorio un “piano di risparmio” annuo di 42 milioni di euro l’anno per gli “onorevoli cittadini”. (altro…)

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AlfanoALFANO: “GOVERNISSIMO O VOTO”. IL TIMORE DI CONTARE MENO SUL QUIRINALE.

Sulla carta era la migliore soluzione possibile. Il Pdl con la mossa di Giorgio Napolitano riacquistava la tanto reclamata “pari dignità” con il Pd, portava a casa tre saggi d’area (Gaetano Quagliariello, Giovanni Pitruzzella e Mario Mauro che, sebbene montiano ancora legato al centrodestra) e un leghista (Giancarlo Giorgetti) più il costituzionalista che ha detto che Silvio Berlusconi non è ineleggibile (Valerio Onida).

MA LA VERITÀ è ben diversa. Dietro alla nomina dei due gruppi ristretti il Pdl vede aleggiare lo spettro di un nuovo governo tecnico, dell’isolamento nelle trattative per il Quirinale, per non parlare della difficoltà di digerire una prorogatio dell’esecutivo in carica guidato da Mario Monti che alle elezioni ha preso il 10%. “Delle due l’una: o un governo politico di grande coalizione o subito al voto” ha detto il segretario Angelino Alfano “la prima ipotesi però è un accordo pieno, politico e di legislatura – precisa – altrimenti la strada maestra è quella di tornare subito alle urne, senza frapporre alcun indugio”. Una posizione netta, soprattutto per quanto riguarda lo scenario di un Monti bis o simili: “Ci aspettavamo le dimissioni di Napolitano, un’accelerazione sul voto del suo successore e poi le elezioni” dice Maurizio Gasparri, “non si sognassero esecutivi tecnici, tipo un governo Onida, perché noi non voteremo mai dotti, medici e sapienti, alchimisti o giureconsulti. (altro…)

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TARANTO – SE A Roma si procede come alla corte di Bisanzio, che cosa succede della colonia tarantina? I giorni più veri qui sono quelli della Passione.

Le estenuanti processioni ondeggianti dei perdoni scalzi e incappucciati, i pellegrinaggi ai sepolcri, uomini che venerano una madre addolorata. Poi, festa e resurrezione arrivano quasi come un complemento minore alla commemorazione. Guai a perdere la speranza, dice il vescovo, in un’omelia-arringa da pubblico accusatore: la salute viene prima di tutto, Dio maledice quelli che possono fare e non fanno. Gli accusatori pubblici laici sono provvisoriamente in silenzio, il loro tribunale ostruito dal processo di cronaca nerissima, intanto i capi dell’Ilva hanno provveduto a denunciare al competente tribunale di Potenza la giudice Todisco e i suoi custodi giudiziali. (altro…)

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BersaniBERSANI IERI ASPETTAVA ANCORA UNA TELEFONATA DI NAPOLITANO, MA LA SUA LINEA È FALLITA. MOLTI PRONTI A SALTARE SUL CARRO DEL GOVERNO DEL PRESIDENTE.

Pier Luigi Bersani ieri pomeriggio ancora aspettava una telefonata definitiva di Napolitano che gli comunicasse ufficialmente come interpretare la sua posizione. Prima pre – incaricato, poi congelato. Poi forse dimissionato in diretta tv. Oppure congelato fino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. E poi chissà, come ieri almanaccava qualche bersaniano. Il segretario democratico era partito per Piacenza perché Napolitano gliel’aveva detto, che non se ne faceva nulla. Quanto meno nell’immediato. E lui Pier Luigi era ancora appeso a un filo. Un filo che immediatamente dopo le comunicazioni mattutine del Colle alcuni vicinissimi interpretavano come l’approdo delle due commissioni descritte da Napolitano. (altro…)

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E COSÌ Giorgio Napolitano farà alla fine ciò che voleva fare sin dall’inizio.
Proverà a dare vita a un governo per le riforme, un governo che faccia almeno la legge elettorale e no, a votare subito non si andrà, è proprio impossibile: il capo dello Stato resterà in carica «fino all’ultimo giorno del suo mandato», fino al 15 maggio.

I TEMPI per uno scioglimento delle Camere che consenta di rivotare a giugno svaniscono insieme all’imperativo di chi diceva “o governo Bersani o voto subito”. Non ci sarà né l’uno né l’altro, pazienza per i regolamenti di conti interni al centrosinistra e al Pd, il destino del Paese viene prima. E così Napolitano, comparso ieri davanti ai giornalisti energico e in vena di battute, niente affatto sfinito di dolori e di stanchezza come assicurava ieri chi voleva le sue dimissioni per tornaconto personale, ha riavvolto il nastro dall’inizio e ha ripreso il comando della nave — quello della scena politica non l’ha mai abbandonato. (altro…)

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I Saggi.

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Ci sono due prerogative in virtù delle quali potrei fare parte dei “dieci saggi” nominati dal Capo dello Stato. Sono, infatti, come ciascuno dei dieci, un maschio ultracinquantenne. Non sono una femmina e non sono un giovane. Ma lungi dal rassicurarmi, questo riconoscermi nel segmento sociale chiamato a reggere le sorti delle istituzioni mi inquieta non poco. Perché conferma la natura ancora sostanzialmente patriarcale della nostra società. Sebbene contrastata da un voto che ha spedito in Parlamento moltissime donne e molti giovani, questa natura mostra una tenacia insopprimibile. Può darsi che a questa tenacia corrisponda un contenuto di necessità: che, cioè, nessuno meglio di un consesso di maschi anziani sia in grado di prendere decisioni utili al Paese. (altro…)

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CON VIOLANTE E QUAGLIARIELLO IL COLLE SFORNA L’OPERAZIONE PD-PDL CHE BERSANI NON VOLEVA.

Il loro biglietto di presentazione potrebbe essere questo: “Ci chiamiamo Violante e Quagliariello e non risolviamo problemi”. Pulp Fiction da inciucio del Sabato Santo. Luciano Violante, dalemiano di strettissima osservanza del Pd, e Gaetano Quagliariello, berlusconiano poi montiano del Pdl di nuovo berlusconiano, sono due dei quattro saggi politici indicati da Giorgio Napolitano. Dal gennaio del 2012 la coppia Violante&Quagliariello si è vista o sentita tutti i giorni per ben sette mesi, quando la strana maggioranza del Monti, ABC (Alfa-no, Bersani, Casini), non aveva più timore di mostrarsi in pubblico. Dal Colle era arrivato, in quell’inverno di Palazzo ormai lontano, e allora ancora ignaro del boom pentastellato, un appello a fare la legge elettorale per sostituire l’orrido porcellum.  (altro…)

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NapolitanoÈ stata colpa dei veti incrociati, dei rilanci impossibili di tutte le forze politiche uscite “non vincitrici” dalle elezioni, della debolezza della presidenza di Giorgio Napolitano, mutilata dal semestre bianco e per questo impossibilitata a mandare il Paese nuovamente al voto sciogliendo le Camere. A oltre un mese dalle elezioni politiche di febbraio, con un premier pre incaricato (il segretario del Pd Pier Luigi Bersani) dimenticato nel congelatore, e uno dimesso che potrà rimanere in carica (il senatore a vita Mario Monti), Giorgio Napolitano rilancia.

DOPO aver meditato le proprie dimissioni per risolvere l’impasse istituzionale su Palazzo Chigi e avvicinare l’elezione del presidente della Repubblica (le Camere in seduta comune sono già convocate per il giorno 15 aprile), il capo dello Stato ci ha ripensato (“resterò fino all’ultimo giorno del mio mandato”) e ha varato una inconsueta manovra.  (altro…)

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Nella repubblica specialista in tavoli, tavolini, comitati e commissioni perditempo era inevitabile che, a conclusione del più inutile giro di consultazioni che si ricordi, il capo dello Stato invece dell’incarico di governo abbia deciso di creare due bei gruppi di lavoro e di assegnare dieci incarichi ad altrettanti supposti esperti. Essi dovrebbero partorire, in un paio di settimane, quelle presunte riforme economiche e istituzionali con cui da un ventennio la peggiore classe politica dell’orbe terracqueo prende in giro gli italiani.

Intendiamoci, Giorgio Napolitano va capito: giunto all’epilogo del settennato, si ritrova a gestire una crisi politica ingestibile cosicché, stufo di perdere tempo con partiti che già pensano alle prossime elezioni e usano i microfoni del Quirinale per farsi propaganda, ha pensato di mollare la patata bollente al suo successore. C’era solo il problema di arrivare al 15 maggio. (altro…)

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NatangeloGol mancato, gol subìto” è una regola ferrea del calcio. Ma non solo. L’altroieri M5S aveva un rigore a porta vuota: l’ha tirato in tribuna. E, con la partecipazione straordinaria di Napolitano e Bersani, ha perso un’occasione unica di spingere l’Italia verso un po’ di futuro. Ieri le lancette della politica hanno ripreso a camminare a ritroso verso il peggiore passato. Anziché andarsene in anticipo, accelerando l’elezione del successore e la soluzione della crisi, come pure aveva saggiamente pensato, Napolitano è riuscito a farci rimpiangere di non vivere in Vaticano (di Ratzinger purtroppo ce n’è uno solo, e non è italiano). E a dare ragione a Grillo anche quando aveva torto. La bi-Bicamerale escogitata per dettare l’agenda a un governo che non c’è ricorda la Restaurazione del 1815, col ritorno dei “codini” in Europa dopo la fine di Napoleone e il congresso di Vienna. (altro…)

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napolitano-governo-saggi-pp

Giorgio Napolitano non si dimetterà in anticipo. E affida a due gruppi ristretti il compito trovare proposte programmatiche attorno a cui fare nascere il nuovo governo. ”Continuo a esercitare fino all’ultimo il mio mandato – ha detto il presidente della Repubblica – non nascondendo al Paese le difficoltà che sto ancora incontrando e ribadendo la mia fiducia nella possibilità di un responsabile superamento della situazione che l’Italia attraversa”. Nel ponmeriggio verranno resi noti i nomi dei ”gruppi ristretti di personalità” citate dal presidente della Repubblica, figure di alto profilo che andranno a costituire due commissioni di saggi.  (altro…)

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Caselli - GrassoEx commissario Csm Francesco Menditto.

È l’attuale procuratore di Lanciano, Francesco Menditto, il magistrato a essere chiamato in causa, senza mai essere citato per nome, in questi giorni di polemiche scaturite dalle critiche del vicedirettore del Fatto Marco Travaglio al presidente del Senato, Piero Grasso, ex procuratore nazionale antimafia.

Grasso e “grassiani” hanno sostenuto che nel 2005 il plenum del Csm, come chiesto da 13 consiglieri, avrebbe potuto votare per il procuratore nazionale antimafia prima che la legge anti Gian Carlo Caselli (voluta dal centrodestra) escludesse, in pieno iter, il procuratore generale di Torino. Alla Quinta commissione del Csm, presidente Menditto, c’era già stato il voto, finito 3 a 3, fra Grasso e Caselli. Il pm Giuseppe Fici, allora consigliere al Csm del Movimento per la Giustizia, accusa Menditto di aver rallentato la pratica e quindi di aver impedito il voto prima che la legge anti Caselli fosse promulgata.  (altro…)

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Deroghe

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Legambiente

Portiamo al Forum le ragioni dell’ambiente, dalla tutela dell’ecosistema marino alle politiche energetiche, le potenzialità  della green economy e dello sviluppo rurale.

Partecipiamo al Forum Sociale Mondiale di Tunisi, dal 26 al 30 marzo, per promuovere un’alleanza ambientalista per un Mediterraneo solidale e sostenibile. Crediamo alla necessità di stabilire e consolidare relazioni di cooperazione tra le ONG dei paesi del bacino del Mediterraneo, una rete che sviluppi una nuova politica ambientalista in un’area che, negli ultimi anni di intensa globalizzazione, ha visto crescere la propria importanza nella geopolitica mondiale. Il Forum sociale mondiale, organizzato per la prima volta quest’anno in un paese del Maghreb, è un’occasione da non perdere per costruire un’azione comune tra i soggetti che animano la società civile delle sponde del Mediterraneo, perché questo diventi un mare di diritti, pace, solidarietà, cultura e rapporti economici più equi e sostenibili. (altro…)

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CARO Paolo Flores d’Arcais, grazie innanzitutto per lo “stimato” di cui mi ha fatto dono nella sua lettera di ieri a “Repubblica”. Lei scrive cose assai più importanti di quelle che ogni tanto mi permettono di scrivere, e io apprezzo e la leggo sempre con piacere. Per cui sono onorato che lei mi abbia risposto. Ma vede, il punto non è l’appello in sé che è senz’altro giusto. Ma è l’intempestività che io contesto. Il tempo in cui si chiede l’appello. Mi domando come fa a non capire che la TREGUA, anche se per battaglie nobili come la sua, non solo è necessaria per prendere fiato e riflettere, ma soprattutto per non destare SOSPETTI. Sospetti che non possono certo investire le 240mila persone che hanno firmato il suo appello. Non è di loro che dobbiamo preoccuparci. Ma di quei 10 milioni di persone che hanno votato Berlusconi. (altro…)

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