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Archive for dicembre 2014

Greenpeace

Cambiamenti climatici, Expo e mare. Sono questi i grandi temi e le sfide del 2015 secondo il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, Alessandro Giannì.

Primo auspicio per il prossimo anno è “che a Parigi (al vertice sul clima che si terrà a dicembre, ndr) si arrivi a un accordo serio e vincolante che porti a una prospettiva risolutiva riguardo alla principale emergenza ambientale che è il cambiamento climatico. Cambiamento che è già in atto, dunque si tratta di evitare il peggio”, spiega Giannì ad Adnkronos. (altro…)

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LupiVedremo se Maurizio Lupi manterrà la solenne promessa di mantenere nel limite dell’1,5 per cento il consueto aumento annuale delle tariffe autostradali. L’anno scorso si fece bello dell’eroica resistenza alle pretese della lobby autostradale, che chiedeva un aumento del 4,5 per cento e si dovette accontentare del 3,9. In queste ore si sta giocando però una partita politicamente molto più complicata. Per tradizione ogni ministro delle Infrastrutture ha regolarmente e senza fiatare pagato (o meglio, fatto pagare agli automobilisti) il ticket annuale dell’aumento tariffario di fine anno per il semplice motivo che non si conosce a memoria d’uomo qualcuno che abbia resistito più di pochi mesi su quella poltrona senza mostrare obbedienza ai signori del casello. (altro…)

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Altan

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PenaleIl magistrato:Mandanti politici.

Ne Il Ciclone, il protagonista Levante, professione commercialista, diceva alla sua ex fidanzata Carlina, erborista che faceva “nero” a go go, che doveva smetterla perché “c’è il penale Carlina, come te lo devo dire, c’è il penale”. Il film era del 1996 e oggi Pieraccioni quella battuta non avrebbe potuto dirla. Perché “il penale” per i reati tributari non c’è più, è morto assassinato.   Le prime coltellate gliele hanno date 15 anni fa, con gli arresti domiciliari garantiti fino a 3 anni (pena mai data al 99,9 % degli evasori) e con la prescrizione berlusconiana, 7 anni e mezzo per un reato che, statisticamente, si scopre a distanza minima di 3/4 anni da quando è commesso; si capisce che indagini, Tribunale, Appello e Cassazione richiedono un po’ più di 3 anni e mezzo per arrivare alla fine. (altro…)

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Quando in una scuola manca la carta igienica pensate alla corruzione. Quando vostro figlio cerca lavoro in un call center in India pensate alla corruzione. Quando manca un posto letto in ospedale pensate alla corruzione. Quando vedete strade distrutte, mondezza dovunque, infrastrutture ferme da anni, pensate alla corruzione.

La parola CORRUZIONE deriva dal latino “corrumpere” (rompere in tanti pezzi). Se oggi lo stato sociale è distrutto, disintegrato, frantumato in 1000 pezzi è per via della corruzione. (altro…)

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I papabili

La successione
Il primo test per il futuro capo dello Stato sarà l’assemblea dei grandi elettori dem. È lì che bisogna trovare un nome che regga al voto segreto.

ROMA – Inutile girarci intorno. Se il capo dello Stato deve uscire da una rosa approvata dall’assemblea dei Grandi elettori del Pd è dentro quel partito, o intorno a esso, che vanno accesi i riflettori. Per evitare agguati o crisi di rigetto, Renzi infatti sa bene che un nome dem ha più probabilità di passare attraverso l’ordalia del voto segreto. In questi giorni, prima della chiusura delle Camere, nei capannelli dei parlamentari Pd la discussione si è già accesa. Non su vaghi identikit, come impone la liturgia mediatica. Ma su nomi e cognomi.
E benché nel partito abbia molti, moltissimi avversari, in fondo il primo personaggio a dominare le conversazioni, per status internazionale, per il prestigio interno di cui ancora gode, è sempre Romano Prodi.

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Raccontano balle

Da Il Fatto Quotidiano del 31/12/2014.

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Maglie sempre più larghe

CON IL DECRETO VARATO LA VIGILIA DI NATALE RISCHIERÀ IL CARCERE SOLO CHI EVADE OLTRE 150 MILA EURO, CONTRO I 50 MILA ATTUALI, E LE FATTURE FALSE SARANNO REATO SOLO SE SUPERIORI AI 1.000 EURO. IL SOLE 24 ORE: “SENZA MODIFICHE SALTERÀ UN PROCESSO SU TRE”.

La vigilia di Natale è stata generosa con gli evasori: il regalo è arrivato direttamente dal governo. Man mano che la bozza del decreto legislativo sui reati tributari viene analizzata, infatti, si capiscono meglio anche gli effetti dell’allentamento deciso dall’esecutivo di Matteo Renzi con il testo licenziato lo scorso 24 dicembre: migliaia di processi e fascicoli cancellati, con l’abuso del diritto che di fatto esce dall’ambito penale grazie alle soglie di punibilità triplicate. Andiamo con ordine. Il segnale d’allarme l’ha lanciato il Sole 24 Ore: con queste norme, “salterà un processo su tre”. Stando al testo – inviato alle commissioni parlamentari – la soglia sotto il quale non scatta il reato di omesso versamento di Iva e trattenute passa da 50 mila a 150 mila euro. (altro…)

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Norman
PRIMO punto: troppi passeggeri sulla nave. 478 dicono i documenti ufficiali «ma ce n’erano altri 18 in overbooking» oltre ai clandestini. Secondo punto: i clandestini, appunto. Dal racconto dei testimoni erano una dozzina almeno ma soltanto tre sono arrivati vivi in Italia. Terzo punto: il carico. Troppi camion, troppo pesanti, probabilmente mal disposti e soprattutto con troppe cisterne. Quarto: le «operazioni di evacuazione della nave», si legge nel decreto di sequestro, effettuate non «secondo i protocolli », almeno a sentire il racconto dei testimoni. Quinto: «l’effettiva dotazione di sicurezza di bordo e la conformità alle norme» con alcune scialuppe che non sono state calate e che non erano abbastanza per tutti i passeggeri. Sesto e ultimo: lo “scippo”, o meglio il tentato scippo, del relitto da parte dell’armatore.

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MannelliQuando, per esempio, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla vigilia di un altro anno difficile per gli italiani, dice: “La parola del 2015 sarà ritmo”, scrivere che così ridicolizza se stesso e il governo che presiede non è un’ingiuria o un complotto dei soliti gufi. Un giornale serve a questo, anche se l’egopremier gradisce solo soffietti e battimani. A quelli che ci dicono: “Altro che critica quella del Fatto contro Renzi, è stato un bombardamento incessante, pregiudiziale, irriguardoso fin dal suo ingresso a Palazzo Chigi”, diremo che sarà certamente vero se si tiene conto della delusione provata nell’inevitabile confronto tra il primo e il secondo Matteo. (altro…)

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LA LOBBY (mai parola fu più calzante) dei concessionari di autostrada ha ottenuto dal governo Renzi esattamente quanto dai precedenti: proroghe riguardo agli impegni (contrattuali) di innovazione e miglioramento del servizio, e in cambio zero garanzie di non aumentare le tariffe. Detto che, a queste condizioni da Paese dei Balocchi (i quattrini li voglio subito e il prezzo lo decido io, per il servizio abbiate pazienza), chiunque sarebbe capace di fare il gestore autostradale, la vera domanda è: ma perché a me nessuno ha mai concesso neanche mezza proroga, mezzo sgravio, mezzo aiuto? (altro…)

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giornalistiLa notte di Capodanno non guasterebbe un minuto di raccoglimento per la scomparsa del giornalismo. Una categoria che, pur generalmente malfamata, nel secolo scorso vide l’Italia primeggiare nel mondo con fuoriclasse come Montanelli, Bocca, Biagi, Rinaldi. E oggi si può dichiarare, salvo sparute eccezioni, ufficialmente estinta. Costretti (spesso da se stessi) a scodinzolare appresso a Re Giorgio e alla Regina Clio mentre fanno gli scatoloni per lo Storico Trasloco (più o meno come nel 2013: il Quirinale costa il triplo di Buckingham Palace, ma i bagagli se li fanno loro da soli); ridotti ad applaudire per la seconda volta una conferenza stampa di Sua Eccellenza Renzi che li aveva appena sbeffeggiati,anziché alzarsi e lasciarlo lì a parlare da solo di Fonzie, Al Pacino e Newsroom; (altro…)

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AnemoneL’uomo dei favori Diego Anemone.

“Rivoglio i soldi da tutti. Anche da Scajola”.

Diego Anemone parla. E Roma trema. Il suo nome è infatti accoppiato alla celebre “Lista Anemone”, dove il favore ai potenti si mescolava ai lavori particolari per le caserme dei servizi segreti o per le strutture della Presidenza del Consiglio. L’uomo chiave della cricca dei Grandi Eventi non ha mai detto nulla per quattro lunghi anni né ai magistrati né tanto meno ai giornalisti. Ora, dopo avere incontrato più volte i pm romani Ilaria Calò e Roberto Felici, ha deciso di parlare a tutto campo anche con Il Fatto: dalla casa di Scajola a quella di Ercole Incalza, dai suoi rapporti con i Servizi Segreti fino ai cantieri dei lavori del G8. (altro…)

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Il licenziamentoROMA – Lo scarso rendimento come motivo di licenziamento di un lavoratore è stato tolto dal Jobs Act ma potrebbe rientrare dalla finestra e paradossalmente provenire dal pubblico impiego. Insomma a fare da battistrada sarebbe proprio la pubblica amministrazione in una inedita inversione dei ruoli tradizionali tra lavoro privato e lavoro pubblico. La partita tra favorevoli e contrari si giocherà tutta in Parlamento da febbraio nell’esame del disegno di legge delega per la riorganizzazione della pubblica amministrazione, “il Madia”, come l’ha chiamato ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la conferenza stampa di fine anno.
Quale sia la linea del governo sembra sufficientemente chiaro. Renzi: «Io sostengo che vada cambiata la norma sul pubblico impiego, si può prevedere anche lo scarso rendimento nel pubblico impiego. Le regole le vedremo a febbraio.

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FicoDirettorio 5 Stelle Roberto Fico (M5S).
In questi giorni sul Quirinale c’è solo un chiacchiericcio. Ma per me un obiettivo è chiaro: dobbiamo riportare i cittadini al centro della politica anche per ciò che riguarda la nomina del prossimo presidente della Repubblica, cercando una persona onesta, una persona normale”. Roberto Fico, membro del direttorio dei Cinque Stelle, è presidente della commissione Vigilanza sulla Rai.   Renzi pare aprire al M5S sul Quirinale. Lo fa per “inchiodare” al tavolo Berlusconi?   Mi sottraggo volentieri alle chiacchiere di questi giorni. Ma dico una cosa: i partiti sono autoreferenziali e cercano sempre figure che siano loro referenti. Dobbiamo cercare un altro tipo di nome, nell’interesse della nazione e dei cittadini. Per il Colle, come per tutti gli altri incarichi. 

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Il retroscena
Il premier: “Io ho cancellato la norma, il Jobs Act parla d’altro Sul pubblico impiego le nuove regole nel decreto Madia”.
ROMA – «Sì, sono stato io. Ho proposto io di togliere quella norma perché non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla d’altro». Così il premier Renzi, durante la conferenza stampa di fine anno, chiarisce il giallo di Natale sugli statali. Il comma fantasma che nella bozza del 23 dicembre c’era – come rivelato dal senatore di Scelta Civica Pietro Ichino – per sparire poi nel testo approvato dal Consiglio dei ministri della Vigilia. Le norme del Jobs Act non si estendono ai lavoratori pubblici, diceva il comma.
Eliminarlo significa applicare la riforma (e i licenziamenti facili senza articolo 18) anche alla Pa? Per Ichino sì. Per i ministri Poletti e Madia no. E Renzi? «L’ho tolto perché la questione del pubblico impiego andrà discussa poi, a febbraio o marzo, nel provvedimento della Madia», chiarisce. Ciò non esclude che «chi sbaglia paga» Ad esempio «se noi abbiamo deciso di non mettere lo scarso rendimento nel privato, questo non vuol dire che non lo si possa mettere nel pubblico impiego». Parole incendiarie. «Per i fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa», insiste.

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Crozza-renzi

Non era Crozza, anche se sembrava. Era quello vero, quello originale. Matteo Renzi in persona. La conferenza di fine anno è stata l’occasione giusta per esaltare la prossemica d’ordinanza: faccette caricaturali, sguardo all’insù tipo Verdone e risatine di chi si crede Lenny Bruce ma pare piuttosto un Panariello in diesis assai minore. Protetto da domande quasi sempre accomodanti (mancava solo “Preferisce pandoro o panettone?”), Renzi ha dispensato una volta di più ottimismo, che come noto è il profumo della vita.   PER L’OCCASIONE aveva i capelli scompigliati, quasi a lasciare intendere che lui di notte non organizza cene eleganti ma si occupa di massimi sistemi e Norman Atlantic. L’effetto scenico è stato un po’ diverso, al punto che un satirico come Luca Bottura ha twittato: “Vorrei fare a Renzi la critica politica che lo infastidirà di più: ha un sacco di capelli bianchi nuovi e non li lava da qualche giorno”. (altro…)

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Vauro

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DiscorsoOTTIMISTICA CONFERENZA DI FINE ANNO: “IL 2015 SARÀ L’ANNO DEL RITMO”.
Vorrei dirvi che al di là dei toni considero il vostro servizio davvero importante, penso che il mondo del giornalismo non sia cosa diversa dalla classe dirigente di questo Paese”. Alla fine della conferenza stampa di fine anno, organizzata dall’Ordine dei giornalisti, Matteo Renzi diventa solenne. Per le due ore e passa precedenti ha ingaggiato un corpo a corpo con la stampa presente: attaccando, ridicolizzando, non rispondendo, scherzando. Argomentando e difendendo l’operato del suo governo, giocando tutte le palle, facili e difficili, che la platea gli fornisce. Abito scuro, cravatta rossa, combattivo e strafottente, sembra lo stesso premier che andò a chiedere la fiducia alle Camere, parlando con le mani in tasca, facendo un discorso sfilacciato che volutamente saltava i parlamentari, per arrivare direttamente nelle case degli italiani.

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TsiprasATENE – «Oggi è una giornata storica. Il futuro è iniziato e grazie al voto dei greci presto manderemo in archivio la parola austerità». Cinque anni fa Alexis Tsipras militava in un partito che raccattava a stento il 4,9% dei consensi. Oggi la sinistra di Syriza è in testa a tutti i sondaggi con 3-6 punti di vantaggio su Nea Demokratia il centrodestra del premier Antonis Samaras. E il 40enne che vuole rivoltare l’Europa come un calzino ha lanciato ieri sera in un bagno di folla al teatro Keramikos il programma elettorale e le parole d’ordine che potrebbero cambiare davvero la storia della Grecia e del Vecchio continente.
«L’Europa deve mettersi in testa una cosa. Quello che conta in democrazia è il voto. E il futuro del mio paese lo decideranno i miei concittadini e non i falchi dell’euro », ha esordito. Compito dei greci è scegliere «tra nuovi tagli e la Troika o la speranza».

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