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Posts Tagged ‘Andrea Scanzi’

Immaginate un alieno sfigato. Molto sfigato. Così sfigato da cadere sulla Terra, e precisamente in Italia, nel 1994. L’alieno si trova davantiBerlusconi & derivati e pensa: “Mamma mia, come son messi male questi qui!”. Poi vede che quelli lì vincono le elezioni e pensa: “In questo paese stanno davvero male, io me ne vado”. E se ne va. Poi però, per una congiuntura astrale, ventiquattro anni dopo ricasca sulla Terra. Di nuovo in Italia. Dopo aver sacramentato nella sua lingua, che non conosciamo ma immaginiamo, l’alieno spera quantomeno che qualcosa sia cambiato. Macché: quel centrodestra lì è uguale a prima. Cristallizzato. Come se, nel frattempo, il tempo non si fosse neanche preso la briga di passare. Conscio che, tanto, non sarebbe servito a nulla. (altro…)

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Che paese meraviglioso, nel serio e nel faceto. Il serio, per esempio, sarebbe la soffiata da 600mila euro a De Benedetti: “Me l’ha detto Renzi”. Chissà perché, se ne parla poco. Eppure è una notizia enorme. Ma guai a dirlo troppo in giro. Il faceto, nel frattempo, è come sempre infinito. Debbie Serracchiani, con quel carisma contagioso e quella sua grazia da beghina di medio successo, sempre più detestata dai friulani che ancora si domandano come diavolo abbiano fatto a dare una regione meravigliosa a una tizia così, sciorina lezioni di bon ton ai discepoli: “Camicia stirata, capelli in ordine”. (altro…)

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Il Rosatellum Bis ci fa sognare. La sua nascita dipende da un manipolo di valorosi supportati da intellettuali di specchiata moralità. Insieme formano una sorta di Team Rosatellum. Scopriamoli insieme.

Rosato Ettore. Questo bell’omino, dal volto sbarazzino e dal crine saturo di Uni Posca renzino, ha deciso di consegnarsi mani e piedi alla leggenda. Concepire una cosa più orrenda di Porcellum e Italicum pareva impossibile, ma lui ce l’ha fatta. Poster in camera subito. (altro…)

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Il Rosatellum Bis, che fa già schifo a partire dal nome, non garantisce governabilità: garantisce il renzusconismo. E’ un obbrobrio antidemocratico che riciccia, e riverbera, le immani brutture di Porcellum e ItalicumNominati, pluricandidature. Ha uno sbarramento finto al 3%, aggirabile col giochino delle liste civetta (tipo il movimento della Brambilla, ma pure la sbroscia pavida di Pisapia, convinto di spostare il 20% quando al massimo sposterà stocazzo). (altro…)

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Ci sono crimini che mi tolgono (quasi) ogni certezza, persino le più radicate, a partire dal mio rifiuto per la pena di morte. Sarà che più passa il tempo e più l’unico eroe credibile mi pare sia l’ispettore Callaghan – ma se preferite Tex o lo Straniero senza nome, tutta gente che non bada al sottile quando trova un criminale -, ma troppe cose mirano a togliermi ogni anelito alla pietà. Perché la pietà devi meritartela: mica è gratis. E non la meriti se violenti una donna, crimine tra i più abietti e mai (mai) perdonabili. Solo una carogna può farlo, e quasi sempre queste carogne operano in branco perché da sole non ce la farebbero. (altro…)

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A Rimini – Nardella urla “Allah Akbar” e ride col collega Brugnaro: lo sketch del renzusconismo.

C’era aria di leggenda, quando al Meeting di Rimini si sono incontrati Dario Nardella e Luigi Brugnaro. Un simile brainstorming non si vedeva, e viveva, dai tempi di delle cene tra Minnie e Bombolo a casa del Poro Schifoso. In un parossismo di genialità e guittezza, l’ineffabile Nardella ha gridato “Allah Akbar!” al sindaco di Venezia, che aveva appena borbottato appelli gandhiani tipo questo: “Il buonismo è finito. Se uno grida Allah Akbar in piazza San Marco ghe sparemo!”. (altro…)

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Non vorrei essere nei panni di chi cura quel che non è curabile,ovvero l’immagine di Renzi. Ieri, l’ex premier sperava di creare l’evento; di apparire credibile; di uscire vincitore. Al contrario, la sua prova a Bersaglio mobile è stato l’ennesimo flop.

Il suo libro, intitolato con consueta originalità Avanti, andrà in classifica e per questo molti scriveranno “ancora un successo per lui”, ma ci andrà solo perché a luglio è impossibile non andarci (se l’autore è famoso). La verità è che Renzi, ieri, ha di nuovo sbagliato tutto. Tre prove. (altro…)

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E’ spesso un piacere leggere Michele Serra. Lo è per la forma e la sostanza, quando parla di tutto tranne che di politica. Se scrive di quest’ultima, il piacere si limita unicamente alla forma. E’ sempre meno attratto dalla scrittura politica, e lo capisco ogni giorno di più. Dopo l’ultima batosta patita dal partito che non smetterà mai di votare, Michele ha scritto una settimana fa: “La ingovernabile presunzione di Renzi e il vecchio calcificato settarismo dei suoi odiatori porteranno quasi certamente allo stesso esito anche alle politiche: perché nei miracoli non crede più nessuno, forse nemmeno chi, come Pisapia e Prodi, sta provando a progettarne uno. Nel frattempo i voti di destra tornano a casa, come i bambini dopo le vacanze”. Si noti: per Serra l’unico difetto di Renzi è la presunzione. Un po’ come il traffico in Sicilia in Johnny Stecchino. (altro…)

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C’è Pisapia, all’anagrafe Giuliano, e c’è Orlando, il Jack Pisapia che non è uscito dal gruppo. In due non ne fanno uno, o almeno così sembra. Un po’ si somigliano, anzitutto nel collezionare i quasi. Quasi di sinistra, quasi di rottura, quasi alternativi a Renzi. Quasi di opposizione, quasi arrabbiati, quasi ribelli (parecchio quasi). Entrambi odiano il carisma, essendo in ciò pienamente ricambiati. Come noto, una delle ultime frasi scritte da Salinger prima di andarsene fu questa: “Uscendo di casa ho visto un frassino. (altro…)

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Europee a parte, peraltro le elezioni che agli italiani non sono mai fregate nulla tranne (chissà perché) nel 2014, Renzi ha perso tutto. Sempre. Comunque. Con costanza invidiabile, vorace, totalizzante. Ora l’ultimo (?) tassello: un disastro totale, a parte Padova (menomale: Bitonci al massimo potrebbe essere sindaco di Stocazzoland) e non molto altro. Una slavina epica. Oserei dire imperitura. D’Alema, nel 2000, si dimise per molto meno. È ancora torcida inesausta, come il 4 dicembre: però per gli altri. Eppure – vedrete – da domani ripartiranno con la storia che questa variante del Pokemon tontolone è una lince ineffabile. “L’unica alternativa al populismo”. (altro…)

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Un giorno gli storici si porranno anche domande stupide. Molto stupide. Per esempio: “Cos’è stato il renzismo?”. Possiamo rispondergli in tempo reale.

Il renzismo (cioè niente) in breve? Una “classe dirigente” di sconfinata pochezza. Anche nei suoi elementi “meno” improponibili. Prendete ieri mattina a OmnibusEmanuele Fiano, uno di quelli che il Pokemon Tontolone di Rignano manda in tivù nei casi disperati, ammette candidamente all’eversivo Marco Lillo che Luigi Marroni (mai indagato) è stato fatto fuori perché ha confermato le accuse. (altro…)

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Ieri, prima di uscire con Rosario Dawson per una sessione sadomaso, ho visto Otto e mezzo. C’era la Ravetto. Ecco: rivedere la Ravetto in prima serata a Otto e mezzo mi ha dato come la sensazione di salire a bordo della De Lorean e andare a ritroso nel tempo, come in Ritorno al futuro. Un tuffo nel passato. Un brutto passato, anche se pure questo presente mica scherza. Opposta alla Ravetto, aka Lady Blackberry, c’era la Moretti, aka Ladylike. Bella sfida. Un po’ come guardare Akrakas contro Lupa Roma in differita su TeleFava sapendo già il risultato perché te l’ha detto Nardella su Whatsapp. (altro…)

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Il dato vero di queste amministrative? E’ che il centrodestra italiano, a differenza del centrosinistra, ingoia qualsiasi rospo. Quando deve vincere, si presenta unita. Se domani a Salvini dicessero che per essere al governo si deve vestire da muflone e canticchiare i Ricchi e Poveri, lui lo farebbe”. E’ il commento del giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, intervenuto a Otto e Mezzo (La7) assieme al filosofo Massimo Cacciari e il notista politico del Corriere della Sera, Massimo Franco. “Il centrosinistra invece” – continuala firma del Fatto – “sta passando il tempo, anche in queste ore, a litigare. (altro…)

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Riflessione su queste amministrative 2017, che hanno acceso gli animi come un doppio misto al torneo di Tegoleto tra Picierno e Sibilia versus Gasparri e la Fusani.

Chi perde
Il Movimento 5Stelle. Era ampiamente previsto, le Amministrative sono il loro tallone d’Achille. Stavolta però sono riusciti ad andare oltre ogni ragionevole speranza (degli avversari). Suicidio a Genova e Palermo, harakiri colpevolissimo a Parma (e Pizzarotti sogna la torcida). In passato, avevano spesso vinto in città stremate dalle disastrose giunte di centrosinistra e centrodestra: Parma, Livorno, Roma. Adesso no (Taranto). Sul piano nazionale è tutto un altro sport, ma i campanelli d’allarme ci sono. Pizzarotti ha ragione quando asserisce sadicamente che ormai il M5s è forza che mira più al nazionale che al locale (e ciò è in controtendenza con gli albori dei Meet up). (altro…)

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Qualche considerazione sulla telefonata tra Renzino e Renzone.

1. Faccio molta, molta, molta fatica a credere che Renzino non sapesse che Renzone fosse intercettato. Era evidente. E’ vero che Renzino non è esattamente Einstein, ma se non avesse saputo una cosa così ovvia sarebbe stato davvero a livelli ninamorici.

2. Renzino (si fa per dire) avrebbe quindi recitato la parte del figliol prodigo, a favor telecamera, media e magistratura. Purtroppo, non essendo Einstein ma solo Renzino, è riuscito a sbagliare anche qui. Per esempio consigliando a Renzone di non citare la mamma, altrimenti poi interrogavano pure lei. Non gliene riesce proprio una, poveretto. (altro…)

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Secondo uno studio recente dell’Università dell’Illinois, le tre cose più difficili da riscontrare in natura sono gli Ufo, un centrocampista buono nel Milan e un renziano preparato in tivù. Quando si tratta di invitare un fan del renzismo, cioè del niente, nelle redazioni scatta il panico. I programmi del mattino e del pomeriggio sono costretti a raccattare le prime Rotta e Morani che trovano, oppure il primo Ricci che suona al citofono. Se il dramma è poi totale, ci si accontenta perfino di qualche renziano di terzo o quarto pelo, tipo Andrearomano (tutto attaccato, come un mantra laico), Rondolino o Genny Migliore. Non ci permetteremmo mai di asserire che tutti i renziani siano così, ma di sicuro lo sono (quasi) tutti quelli che cianciano nel piccolo schermo. (altro…)

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E’ tempo di sognare: facciamolo con Renzi. In questo video, durante il quale ha dato il 197esimo bacio della morte a qualcuno o qualcosa, il nostro eroe dà il meglio di sé. Era il 2015 e RenziRegna era all’apice del successo, quindi delle cazzate. Notate anzitutto la postura, la mimica, le faccette da “boro” nei film di Verdone. Si alza, petto (pancia) in fuori, e ha la faccia di chi si sente figo (ahahahahah). Poi si guarda attorno, continua a pensare “So’ fico” e strofina le mani assumendo la posizione della foca monaca triste. Bei momenti. (altro…)

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Ecco una piccola ricostruzione dell’inchiesta di Report (anche) su Roberto Benigni. Ognuno si faccia la sua idea. Io ieri l’ho vista e, oltre a tutto il resto, ho trovato particolarmente sgradevole il “cordone dei potenti”, costituito da persone pagate per rimbalzare malamente i giornalisti sgraditi. Vale per attori, politici, cantanti, sportivi. Se c’è una categoria che detesto, è quella dei “buttafuori dei potenti”: gente pagata per redarguire e “punire” chi non riverisce il Sire, magari negando interviste, oppure telefonando piccati quando esce l’articolo sul giornale, o ancora dando gli accrediti a tutti tranne che a te. Eccetera. (altro…)

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Se non avete sentito niente, vuol dire quasi sempre che ha appena parlato Guerini: Lorenzo Guerini. Il suo nome dirà poco a molti, ed è una fortuna per quei “molti”, eppure questo bel personaggetto coi capelli da Zanda minore è uno che conta. O almeno così gli han fatto credere. Guerini è addirittura il portavoce del Pd, ed è anche per questo che quando parla non dice quasi mai niente. Per questo e per quel carisma nascosto. Molto nascosto. Praticamente inesistente. Con l’avvento di Renzi al soglio pontificio del partito di presunta sinistra, Guerini è diventato anche vicepresidente del Pd in coabitazione con Debora Serracchiani: parafrasando sadicamente Gaber, “due miserie in due corpi soli”. Guerini è tornato a parlare pochi giorni fa. (altro…)

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Il Pd può andare fiero di due aspetti. Il primo è che è l’unico a fare le primarie. Il secondo è che, per quanto scesi, i numeri degli iscritti che hanno votato la scontatissima nuova incoronazione di Renzi sono comunque molto più alti dei click con cui il M5S “decide” questo candidato o quel decreto. Quelle del Pd sono primarie discutibili, spesso pilotate, con regole assurde e non di rado inutili. Ma sono primarie: loro le fanno, gli altri al massimo le sognano. Da qui a celebrare la rinascita del Triplomentico Mannaro, però, ce ne passa. (altro…)

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