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Posts Tagged ‘Tiziano Renzi’

Qualche considerazione sulla telefonata tra Renzino e Renzone.

1. Faccio molta, molta, molta fatica a credere che Renzino non sapesse che Renzone fosse intercettato. Era evidente. E’ vero che Renzino non è esattamente Einstein, ma se non avesse saputo una cosa così ovvia sarebbe stato davvero a livelli ninamorici.

2. Renzino (si fa per dire) avrebbe quindi recitato la parte del figliol prodigo, a favor telecamera, media e magistratura. Purtroppo, non essendo Einstein ma solo Renzino, è riuscito a sbagliare anche qui. Per esempio consigliando a Renzone di non citare la mamma, altrimenti poi interrogavano pure lei. Non gliene riesce proprio una, poveretto. (altro…)

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Vis-à-vis a Otto e Mezzo (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, sul caso Consip. Delrio precisa: “Luca Lotti e Tiziano Renzi hanno smentito ogni loro coinvolgimento. Noi abbiamo fiducia nella magistratura, ma non siamo disponibili ai linciaggi. Renzi al Lingotto ha detto una cosa molto semplice: lui non è parlamentare. Se dà del mafioso a Di Maio o parla di un sistema di potere che favorisce i familiari, Di Maio lo querela. (altro…)

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“Dopo una settimana di notizie sulle indagini si è già deciso chi sono i colpevoli: non i ladri ma le guardie”. Lo ha detto il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ospite della trasmissione condotta da Lilli Gruber su La7, Otto e mezzo. Al centro del dibattito il caso Consip e il ruolo del pm John Henry Woodcock.  “Con quale fiducia  – ha aggiunto il direttore del Fatto – dovremmo seguire i processi alla camorra, visto che a seguirli sono gli stessi magistrati che quando s’imbattono in un politico diventano improvvisamente degli incapaci e dei cialtroni”. (altro…)

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di-battista

Il punto qui non sono le colpe dei padri che, ovviamente, non devono ricadere sui figli. Il punto è un padre di un ex-presidente del Consiglio che, durante il governo del figlio traffica, inciucia, va a cena con un imprenditore (3 giorni fa arrestato per corruzione) interessato ad appalti pubblici concessi dalla CONSIP (il cui capo è stato nominato dal figlio). Il punto è un padre che fa affari con Verdini (poi scelto dal figlio come padre costituente). (altro…)

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2padri

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vannoni

Il presidente di Publiacqua Firenze faceva da tramite tra Marroni e il premier. Con l’ad formavano il “duo V&M”.

“Il duo V&M” o anche “la bella accoppiata FV&LM”. Così siglavano il loro rapporto l’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni e Filippo Vannoni, presidente della società pubblica fiorentina Publiacqua ed ex consulente del governo per le politiche economiche. Il “duo” è lo stesso che poi davanti ai magistrati accuserà il braccio destro dell’ex premier, Luca Lotti, della prima fuga di notizie, quella che avverte i vertici Consip dell’inchiesta allora della Procura di Napoli. (altro…)

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giglio-magico

Dobbiamo prepararci a porgere le nostre scuse a B. e all’avvocato Ghedini. Da anni sghignazziamo sulla loro linea difensiva in Mignottopoli, imperniata su quattro capisaldi: B. credeva che Ruby, marocchina, fosse nipote di Mubarak, egiziano; ad Arcore nessun bungabunga, solo cene eleganti; lui pagava la giovane prostituta perché non si prostituisse e le olgettine perché disoccupate a causa della sua persecuzione giudiziaria; e comunque è innocente perché fu al massimo l’utilizzatore finale delle mignotte. Ma ora, dinanzi alle difese di babbo Renzi e dei compagni di merende, dobbiamo cospargerci il capo di cenere: B. al confronto aveva un alibi di ferro. Anzi, di acciaio inox. (altro…)

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renzi-babbo

Il padre dell’ex premier invitato a comparire dai pm Ielo e Palazzi con l’accusa di aver favorito l’immobiliarista Romeo.

Tiziano Renzi è indagato per traffico di influenze illecite dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Consip. Secondo i pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi, che hanno ereditato l’indagine avviata dalla Procura di Napoli, il padre dell’ex premier e il suo amico Carlo Russo (indagato per lo stesso reato) avrebbero usato la loro influenza sull’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, per indurre Alfredo Romeo a promettere pagamenti nei loro confronti. Romeo ambiva all’appalto più grande d’Europa, Fm4, il facility management per i servizi a tutti gli uffici pubblici italiani. Poi è risultato primo in graduatoria per tre lotti pari a 609 milioni di euro su 2 miliardi e 700 milioni complessivi. Ora è in attesa dell’aggiudicazione. (altro…)

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La Cassa depositi, di cui all’epoca era dg Matteo Del Fante, lo pagò 23 milioni. La scorsa estate l’ha rilevato, mettendone sul piatto 25, la Nikila Invest di Ilaria Nicolai. Protagonista del sistema outlet di Reggello insieme alla Castelnuovese di Lorenzo Rosi, ex presidente di Banca Etruria.

Lì dove si esibiva Zubin Metha ci saranno appartamenti di grande prestigio. Dalla cultura al lusso. E a costruire sono sempre gli stessi imprenditori del sistema outlet di Reggello. Il Teatro comunale di Corso Italia, infatti, la scorsa estate è stato acquistato – al momento siamo a un preliminare d’acquisto, in attesa dell’approvazione del piano di recupero per cui dovranno dare parere favorevole 12 enti tra cui il Comune – dalla Nikila Invest di Ilaria Niccolai. La Niccolai è il nome di punta del sistema The Mall che va da Leccio Reggello a Fasano, in provincia di Brindisi, passando per Sanremo. (altro…)

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Outlet

Il business è ricco e per questo ha attirato imprenditori di ogni tipo. Sono stati della partita Andrea Bacci, finanziatore della fondazione Big Bang dell’ex sindaco di Firenze e poi nominato da Matteo Renzi alla testa di alcune partecipate fiorentine, Andrea Moretti un imprenditore di Arezzo imparentato con un ex socio di Licio Gelli e Ilaria Niccolai, un’immobiliarista da circa un anno socia del padre e della madre del premier nella Party srl. Tutti loro devono la loro fortuna non solo all’abilità imprenditoriale, ma alle scelte della politica. Ecco come.

Per capire come mai Tiziano Renzi, il padre del premier, si sia trovato a fare il consulente di grandi affari immobiliari di società amministrate da Lorenzo Rosi, l’ex presidente della Banca Etruria ora nel mirino di risparmiatori e magistratura, bisogna andare a Leccio. Una frazione del Comune di Reggello di 800 anime della provincia di Firenze a soli nove minuti di auto da Rignano sull’Arno, il borgo dove i Renzi hanno casa e dove Tiziano è stato per anni segretario del Partito Democratico. (altro…)

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Tiziano ACT

Cari fans, come ho detto nel videomessaggio di venerdì ai sindacati, noi non siamo interessati a uno scontro ideologico sul passato, perché non ci preoccupiamo della Thatcher, ma di Marta e di Giuseppe. L’articolo 18 garantisce lavoro a chi già ce l’ha e non a chi non ce l’ha, creando cittadini di serie A e cittadini di serie B. Per colmare questa diseguaglianza inaccettabile, noi potremmo fare qualcosa per garantire il lavoro anche a chi non ce l’ha, ma sarebbe banale. Perciò preferiamo battere la strada più originale e innovativa: garantire a chi ha un lavoro la certezza di perderlo quanto prima, anche senza giusta causa. Del resto, chi siamo noi per giudicare sulla giustezza di un licenziamento? Mica possiamo costringere un datore di lavoro a tenersi un lavoratore che gli sta sul hazzo. Se gli sta sul hazzo, come giusta causa mi pare sufficiente. (altro…)

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Tiziano RenziLA PROCURA DI GENOVA È INTERESSATA NON SOLO ALLA FINE DELLA SOCIETÀ “CHIL” MA PURE A QUELLA DELLA “MAIL SERVICE SRL” NEL 2011. PER LA “EVENTI 6” ORA RISCHIA ANCHE LA MADRE.

Genova – Non è soltanto per un fallimento di tre anni fa, come lamenta Tiziano Renzi. Gli accertamenti della Procura di Genova stanno ricostruendo l’intera vita imprenditoriale del padre del premier. Tutte le società nate nella casa di Rignano sull’Arno, i passaggi di proprietà, i rapporti tra i singoli soci, la rete di contatti, gli scambi commerciali. Tutto. Un lavoro che porta almeno fino al 2006. E alla Mail Service Srl, una società di cui il padre del premier era socio di maggioranza, con il 60% del capitale, e che nel 2011 è stata dichiarata fallita. Proprio come la Chil Post che, secondo l’accusa, è stata svuotata del ramo aziendale sano, e poi accompagnata al cimitero finanziario da Gian Franco Massone con debiti per 1 milione 150 mila euro. La Mail Service potrebbe rappresentare un precedente utile al fine delle indagini perché sembra attuare uno schema poi ripetuto.

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RenziIL PREMIER, GRAZIE ALLA DITTA PATERNA (DISTRIBUZIONE DI GIORNALI), HA UNA BUONA ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA E UN TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO TENUTO AL SICURO.

La ruota della fortuna ha girato contro la Chil, ma anche contro Matteo Renzi ieri. Perché anche se il premier (dopo la campagna del Fatto sui suoi contributi pensionistici pagati dai contribuenti) non è più un dipendente dell’azienda di famiglia da qualche mese e anche se non lo era della Chil Post fallita dal 2010, la storia della società nel mirino della Procura di Genova è anche la sua storia. A partire dal passaggio chiave nel mirino dei pm: la cessione della storica Chil srl (previo cambio del nome in Chil Post srl) da Tiziano Renzi all’imprenditore genovese Gianfranco Massone. Un minuto prima di cedere la Chil Post il ramo d’azienda che faceva marketing editoriale, viene ceduto alla Chil Promozioni, nata 3 anni prima, che resterà dei Renzi cambiando nome in Eventi6. (altro…)

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Indagato Tiziano Renzi

INDAGINE SULLE AZIENDE DEL “BABBO”: “MI DIMETTO DA SEGRETARIO DEL PD DI RIGNANO SULL’ARNO”.

Genova   Tiziano Renzi è indagato per bancarotta fraudolenta dalla Procura di Genova. Secondo i pm, il padre del premier avrebbe svuotato un’azienda attraverso una vendita ritenuta fittizia, che avrebbe consentito alla famiglia di sottrarre ai creditori le attività più redditizie. Alla società, così divenuta poco più di una scatola vuota affidata a un ex socio che l’ha portata al fallimento, sarebbe invece rimasto un passivo di oltre un milione di euro. I pm genovesi Marco Airoldi e Nicola Piacente vogliono accertare se si sia verificato lo schema tipico di tante bancarotte fraudolente: cioè un debitore che attraverso vendite più o meno fasulle lascia a bocca asciutta i creditori.   A INSOSPETTIRE i magistrati e gli investigatori il prezzo di vendita della società in questione: 3.878,67 euro. Pochi, apparentemente. (altro…)

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