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Archive for dicembre 2015

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Greenpeace racconta il suo 2015 con le immagini più significative dell’anno che si sta per concludere. Dodici mesi in cui i “Guerrieri dell’arcobaleno” dell’orfganizzazione ambientalista si sono impegnati in campagne globali che hanno convinto Shell ad abbandonare i suoi folli progetti di trivellazione nell’Artico, chedendo un futuro di energia pulita e ribadendo un fermo no ai piani fossili del governo Renzi. Dalle spedizioni sulle vette più remote della Terra, per chiedere alle industrie tessili di non utilizzare più sostanze inquinanti come i Pfc, alle azioni dirette e non violente per un’agricoltura più sostenibile o a tutela dei nostri mari, minacciati dall’avanzare delle trivellazioni offshore, dai cambiamenti climatici o devastati dalla pesca eccessiva e distruttiva. (altro…)

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telepass

A gennaio debuttano le nuove regole in banca e gli aumenti del Telepass, mentre da aprile scatta il taglio del roaming .In estate non bisognerà più pagare la Tasi e da giugno assieme alla bolletta dell’elettricità si verserà il canone Rai.

La tassa più odiata, quella sulla prima casa, va in soffitta. Dribblare il pagamento del canone Rai, da giugno, diventerà più complicato, praticamente impossibile. Le telefonate dall’estero costeranno meno, ma in compenso occorrerà fare più attenzione al momento del rinnovo del Telepass, che aggiorna al rialzo le tariffe del servizio Premium. Sono alcuni tra i cambiamenti più significativi previsti per il 2016, un anno in cui le famiglie si troveranno a fare i conti anche con novità più piccole. Per le mamme, ad esempio, arriva la proroga del voucher pannolino. Per i neo-papà il raddoppio del mini-congedo parentale. Mentre i diciottenni avranno una card con 500 euro da spendere in cultura, libri, musei e concerti. E per chi è in odore di pensione, uscire dal mondo del lavoro, rischia di diventare più complicato. Cambia anche il tetto ai contanti, che sale a 3000 euro, e debuttano le norme per incentivare il bancomat. Infine, occhio all’autovelox: non controllerà solo la velocità ma anche se il bollo è stato pagato e le revisioni sono in ordine.   (altro…)

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ambienteIl meteo.

Le previsioni inquietanti per il 2016: il riscaldamento del Pacifico ha già raggiunto i livelli del 1998 l’anno che fece registrare bufere e disastri.

ALLARME El Niño. Lo lancia la Nasa, ma i meteorologi lo aspettavano da mesi. Uno dei più potenti fenomeni naturali del clima mondiale ha, di solito, effetti devastanti – dalle siccità agli uragani – sulle condizioni meteorologiche abituali. Accoppiato con il crescente riscaldamento globale, alimentato dall’effetto serra, può avere esiti imprevedibili: «Possono interagire in modi che non abbiamo mai sperimentato» dice Michel Jarraud, il capo del Wmo, l’organizzazione meteorologica mondiale. Tanto più che El Niño che abbiamo di fronte, forse proprio a causa del riscaldamento globale, è già a livelli record. Il fenomeno è ciclico e si ripresenta a scadenze fra i due e i sette anni.

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cucchi

A parlare con toni sempre più concitati sono due ex coniugi. Ad ascoltarli e registrarli gli investigatori della Squadra Mobile di Roma. L’uomo è Raffaele D’Alessandro uno dei carabinieri indagati per il pestaggio che subì, secondo gli inquirenti, il geometra trentunenne arrestato il 15 ottobre 2009 e morto dopo una settimana all’ospedale Pertini.

C’è un nuovo tassello che si aggiunge al mosaico che la Procura di Roma sta cercando di costruire per mostrare e stabilire, finalmente, come e perché morì Stefano Cucchi. È un audio ed è una lite al telefono finita agli atti della nuova inchiesta. A parlare con toni sempre più concitati sono due ex coniugi, ad ascoltarli e registrarli gli investigatori della Squadra Mobile di Roma. L’uomo è Raffaele D’Alessandro uno dei carabinieri indagati per il pestaggio che subì, secondo gli inquirenti, il geometra trentunenne arrestato il 15 ottobre 2009 e morto dopo una settimana all’ospedale Pertini. La donna è l’ex moglie Anna Carino, che già a verbale con i pm aveva raccontato che il militare le aveva riferito delle violenze subite dal geometra romano fermato per possesso di sostanze stupefacenti. (altro…)

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olio

A fare la differenza le spese per manodopera e, soprattutto, materia prima: chi produce 100% made in Italy ha margini di guadagno bassissimi. Chi truffa, invece, incassa sei, sette volte di più. Ecco come riconoscere in casa quale prodotto è stato acquistato.

Un litro di olio extravergine? Deve costare al pubblico almeno 9 o 10 euro, se certificato territorialmente e con la tracciabilità. Nonostante ciò i margini di guadagno sono minimi e spesso ci si copre solo le spese. Mentre invece chi “lavora” con costi e profitti della contraffazione, immettendo nel proprio prodotto solo un decimo di extravergine, riesce a incassare almeno sei/sette volte di più, allungando il tutto anche con coloranti e miscugli di vario genere. Viaggio de ilfattoquotidiano.it nel mondo dei produttori di olio, dove le regole non valgono sempre per tutti e dove ilmalaffare di pochi rischia di mettere a repentaglio il buon nome e la qualità complessiva del made in Italy. Dati alla mano, quanto costa produrre olio italiano e con olive solo italiane (e non marocchine o spagnole)? Lo dice Vito Rosato, Presidente del Frantoio Sociale Cooperativo di Locorotondo, in provincia di Bari. (altro…)

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giannelli

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slide

Perfino La Stampa, non sospettabile di antirenzismo, oggi scrive che «un errore il premier l’ha commesso», nella fluviale conferenza stampa di ieri, anzi addirittura ha detto «una piccola bugia».

Si riferisce, il quotidiano di Torino, a quella frase di Renzi sull’Italia “che batte il populismo 4-0”: e «purtroppo le cose stanno in un altro modo», dato che «demagogie e populismi non sono sconfitti, tutt’altro, e una loro ulteriore crescita rischia di diventare l’insidia numero uno per il 2016 di Matteo Renzi», tanto che «il Paese rischia di vedere la propria capitale governata da un Movimento dichiaratamente antisistema». (altro…)

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Leggo che, in Emilia, il Pd sta vendendo tutte le sedi di partito: non c’è più nessuno e costano troppo. La crisi della militanza in tutta Italia sta costringendo il Pd a dismettere i locali più grandi, anzitutto in quella regione che un tempo fu il fulcro della base Pci. Nelle città emiliane, in due anni, si sono perse 4mila tessere e delle decine di sezioni degli anni ’70 ne sono rimaste solo otto. I dirigenti si affrettano a dire: “Non è solo colpa di Renzi”. Può essere, ma di sicuro Renzi sta aiutando come nessuno a demolire quel che resta dell’appartenenza a “sinistra” (sinistra???). Il paradosso ulteriore è che Renzi ha – e avrà – la maggioranza degli elettori (non degli italiani) proprio grazie a questi nostalgici del Pci che votano Pd convinti che Renzi sia il nipote un po’ tonto, ma comunque legittimo, del grande Enrico. Un po’ come nel calcio: “preferivo Mazzola, sì, ma in fondo va bene anche Guarin perché l’Inter è l’Inter” (vale per ogni squadra, beninteso). (altro…)

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COME sarà l’anno che verrà sul fronte del conflitto siro-iracheno? Potrebbe essere quello decisivo per sconfiggere lo Stato Islamico, come promette il premier iracheno Abadi, ma i contraccolpi che ne deriveranno non saranno indolori per le coalizioni che lo combattono.
Il nodo è, ancora una volta, quello dell’assetto istituzionale e politico, e degli stessi confini, di Siria e Iraq. È su questo terreno, più che sulla capacità militare dell’Is di resistere all’offensiva della “doppia coalizione” a guida russa e americana, che si gioca la partita. Che fare della Siria, paese per il quale non solo Mosca e Washington, ma anche Riad, Teheran e Ankara, hanno ipotesi diverse? Il diretto ingresso in scena russo, dopo che il Cremlino aveva a lungo delegato la difesa del regime di Damasco all’Iran a al suo alleato l’Hezbollah, ha mutato il quadro.

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verdini

L’emergenza smog nelle principali città italiane è drammatica. I dati sulle patologie polmonari sono impressionanti, gli effetti collaterali terribili. Tra questi, la ricomparsa, a Milano, dell’ex sindaco Albertini, che suggerisce di spegnere le caldaie e di mettersi la maglia della salute, segno che i danni dell’inquinamento possono essere anche cerebrali. A Roma l’azione dell’ex prefetto di Milano Tronca è stata rapida e decisa, quasi fulminea: un minuto per decidere le targhe alterne e due giorni per mettere a punto le deroghe. Per venire incontro alle esigenze dei cittadini romani, eccone un parziale elenco. (altro…)

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Effetto perverso della legge Fornero su lavori in appalto costi in più fino a 1.470 euro all’anno per dipendente.

ROMA – Coda velenosa della riforma Fornero, questa volta quella del mercato del lavoro del 2012. Prevede una “tassa sui licenziamenti” che serve per finanziare l’estensione della Naspi, la nuova indennità di disoccupazione. Dal prossimo primo gennaio dovranno pagarla anche le imprese che perdono gli appalti i cui lavoratori però non vengono licenziati ma interamente riassorbiti (come prevedono i contratti di lavoro) dall’impresa subentrante nell’appalto. Insomma si paga la tassa senza licenziare. Un paradosso. Che costa: la tassa varia, per ciascun “licenziato”, da un minimo di 490 euro a 1.470 euro l’anno in base all’anzianità di servizio ed alla retribuzione del dipendente.

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renzi-pinocchio

Con la realtà a fronte La favola raccontata ieri contrapposta a numeri e fatti: due mondi con pochissimi punti di contatto.

Come forse i lettori più avvertiti sanno, colui che sorride nelle difficoltà ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa. Matteo Renzi, uomo di multiformi sorrisi, non fa eccezione: il suo dito indica la Germania o l’Unione europea, non a torto considerate bestie assai contigue.Ieri,nella sua conferenza stampa di fine anno, ha citato Ue o Berlino – come ostacolo–praticamente di continuo. Il resto è la solita vie en rose dell’Italia col “segno più” condita con una serie di imprecisioni, alcune delle quali sarebbero forse meglio rubricate nella categoria fandonie. Un breve riassunto – con la realtà a fronte – a partire dal tema “banche”.   (altro…)

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khaled

Morto per difendere i tesori di Palmira.

Il dottor Khaled al-Asaad ha diretto per quarant’anni l’area archeologica di Palmira, una foresta di pietra nel cuore del deserto siriano. Andato in pensione ha continuato a occuparsene, come un padre che anche da anziano non smette di proteggere i suoi figli. Prima che le zampe dell’Isis calpestassero la città patrimonio dell’Unesco, ha nascosto i reperti più preziosi. Avrebbe fatto in tempo a fuggire. Invece ha scelto di restare nel suo ufficio grande quanto uno sgabuzzino, come un padre che dopo avere messo la famiglia al sicuro rimane a presidiare la casa. Gli invasati lo hanno trovato curvo sui libri, perso dietro qualche traccia di bellezza che loro non potevano capire. Da lui volevano solamente la mappa delle statue scomparse. Per salvarsi gli sarebbe bastato dire una parola, ma non l’ha detta. Nemmeno sotto tortura. I rari testimoni scampati alla mattanza raccontano che si è limitato a scrutare i suoi persecutori con sguardo fiero, mentre lo trascinavano in piazza per tagliargli la testa e appendere il corpo decollato a un palo della luce.  (altro…)

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Smog

“Smog. Aria irrespirabile. Clima impazzito. Morti premature. E’ il bollettino di guerra che la natura ci presenta alla soglia del 2016, proprio quando tutti eravamo concentrati sulla cena di Natale con i nostri cari. Questi eventi non sono frutto dell’imponderabile. Hanno responsabilità ben precise o, per semplificare, sigle di partito. Già, i partiti, divenuti ormai i cartelli che le lobby usano per muoversi all’interno dei vari parlamenti. Perché a decidere, come in fondo sapete anche voi, non è chi impone le targhe alterne. A muovere le fila ci sono immensi colossi petroliferi rappresentati da associazioni ai limiti della legalità in Europa: le lobby. Ma andiamo con ordine, e iniziamo a parlare coi fatti. (altro…)

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DI INQUINAMENTO si muore, ma ci vogliono anni. Questo non consola. Indica — semmai — quanto retrodatata e spalmata nel tempo sia l’impotenza del potere politico di fronte al potere economico, che in perfetta solitudine decide la rotta. Ma al tempo stesso la longevità del problema sconsiglia attribuzioni di colpa, cinicamente superficiali, ai governanti di turno da parte degli oppositori di turno, secondo il classico schema da bar (malfrequentato) “piove, governo ladro”, e in questi giorni “non piove, governo ladro”. Lo fanno quasi tutti, da sempre, destra e sinistra, scaricando nel campo altrui questioni annose e strutturali. Spesso con le stesse precise parole di accusa, salvo poi usare le stesse precise parole di difesa a parti invertite.

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targhe_alterneDigitando le parole “targhe” e “alterne” sull’archivio dell’Ansa, si ottengono 2.120 notizie in 34 anni: la prima è del 17 dicembre 1981 e riguarda il Comune di Napoli, dove il prefetto Riccardo Boccia limitò il traffico privato per un mese e, siccome era spiritoso,consentì alle auto con targa pari di circolare nei giorni dispari e viceversa. Ma il movente non era lo smog, bensì “le preesistenti carenze della rete viaria di Napoli,aggravate dalla chiusura al traffico di strade e piazze cittadine, per la presenza di edifici pericolanti,nonché di ulteriori intralci costituiti da lavori di riattazione e dalla realizzazione di opere pubbliche, che hanno reso insostenibile le condizioni del traffico”. (altro…)

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etruriaIn politica possono prosperare solo organismi specializzati. Occorrono doti specifiche, la più importante delle quali è la doppiezza e l’assenza di scrupoli. Le Commissioni di inchiesta parlamentari ne sono la prova.

L’art 82 Cost. le prevede e ne stabilisce la composizione: i componenti devono “rispecchiare la proporzione dei vari gruppi”. Dal che già si capisce che la funzione di una Commissione non èaccertare il reale svolgimento dei fatti ma quella di fornire informazioni alle Camere per consentirne la valutazione politica: un giudice composto da rappresentanti dei partiti in misura proporzionale alla loro presenza in Parlamento non può essere né autonomo né imparziale; dunque non può essere un giudice. Questa interpretazione dell’art. 82 Cost. è del resto avvalorata dallo stesso Parlamento. (altro…)

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Saviano

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RisparmiatoriROMA – I tempi per il Fondo di solidarietà non saranno brevi. E non solo perché il ministero dell’Economia e quello della Giustizia hanno tempo fino al 30 marzo per i due decreti attuativi. Ma perché «la materia è delicata e occorre evitare che le norme producano contenzioso », fanno notare dal Mef. Come a dire: cerchiamo di non mettere altra carne sul fuoco delle polemiche e dei ricorsi. E di scansare possibili avvitamenti.

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