I pm: rimborsato un banchetto matrimoniale Sotto accusa anche Nicole Minetti e Renzo Bossi.
MILANO – È il racconto di un’epoca politica di spese senza freni e di senso d’impunità. Di chi pensa che coi soldi pubblici dei gruppi consiliari in Regione può pagarsi pranzi e aperitivi, spensierate serate in discoteca e cene a base di sushi e aragoste in lussuosi ristoranti milanesi. Persino organizzare il buffet del matrimonio della figlia, facendolo passare come costo di rappresentanza politica. C’è questo e molto altro nella richiesta di rinvio a giudizio dei 64 ex consiglieri della Regione Lombardia, firmata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio. La procura contesta ai 64 politici oltre tre milioni di spese illegittime, tra il 2008 e il 2012. Tra i politici per i quali la procura chiede il processo ci sono nomi ormai celebri come Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega, o Nicole Minetti, l’ex igienista dentale coinvolta nello scandalo delle “cene eleganti” di Arcore. O ancora Massimo Guarischi, ora a processo per le tangenti negli appalti della sanità lombarda e compagno di vacanze dell’ex presidente Formigoni. Ma tra gli indagati, ci sono anche l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale, il leghista Fabrizio Cecchetti, l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni, gli ex assessori Massimo Ponzoni, Franco Nicoli Cristiani, Monica Rizzi, Romano Colozzi, Massimo Buscemi, Stefano Galli, Giulio Boscagli. Non mancano gli indagati nemmeno tra gli esponenti dell’opposizione, come Chiara Cremonesi (Sel) Luca Gaffuri, Carlo Porcari e Carlo Spreafico (Pd), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati).
Nelle quasi 700 pagine di richiesta di rinvio a giudizio inoltrata al giudice dell’udienza preliminare — dalle quali esce il Pdl Mauro Parolini che va verso l’archiviazione — ci sono oltre tre milioni di spese considerate dagli investigatori illegittime, leggermente ridotte rispetto a quelle contestate durante l’indagine.
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