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Posts Tagged ‘pd’

L’obbligo di un accordo forte tra esecutivo ed enti locali preliminare alla realizzazione di progetti energetici era stato inserito nella Legge di Stabilità 2016, che recepiva – rendendoli di fatto inammissibili – sei dei sette quesiti referendari sulle trivelle. Dopo pochi mesi, però, in gran segreto Palazzo Chigi ha modificato una norma del 1990, aggirando e depotenziando quel vincolo. Risultato: lo Stato ha mano libera, così come emerso nella vicenda della raffineria di Taranto, dove confluirà il petrolio del megagiacimento Tempa Rossa, senza l’assenso della Puglia. Coordinamento No Triv: “Traditi milioni di italiani e cancellata una delle principali conquiste dei territori”. (altro…)

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Ci stanno rincorrendo. Berlusconi dice che la sfida è tra noi e lui e Renzi dice che la sfida è tra noi e lui. Tutti e due continuano a raccontare una balla enorme: che loro sono i competenti e noi gli incompetenti. Fanno ridere.

Questi due signori e i loro partiti hanno governato l’Italia e le sue città negli ultimi 20 anni e guardate cosa hanno combinato. Non c’è più lavoro. La gente non riesce più a curarsi. Ci sono 10 milioni di poveri. Le tasse sono aumentate esponenzialmente. Le imprese chiudono. L’immigrazione è fuori controllo. I cittadini non si sentono sicuri. La scuola è allo sfascio. Le famiglie che fanno figli non hanno nessun aiuto. Chi vuole fare figli non può diventare una famiglia perché non ha abbastanza soldi. (altro…)

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Ogni mese il Partito Democratico manipola i dati Istat per coprire il massacro del lavoro portato avanti a colpi di Jobs Act e precariato. La realtà, però, è sempre la stessa: Istat conferma che a crescere sono ormai solo i posti di lavoro a termine: nell’ultimo anno, da novembre 2016 a novembre 2017, il 90,5% dei nuovi occupati è stato assunto con un contratto precario. L’obiettivo del Pd era eliminare la stabilità del posto del lavoro e ci sono riusciti. (altro…)

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Le dichiarazioni del 2016 – Alla Consob l’Ingegnere racconta i retroscena della speculazione sulle Popolari e i suoi rapporti politici.

“Normalmente con Renzi facciamo breakfast insieme a Palazzo Chigi” e con Maria Elena Boschi “sono molto amico, ma non la incontro mai a Palazzo Chigi. Lei viene sovente a cena a casa nostra (..) del governo vedo sovente la Boschi, Padoan. Anche lui viene a cena a casa mia e basta”. Così parlava l’11 febbraio 2016 Carlo De Benedetti, allora ancora presidente del Gruppo Espresso che pubblica La StampaRepubblica e L’EspressoLorenzo Bagnoli dell’Irpi (Investigative reporting project Italy) e Angelo Mincuzzi del Sole 24 Ore hanno pubblicato ieri sul sito del Sole il verbale di De Benedetti davanti alla Consob dove ha potuto difendersi nell’indagine della Commissione sui movimenti sospetti intorno alle banche popolari. (altro…)

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La procura di Roma ha deciso, discrezionalmente, che la chiacchierata tra De Benedetti e il suo broke(e soprattutto il fatto che fosse informato di un futuro decreto del governo Renzi) non avesse dietro nessuna notizia di reato.
La stessa procura che ora ha deciso, sempre discrezionalmente, che invece la fuga di notizie dalla commissione banche verso i giornali, quella sì costituisca reato.
Come per il caso Consip, si ha l’impressione di ripetere la storia del dito e della luna.
Dove la luna è la spartizione del maxi appalto Consip ad amici, la fuga di notizie verso gli indagati e l’annunciazione del decreto sulle banche popolari.
Così Consip diventa la storia di un golpe contro il governo e dei poveri imprenditori dediti al culto della Madonna di Medjudorie.
Il ministro Boschi vittima del sessismo. (altro…)

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Chi risiede in Italia potrà candidarsi all’Estero. La deputata italobrasiliana Bueno: “Denis voleva il mio collegio”. Ettore Rosato: “Non serve per lui”.

Le cose sono andate così. La Camera ha approvato l’emendamento ribattezzato dal Fatto “salva-Verdini” che stravolge la ratio della legge sul voto dei nostri concittadini all’estero consentendo di candidarsi fuori dai confini anche a chi è residente in Italia: in sostanza l’ennesimo pateracchio a rischio incostituzionalità per la legge elettorale in discussione in Parlamento. (altro…)

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Lo ius culturae non poteva essere approvato – disse il ministro Alfano alla festa de l’Unità – perché, nonostante sia nei valori e nel programma, sarebbe un favore alla Lega di Salvini.
La legge sui vitalizi, che li aboliva, è rimasta ferma alla Camera. Bloccata dalla stessa maggioranza che l’aveva approvata alla Camera.
Non c’è il reato di tortura, non si è discusso della legge sulle droghe leggere, una legge sulla regolamentazione delle lobby e sul conflitto di interesse.

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L’esecutivo ottiene 2 voti di fiducia, ma i suoi consensi sono meno della metà della Camera. Ora tocca ai franchi tiratori.

La parola chiave è estenuazione”. Mentre l’aula di Montecitorio vota la prima fiducia sulla legge elettorale, così Pino Pisicchio, presidente del Gruppo Misto, descrive l’atmosfera che si respira in Parlamento, mentre si vota il Rosatellum bis. Oggi (o al massimo domani mattina) ci sarà il voto finale a scrutinio segreto. I pallottolieri dei partiti sono all’opera, perché con una legislatura iniziata con i 101 che affossarono la candidatura di Romano Prodi al Quirinale, la paura dei franchi tiratori è concreta. (altro…)

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L’unica via per mantenere la produzione è abbassare diritti e salari: questo ci ripetevano economisti e finanzieri.
Via l’articolo 18, si agli sgravi per assumere e stipendi bassi per neoassunti, altrimenti le aziende scappano.
Ma se si abbassano salari e si tolgono diritti saranno le persone a scappare, finché possono cambiare città/paese.
A questo punto, una volta trasformata l’Italia nella Polonia (o nella Cina) del sud Europa, a chi vendiamo i prodotti italiani?
Puntiamo solo sull’export? Sulla ristorazione? Tutti camerieri come vorrebbe Briatore? (altro…)

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La misura è colma. Non solo hanno architettato una legge elettorale che non consente ai cittadini di scegliere – senza preferenze e con un sistema che disperde il voto – ma adesso stanno anche impedendo al Parlamento di discuterla questa legge.

Il Governo ha posto la questione di fiducia
, nonostante Gentiloni aveva assicurato che l’esecutivo non avrebbe avuto un ruolo sulla legge elettorale. Perché sono deboli, hanno paura dei voti segreti e quindi i propri parlamentari devono costringerli a farli votare.  (altro…)

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