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Archive for aprile 2013

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attentato-palazzo-chigi-caso-isolato-1Da pasquinoweb.wordpress.com

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Chissà se ieri sera il neo premier Letta si è visto in tv Montalbano: il romanzo “Una voce di notte” è uno dei più politici tra quelli scritti da Camilleri. Dove, alla fine, il buono vince sulla corruzione e la malapolitica. Ma forse solo perché è un romanzo.

Ad un certo punto della fiction, ieri sera, Montalbano commenta con l’ispettore Fazio dell’arresto del figlio del presidente della provincia, un pirata della strada che gode della benevolenza delle istituzioni solo perché figlio di, di un onorevole che è anche avvocato della mafia nonché presidente di un supermercato in mano alla mafia

“ma che paese siamo diventati?”
“Questo è un paese dove un ministro dice che con la mafia si deve convivere .. io sono preoccupato, non per la mia carriera, ma per il mio paese”.  (altro…)

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I numeribiagioraucci.com

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BerlusconiENTRO DUE MESI POSSONO ARRIVARE A SENTENZA I PROCESSI RUBY E MEDIASET.

Countdown giudiziario per Silvio Berlusconi che nell’ultima versione della sua rinascita politica si erge a “pacificatore” dell’Italia.

Vedremo se sarà proprio così, in caso di sentenze avverse, o se minaccerà crisi istituzionali. Il fattore B, si sa, pesa tanto sulla tenuta del governo. Lunedì prossimo, 6 maggio, la Cassazione (dopo aver già rinviato il 18 aprile per l’elezione del capo dello Stato) dovrà pronunciarsi sulla richiesta della difesa del leader del Pdl di far trasferire i processi in corso da Milano a Brescia .

L’appiglio è una norma ad personam votata dal centrodestra nel 2005: la legge Cirami sul legittimo sospetto. Con questo giochino Berlusconi è riuscito a far congelare il processo Mediaset, a un soffio dalla sentenza d’appello e il processo Ruby, a un soffio dalla richiesta di condanna dei pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano.  (altro…)

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Libertà e giustizia

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 PDLLe cose che mancano.

Conflitto di interessi, intercettazioni, lotta alla corruzione e riforma del finanziamento pubblico ai partiti sono quattro scogli difficili da evitare per un presidente del Consiglio che vuole ottenere i voti del Pdl e anche del Pd. Enrico Letta se l’è cavata da buon democristiano. Chi lo nominò presidente dei giovani Dc a 25 anni, nel lontano 1991, sarebbe stato orgoglioso di lui. Nel suo lungo discorso Enrico Letta non ha citato nemmeno di striscio le parole ‘conflitto di interesse’ e ‘intercettazioni’. Ha accennato solo di sfuggita alla corruzione, come fosse un tema minore. Infine ha promesso l’abolizione dell’ultima legge sul finanziamento pubblico approvata solo a luglio (con il suo assenso) guardandosi bene dal prendere impegni sulla nuova legge, tutta da scrivere con il Pd e il Pdl, cioé i partiti che hanno approvato la legge da gettare nel cestino. Non manca un riferimento all’emergenza carceri che offre una speranza ai fautori dell’amnistia e del condono. (altro…)

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A PARZIALE consolazione di quei milioni di elettori di sinistra che si sentono tagliati fuori dalla scena politica (no, non avevano votato per fare un governo con Berlusconi), va detto che una sorte analoga è toccata alla classe dirigente della sinistra storica quasi al completo. Il “quasi” è dovuto all’autorevolissima eccezione di Giorgio Napolitano, riconfermato al Colle e primo artefice del
nuovo governo.

Meritato coronamento della vocazione governativa e lealista della destra comunista, da sempre capace di interpretare, nella lunga storia repubblicana, il punto di vista dello Stato ben più di quello della società, dei movimenti, degli umori popolari. (altro…)

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FiduciaIL PREMIER DELLE LARGHE INTESE RILANCIA LE PROMESSE ELETTORALI, MA NON CHIARISCE TEMPI, MODI E COPERTURE DELLE OPERAZIONI “SOCIALI”.

Governo di larghe intese e larghissime promesse. Il presidente del Consiglio Enrico Letta parla per 45 minuti e presenta un programma economico molto costoso, che comincia dalla richiesta principale del Pdl e di Silvio Berlusconi: a giugno gli italiani non pagheranno la prima rata 2013 dell’Imu. Non si tratta dell’abolizione o della restituzione di quanto versato nel 2012, ma di una sospensione in vista di una “riforma complessiva”. Il risultato immediato, comunque, è che tra un mese l’Imu sulla prima casa non si pagherà e lo Stato avrà in cassa 2 miliardi in meno. “Per molti di noi non è giusto sospendere l’Imu sulla prima casa”, dice Rosy Bindi, del Pd. (altro…)

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“V” PER “VAI AVANTI” Letta ha appena ringraziato Bersani in aula. Lui ricambia

“V” PER “VAI AVANTI” Letta ha appena ringraziato Bersani in aula. Lui ricambia

SPERANZA EVOCA L’“INTERESSE NAZIONALE”, CIVATI ESCE DALL’AULA, MATTIELLO DICE NO E SI DIMETTE DAL GRUPPO.

Non potrei iniziare questo discorso, in un passaggio così impegnativo, senza un accenno personale ed esprimere un senso di gratitudine profonda verso chi, con generosità e senso antico della parola lealtà, mi ha sostenuto anche in questo difficile passaggio: Pierluigi Bersani”. Enrico Letta parla da Presidente del Consiglio. L’altro, che era il candidato elettorale, è seduto tra i banchi del Pd. I due si erano presentati in ticket alle primarie del 2009. Insieme hanno gestito questa fase politica. Il vice è diventato premier. L’ex segretario, deputato semplice, sorride, fa il segno di vittoria. Applaude tutta l’Aula (eccettuati i grillini). Passaggio di consegne storico: il Pd ha non vinto le elezioni, l’ex comunista Bersani non è andato a Palazzo Chigi a fare il governo col Pdl, ma ha assicurato “sostegno leale” all’ex Dc con il quale ha lavorato fino all’altroieri. Un Pd che per 60 giorni non ha fatto che litigare, sabotarsi, impallinare i suoi vertici, e in una parola autodistruggersi, cede la sua sovranità, rinuncia alla sua alterità, si rassegna all’inciucio finale. (altro…)

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Avere vissuto a lungo ha qualche svantaggio, per esempio la noia desolante di vedere le cose che si ripetono, e le parole per dirle che si logorano. Le pallottole del cane sciolto Preiti hanno rinfocolato uno dei dibattiti più vecchi e inconcludenti di questo Paese. C’è la destra che accusa il movimento di turno di avere attizzato la violenza; il movimento di turno che controaccusa chi lo accusa di essere il vero responsabile della violenza, perché ha chiuso occhi e orecchie di fronte al disagio sociale; l’intellettuale pompiere che biasima il ribellismo, perché accende gli animi; e l’intellettuale dolente che biasima il conformismo, perché comprime la dialettica politica fino a farla esplodere. Ognuno è dentro il proprio ruolo, immobile nei secoli, e le parole di buon senso raramente raggiungono i decibel necessari. (altro…)

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Le ragioni dell’odio sono state analizzate a sufficienza. Mi sposterei dall’altra parte del campo, dove abitano le ragioni di Martina. Martina ha ventitré anni e soltanto tre mesi fa ha perso la madre. Si è licenziata per stare accanto al papà carabiniere, che nel tentativo di farle coraggio le diceva: «Siamo un piccolo esercito sgangherato, noi due, ma ce la faremo». Adesso l’esercito è diventato ancora più piccolo. L’esercito è lei, china sul padre intubato in ospedale che la guarda e muove le palpebre, cerca addirittura di parlarle, ma non può. Chissà se vivrà, chissà come vivrà. Le pallottole del pistolero di Palazzo Chigi gli hanno danneggiato il midollo spinale.    (altro…)

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Natangelo

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PD-L,PDLDISCORSO INCOLORE E BUONISTA. LA FIDUCIA A MONTECITORIO PASSA CON 453 SÌ E 153 NO.

Sono i due nuovi gemelli quarantenni dell’italico andreottismo. Uno parla per 45 minuti e l’altro subito commenta: “È musica per le mie orecchie”. Enrico Letta, premier. Angelino Alfano, vicepremier. Il governo dell’inciucio si presenta alla Camera per la fiducia, che passa con 453 sì, 153 no e l’astensione leghista, e il discorso rotondo, senza spigoli e senza picchi, buonista e inclusivo del presidente del Consiglio pone le basi per la democristianizzazione di Pd e Pdl e della Terza Repubblica. Un progetto dalla durata di almeno 18 mesi, come spiega Letta, in cui magari si pensionerà B. con un salvacondotto da padre della patria e si combatterà il temuto Renzi, leader annunciato del Pd, con una Cosa neodc e bipartisan. Si sa, dai governi d’emergenza può nascere un nuovo partito. Monti docet. ENRICO LETTA entra a Montecitorio alle tre del pomeriggio, che i suoi ministri sono quasi già tutti seduti nei due banchi riservati all’esecutivo. Il premier si sistema tra Alfano e la Bonino e il suo discorso della pacificazione si apre con un ringraziamento a Giorgio Napolitano, fautore del nuovo compromesso storico. (altro…)

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Colletti“NON DIAMO FIDUCIA AL GOVERNO DELLA TRATTATIVA STATO-MAFIA” GRIDA IN AULA DA PD E PDL. MA C’È APERTURA SULLA VIGILANZA RAI.

Come Grillo sostiene nelle riunioni, è tutto un problema di linguaggio. Quello nuovo deve sostituire quello che secondo lui è arcaico, archiviato dall’inizio di un’altra fase storica. Così, alla prima prova importante, quella delle argomentazioni sul no alla fiducia, non ci girano intorno i parlamentari del Movimento 5 stelle. “Questo è il governo della trattativa Stato-mafia. E sarà no”. LO È OGGI, e rimarrà un no, se il programma Letta è quello illustrato alle Camere. Sarà una legislatura che vedrà il fronte dei grillini, soli con Sel e Fratelli d’Italia, da una parta e dall’altra quella dei deputati Pd e Pdl. Un assaggio di caos assaporato subito. “Presidente Letta, visto il ministro dell’Interno che ha scelto o che è stato obbligato a scegliere”, dice Andrea Colletti, deputato del Movimento, in un lungo e duro intervento, riferendosi alla nomina di Angelino Alfano, “possiamo affermare che sembra il governo della trattativa, del bavaglio alla magistratura e alle opposizioni politiche. (altro…)

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Letta continua.

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La politica è l’arte di scegliere come distribuire risorse scarse sapendo che non si possono accontentare tutti. Che qualcuno protesterà, ma non sempre chi urla più forte ha anche ragione. Il governo di Enrico Letta nasce invece promettendo tutto a tutti. Il primo risultato concreto lo incassano Silvio Berlusconi e il suo Pdl che avevano vincolato la fiducia alla cancellazione dell’Imu. L’odiata imposta sugli immobili viene sospesa, a giugno non si pagherà in attesa di una riforma complessiva. Eppure Letta impronta il suo discorso di insediamento su un’altra linea: la priorità del Paese è il lavoro, la coesione sociale dipende dalla capacità del governo di arginare il numero dei disoccupati. Non c’è razionalità economica nel cominciare invece dall’Imu. (altro…)

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Libero e Il giornale

La primavera romana è segnata quest’anno da un tasso inusitato di umidità. Pare che i meteorologi facciano risalire l’inedito fenomeno a una sovrapproduzione di saliva e olio di ricino da parte di una particolare specie animale: quella dei giornalisti. Alla tradizionale cupidigia di servilismo della categoria, si assomma la concentrazione di lingue, un tempo attive a corrente alternata (una volta quelle di sinistra, una volta quelle di destra) e oggi invece mobilitate in uno sforzo simultaneo e unidirezionale, affinché alle larghe intese corrispondano larghe leccate. I signorini grandi firme però si dividono i compiti. Alla saliva provvedono soprattutto i giornali di sinistra e “indipendenti”. Mentre alla fornitura di olio di ricino per sistemare le sempre più sparute voci stonate dal coro degli Osanna ed Exultet a Scendiletta si incaricano i mazzieri berlusconiani, con ecumenico spirito di abnegazione. In prima fila c’è ovviamente il Cavaliere, giustamente indignato contro chi alimenta l’odio contro la Casta. (altro…)

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Il governo Letta ottiene la fiducia Camera: 453 sì (da Pd, Pdl, Scelta civica, governo_letta_interna

Centro democratico e Svp), 153 no (M5S e Sel) e 17 astenuti (Lega). Enrico Letta parte quindi con un’ampia fiducia, dopo un discorso programmatico, in cui ha promesso la rinuncia alla rata di giugno dell’Imu e all’aumento dell’Iva, nonché a provvedimenti per favorire l’occupazione. Senza però mai toccare la questione su dove troverà i fondi per trasformare in realtà le promesse di oggi. Una questione che, durante le dichiarazioni di voto in Aula, non è stata affrontata nemmeno da nessuno dei deputati che hanno votato la fiducia. Così come nessun riferimento è stato fatto sui passaggi del discorso di Letta che più mettevano in discussione la classe politica, come il richiamo alla necessità di cambiamento (“Bisogna recuperare decenza, sobrietà, scrupolo senso dell’onore e di servizio e, una banalità, la gestione del buon padre di famiglia”). Come nessun riferimento è stato fatto sui provvedimenti annunciati da Letta per abbattere i costi della politica, come il taglio degli stipendi dei ministri che sono anche parlamentari e l’abolizione sull’attuale legge sui rimborsi elettorali ai partiti.  (altro…)

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unione-europea-rinnovabili

Cresce in Europa il peso delle fonti rinnovabili. Secondo l’Eurostat, nel 2011 le fonti pulite hanno coperto il 13% del fabbisogno energetico dell’Unione a 27. Un valore ancora piuttosto lontano dal 20% che l’Ue si è dato come obiettivo per il 2020, ma decisamente in rialzo rispetto al 7,9% che si registrava nel 2004.

Spiccano, in particolare, i dati dei Paesi del Nord Europa, a cominciare dalla Norvegia, che con il 64,7% della domanda interna coperta da energie rinnovabili ha quasi raggiunto l’obiettivo nazionale del 67,5% al 2020. Seguono: Svezia (46,8% dei consumi da rinnovabili), Lettonia (33,1%), Finlandia (31,8%) e Austria (30,9%).

L’Italia, secondo i dati Eurostat, ha raggiunto quota 11,5%, facendo registrare un significativo passo avanti rispetto al 2004, quando era ferma al 4,9%. Rimane comunque lontano il target fissato per il 2020, pari al del consumo lordo nazionale. Obiettivo già centrato invece dall’Estonia (25,9%), il primo Paese dell’Unione a 27 ad aver raggiunto il suo traguardo del 25% previsto per il 2020. (altro…)

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