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Posts Tagged ‘Marco Lillo’

Qualche considerazione sulla telefonata tra Renzino e Renzone.

1. Faccio molta, molta, molta fatica a credere che Renzino non sapesse che Renzone fosse intercettato. Era evidente. E’ vero che Renzino non è esattamente Einstein, ma se non avesse saputo una cosa così ovvia sarebbe stato davvero a livelli ninamorici.

2. Renzino (si fa per dire) avrebbe quindi recitato la parte del figliol prodigo, a favor telecamera, media e magistratura. Purtroppo, non essendo Einstein ma solo Renzino, è riuscito a sbagliare anche qui. Per esempio consigliando a Renzone di non citare la mamma, altrimenti poi interrogavano pure lei. Non gliene riesce proprio una, poveretto. (altro…)

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Per i magistrati di Roma la telefonata del padre dell’ex premier però non è utilizzabile.

Matteo Renzi lo ha detto chiaro a Otto e mezzo il 3 marzo: “Se ci sono dei ricatti (…) c’è il dovere di fare i processi, noi siamo persone per bene e non abbiamo paura dei processi”. E poi ancora con riferimento alle pressioni sull’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni: “No no, parliamoci chiaro quando c’è l’espressione ‘ricatto’ non c’è nulla di politico”. (altro…)

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Svelato il giallo sull’equivoco degli 007. Dalle carte emerge la debolezza dell’accusa sui pedinamenti dei Servizi.

Le carte visionate dal Fatto sull’inchiesta contro il Capitano Scafarto dimostrano che, per almeno uno dei due falsi contestati al Capitano del Noe, la tesi dell’accusa è debole. Scafarto è indagato per falso aggravato (oltre che per il grave errore su Renzi) perché avrebbe omesso dolosamente alcuni particolari nella sua informativa consegnata al pm Mario Palazzi. Tutti i giornali hanno veicolato la tesi dell’accusa contenuta nell’invito a comparire a Scafarto lasciando intendere che il capitano avesse truccato le carte per far credere che l’azione investigativa del Noe fosse osservata dai servizi segreti. (altro…)

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Marroni chiamato per “l’appalto delle coop”. E disse: “Questa cosa l’affidiamo all’avv. Bianchi”.

Alla fine del suo interrogatorio con i pm di Napoli l’amministratore delegato di Consip Luigi Marroni si è sentito porre una domanda e ha risposto così: “Mi chiedete se mi siano state rivolte sollecitazioni da parte di esponenti politici a favorire nell’aggiudicazione degli appalti le Cooperative; vi dico che non ricordo sollecitazioni specifiche in tal senso”. Nelle conversazioni intercettate dalle microspie nascoste negli uffici della Consip a novembre si sente dire a Marroni qualcosa di meno netto in tal senso. (altro…)

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In un’intercettazione il businessman campano dice di aver visto direttamente il padre del premier.

La linea sulla quale si attesta la difesa di Tiziano Renzi è chiara: “Non c’è stato mai nessun incontro con Alfredo Romeo”. I Carabinieri del Noe, ora fuori dall’indagine, che verrà portata avanti dai carabinieri del reparto operativo che dipende dal comando provinciale, oltre che dalla Guardia di Finanza del comando di Napoli, sono convinti del contrario. (altro…)

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pizzino

Il “destinatario della somma”. Il foglietto ritrovato dagli inquirenti con una “T.”. Replica il papà dell’ex premier: “Nessuno mi ha mai promesso soldi”.

Lo scrivono dritto i pm di Roma Mario Palazzi e Paolo Ielo nel loro decreto di perquisizione di Carlo Russo, 33 anni, di Scandicci. Tiziano Renzi e il suo amico Russo sono indagati per traffico illecito di influenze perché “previo concerto, sfruttando relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni, amministratore delegato di Consip (…) si facevano promettere indebitamente da Alfredo Romeo (…) l’erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni, in relazione allo svolgimento delle (…) gare”. (altro…)

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la-tortaSe Romeo (tre lotti) puntava sull’amico di Tiziano Renzi, per i pm Cofely (quattro) contava sul senatore: sponsor centralizzati per la centrale unica degli acquisti pubblici.

C’era la pulizia dei palazzi del potere nel mirino delle imprese più importanti d’Italia, ognuna spalleggiata da uno sponsor vicino alla politica. Il nome nuovo che emerge dall’indagine Consip è quello di Denis Verdini. L’ex coordinatore del Pdl e fondatore di Ala non è indagato ma – secondo le ipotesi degli investigatori – spingeva per Cofely, la società francese che poi si è ritrovata prima in graduatoria per quattro lotti del mega appalto da 2,7 miliardi, quello del cosiddetto facility management 4, bandito dalla Consip nel 2014, in piena era Renzi. (altro…)

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romeo

L’affaire Consip – I magistrati romani interrogheranno il 23 il padre dell’ex premier, indagato per traffico d’influenze in favore dell’immobiliarista Romeo.

Non c’è solo un “pizzino”, come lo definiscono i magistrati, a mettere nei guai Tiziano Renzi e il suo amico Carlo Russo. Il padre del premier è indagato con il 33enne imprenditore di Scandicci per traffico di influenze illecite nell’indagine Consip per le intercettazioni combinate con i numerosi “pizzini” scritti dall’imprenditore napoletano Alfredo Romeo mentre conversava con Carlo Russo e poi gettati nella spazzatura ma recuperati dai carabinieri che li hanno ricomposti per dedurre le sue strategie. (altro…)

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mangiatoia

Il mega-appalto – L’affare miliardario al centro dell’indagine che coinvolge il padre di Renzi e ha messo nei guai il fedelissimo Lotti.

La cifra è scritta in rosso nella tabella qui sotto, in modo che tutti la possano leggere. Dunque sono 609 milioni di euro. A tanto ammonta il valore dei tre lotti della gara più grande d’Europa – 18 lotti in totale per un totale di 2 miliardi e 692 milioni di euro – vinti dal gruppo di Alfredo Romeo, indagato per associazione a delinquere e corruzione anche in relazione agli appalti Consip. In quell’indagine i pm si sono imbattuti nei rapporti di Romeo con Carlo Russo, imprenditore fiorentino amico di Tiziano Renzi, e sono spuntate anche testimonianze di un incontro del babbo dell’ex premier, non indagato, con Russo e Romeo stesso. (altro…)

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renzi-sapeva

Non c’è pace a Rignano – Filippo Vannoni, storico amico del segretario del Pd, racconta ai pm di Napoli: “Matteo sapeva dell’esistenza dell’inchiesta”.

Anche Matteo Renzi sapeva dell’indagine segreta (si fa per dire) sulla Consip, la centrale di acquisto della Pubblica amministrazione. A tirare in ballo il segretario del Pd nella fuga di notizie che fa tremare il governo non è un funzionario amico del M5s o un burocrate con simpatie per Bersani e Speranza. Bensì un renziano a 24 carati: Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua. Il testimone che fa il nome dell’ex premier davanti ai pm di Napoli è presidente della municipalizzata dell’acqua di Firenze e di altri 45 Comuni dei dintorni, perché scelto nel 2013 proprio da Matteo Renzi e confermato da Dario Nardella nel 2015. (altro…)

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laccusa

Spetta ai magistrati di Roma fare luce su chi informò la Consip degli accertamenti sulla commessa da 2,7 miliardi. Indagati Lotti e due generali di carabinieri.

Luigi Marroni è partito. Dopo avere terremotato i vertici dei carabinieri e quelli del Pd e del governo, ha lasciato Roma mentre invece Lotti ieri è rientrato nella Capitale, appena letto l’articolo del Fatto con la notizia dell’indagine per rivelazione di segreto e favoreggiamento su di lui, sul comandante dei carabinieri Tullio Del Sette e sul comandante della Toscana, Emanuele Saltalamacchia. (altro…)

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lotti

Favoreggiamento e rivelazione di segreto contestati al braccio destro di Renzi La caccia alle cimici ha allertato gli investigatori. Inquisito pure Saltalamacchia.

Luca Lotti è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip. Il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulle fughe di notizie è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri) ed è finito a Roma per competenza territoriale. A decidere il destino dell’uomo più vicino al segretario del Pd ora sarà il procuratore Giuseppe Pignatone. (altro…)

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bilanci-della-sanitaI pm: “Marcello Giannico truccò i conti di un’altra azienda sanitaria per salvare il suo posto”.

Nicola Zingaretti ha individuato Marcello Giannico come capo della struttura che vigila sui bilanci della sanità laziale. Peccato che Giannico è sotto processo con l’accusa di avere compiuto un falso e un abuso di ufficio attestando debiti inesistenti nel bilancio di una Asl in Sardegna per salvare il proprio posto. Il Tribunale dovrà stabilire se abbia commesso i reati contestati ma stupisce che con queste vicende in corso in Tribunale (raccontate anche in un articolo del 2014 del Corriere della Sera di Gianantonio Stella, seguito da repliche e querele, e poi da tanti articoli della stampa locale) Marcello Giannico sia dal luglio scorso il responsabile dell’area risorse economico-finanziarie della “cabina di regia” della sanità laziale. (altro…)

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RenziL’indagine di Firenze sui fondi dell’Unicef Monika Jephcott rivela: “Abbiamo documenti e prove utili per i pm”.

C’è una psicoterapeuta che potrebbe mettere nei guai la famiglia Conticini, quella del cognato di Matteo Renzi, e in imbarazzo politico lo stesso premier. Si chiama Monika Jephcott, 71 anni, con i modi garbati di un’anziana professoressa ci consegna un messaggio chiaro per i pm di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione: “Abbiamo documenti, mail e prove che potrebbero essere utili ai magistrati per decidere sul caso che riguarda Conticini. (altro…)

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Padre e figlioL’inchiesta – I pm che indagano sul presunto riciclaggio di Conticini ipotizzano che parte di quel denaro sia andato alla Eventi 6 srl.

La Procura di Firenze sospetta che i soldi dell’Unicef e di Operation Usa destinati alle campagne per i bambini affamati in Africa siano stati usati nel 2011 dal cognato di Matteo Renzi – Andrea Conticini – per iniettare capitali in tre società. La prima è quella dei Renzi, Eventi 6, che allora si chiamava ancora Chil Promozioni e le altre due società sono dei coniugi Patrizio Donnini e Lilian Mammoliti, renziani della prima ora. I Conticini giurano che i soldi sono stati usati per far sorridere i bambini africani con la Play Therapy e l’avvocato Federico Bagattini ha fatto ricorso al Tribunale del riesame. Però l’accusa, con tutti i se del garantismo, resta enorme. (altro…)

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processo-mafia-capitale

MAFIA CAPITALE Via al dibattimento, no dei giudici ai difensori: l’ex Nar e altri tre possono partecipare solo in videoconferenza.

Alla fine Massimo Carminati, come si dice a Roma “sbrocca”. Per otto ore è rimasto seduto immobile nel carcere di Parma dove si trova all’isolamentodel41bis.Lui,come anche gli altri vertici dell’organizzazione Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia e una dozzina di altri arrestati, è collegato solo in video conferenza con l’aula Vittorio Occorsio dove si tiene il maxi processo a Mafia capitale. Il “nero”, secondo il suo avvocato Bruno Giosuè Naso,questa volta non starà in silenzio: “Parlerà, è intenzionato a difendersi in modo diverso dal solito perché vuole chiarire un sacco di cose e lo farà”.Per ora sta seduto a gambe aperte, come faceva sulla sedia del benzinaio di Corso Francia quando comandava Roma. (altro…)

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pignatoneOggi in tribunale le prime sentenze sul Mondo di Mezzo Il prefetto decide: la lista non sarà agli atti, “è solo una guida”.

La lista dei 101 nomi, almeno nel contenuto, alla fine resterà segreta. Il prefetto di Roma Franco Gabrielli ha deciso di dare il nulla osta alla desecretazione solo per la relazione della commissione prefettizia sullo scioglimento del comune di Roma per Mafia.Restano segreti invece i due allegati: il quadro degli appalti che ripercorre i periodi Alemanno e Marino e il librone con i 101 nomi che rappresenterebbero-secondo la stampa   – ‘il capitale umano’ dell’associazione, con le relative schede. Un documento di circa 200 pagine che quindi resterà segreto. Ai pm romani interessa solo la relazione e ora potranno usarla pienamente dal punto di vista penale. Tre o quattro posizioni che erano in bilico presto potrebbero finire sul registro degli indagati.  (altro…)

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NOMINE A TAVOLA L’Immigrazione in queste mani   Odevaine rivela le trame degli alfaniani per“piazzare”il prefetto Morcone.

Sul Cara di Mineo cade il governo. Aveva previsto Salvatore Buzzi. Se si legge con attenzione il verbale integrale (finora pubblicatoperbrevistralci)di 150 pagine reso da Luca Odevaine il 27 luglio scorso la sensazione è che Buzzi non abbia esagerato molto con la sua profezia.   ODEVAINE confessa di essere stato il regista della commissione che ha truccato la gara del 2011 per far vincere il raggruppamento che includeva la coop rossa Sisifo e il gruppo Cascina vicino a Cl.Mal’excapo della polizia provinciale di Roma racconta anche una serie di incontri tra lui, il sottosegretario Giuseppe Castiglione e i manager della Cascina, aventi ad oggetto proprio il Cara di Mineo. Secondo Odevaine, i manager della Cascina che poi sono stati arrestati a giugno per i rapporti con lui avevano un filo diretto con Castiglione e lo incontravano al ministero. (altro…)

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INVITO AL GRAN CERIMONIERE Se Maurizio Lupi, Frank Cavallo, Ercole Incalza, Salvatore Menolascina, Francesco Ferrara e Roberto Formigoni parlassero dei loro illeciti sarebbe tutto più reale.

Sarebbe bello se Giorgio Vittadini spezzasse la cappa di ipocrisia che sovrasta il Meeting di CL e trovasse il coraggio di salire sul palco per pronunciare un discorso liberatorio fatto più o meno così: “Cari Maurizio Lupi, Roberto Formigoni,Frank Cavallo,Ercole Incalza, Salvatore Menolascina e Francesco Ferrara, sappiamo che siete tutti finiti nei guai per storie diverse, qualcuno indagato o arrestato e qualcuno costretto alle dimissioni senza essere indagato,come Lupi. Ebbene,noi del Meeting di CL non vi dimentichiamo. Sperando che siate tutti liberi (in tutti i sensi) e disponibili, vi chiediamo di mettere a disposizione del Meeting le vostre conoscenze. (altro…)

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azzolliniL’INCHIESTA I giudici non la pensano come i senatori che hanno “salvato” il collega Ncd, per loro era il vero capo della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie. Ecco perché doveva andare in carcere.

Antonio Azzollini doveva andare agli arresti domiciliari perché da cinque anni era il “commissario” cioè il vero capo di un sistema di potere clientelare che, al di là delle cariche ufficiali, dominava nella Casa della Divina Provvidenza di Biscegliee ne ha accentuato il dissesto finanziario.   Il Tribunale del Riesame il 6 agosto della decisione con cui a luglio ha confermato l’ordinanza di arresto del gip nei confronti dell’ex presidente della commissione bilancio del Senato, del Ncd. (altro…)

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