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Posts Tagged ‘consip’

Circolare Csm – La bozza dà ai procuratori la potestà di sottrarre le indagini ai pm, senza motivazioni. E l’ultima parola sugli arresti.

Autonomia e Indipendenza, la corrente di Piercamillo Davigo ha lanciato l’allarme su una possibile “deriva autoritaria” nelle Procure italiane a causa di una circolare che il Csm sta mettendo a punto e ieri il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini ha fatto il pompiere di palazzo dei Marescialli: la circolare sulle procure, su cui sta lavorando la Settima Commissione “mai potrà ledere le prerogative attribuite dalla legge” ai procuratori e ai pm “garantite dalla Costituzione e dallo stesso ordinamento giudiziario”. (altro…)

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Abbiamo spesso criticato la Procura di Roma per le sue timidezze sullo scandalo Consip, che finora hanno dato l’impressione di indagare più sulle fughe di notizie ai giornali (e, fra questi, solo al Fatto) che su quelle ben più gravi agli indagati e soprattutto sulla notizia: l’ipotesi di traffico d’influenze illecite di Tiziano Renzi e del fido Carlo Russo per raccomandare alla Consip Alfredo Romeo sull’appalto più grande d’Europa. Oggi però diamo volentieri atto ai pm capitolini di aver chiuso presto e bene l’indagine aperta sei mesi fa su Henry John Woodcock e Federica Sciarelli. (altro…)

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Il suggerimento dei carabinieri non fu accolto dalla Procura di Roma anche perché il leader si sarebbe potuto rifiutare di rispondere sul padre e sui suoi rapporti con l’imprenditore Romeo.

Il 28 febbraio 2017, il giorno prima dell’arresto di Alfredo Romeo, il Noe dei carabinieri chiede alla Procura di Roma di interrogare nell’ambito dell’inchiesta Consip Matteo Renzi. La nota viene inviata al pm Mario Palazzi dal maggiore del Noe Giampaolo Scafarto. È l’ufficiale che poi verrà accusato di aver falsificato parti di un’informativa depositata il 9 gennaio ma anche di aver passato notizie relative all’indagine a due marescialli, suoi ex colleghi poi passati all’Aise, i servizi segreti esteri. (altro…)

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LA CENSURA DELLA CORTE DEI CONTI LE INCHIESTE PENALI LE RESPONSABILITÀ DI CONSIP.

L’inchiesta.

Le indagini delle Procure e del Tar, i rilievi di Corte dei conti, Antitrust e Anac stanno travolgendo la società nata per favorire risparmi e trasparenza. Scarse economie, inefficienze e boom dei contenziosi: nel 2015 due milioni e mezzo di sole spese legali.

ROMA – L’inchiesta della procura di Roma sul maxi appalto per il Facility Mangement non è il solo faro che la magistratura ha acceso su Consip, la centrale unica degli appalti nata per favorire risparmi e trasparenza. Ma che si è trasformata, invece, in una fabbrica che produce appalti miliardari e pochi, e soliti, vincitori. (altro…)

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L’Anticorruzione ha accertato che nella lista delle imprese che hanno presentato le offerte ci sono le stesse aziende sanzionate dall’Antitrust per aver siglato un accordo illecito nella gestione dei servizi di facility management per gli istituti di istruzione. È la gara assegnata nel 2015 che per questo che poi è stata annullata.

Che la gara d’appalto da 2,7 miliardi della Consip, per la gestione dei servizi nella pubblica amministrazione, potrebbe essere stata truccata è materia di indagine, come rivelato il 21 dicembre dal Fatto Quotidiano, da molto tempo.  Ma ora a quella che è stata l’ipotesi degli inquirenti di Napoli e Roma si aggiunge la relazione dell’Anac con un nuovo fronte, già noto da tempo. Per l’autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, come riporta il Corriere della Sera, c’è il fondato sospetto di un “accordo di cartello” fra tre imprese concorrenti per aggiudicarsi i lotti più importanti lasciando fuori le altre ditte. (altro…)

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Faccia a faccia – L’ex parlamentare riferisce all’immobiliarista sulle trattative per la gara.

È il 19 gennaio 2016 quando gli investigatori registrano un’importante conversazione tra l’imprenditore Alfredo Romeo e l’ex parlamentare di An Italo Bocchino. È un dialogo già noto, che però il Fatto, avendone ascoltato con attenzione l’audio, oggi può riportare in una nuova interessante lettura. Per comprendere il senso di questo importante scambio di battute, bisogna ricordare qual era, in quel momento, il quadro della situazione per il mega appalto Fm4. (altro…)

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Lavorare con la Guardia di Finanza in redazione senz’aver evaso un euro di tasse né essere accusati di averlo fatto è già piuttosto seccante. Ma leggere nel decreto di perquisizione della Procura di Napoli che essa “sorge sulla base di una denunzia-querela dei difensori di Romeo Alfredo, in cui si lamenta la pubblicazione di notizie coperte da segreto che peraltro avrebbero natura diffamatoria per la posizione del loro assistito”, non sappiamo se faccia più ridere o più piangere. Il preclaro denunziante che il noto criminale Marco Lillo avrebbe diffamato pubblicando atti della Procura che ci perquisisce è quel Romeo che la Procura che ci perquisisce ha fatto arrestare quattro mesi fa per corruzione e indagato un anno fa per associazione per delinquere e concorso esterno in associazione camorristica. (altro…)

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Se la magistratura sospetta che un suo componente abbia commesso dei reati e procede contro di lui, è la dimostrazione che la magistratura funziona“. Così il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, replica, nel corso di Otto e Mezzo (La7), al giornalista di Repubblica, Vittorio Zucconi, secondo cui, a proposito delle indagini a carico del pm di Napoli Woodcock, “quando la magistratura è costretta a intervenire per indagare sulla magistratura, è sempre una brutta notizia per tutti”. (altro…)

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“Mi gioco la mia credibilità di giornalista, di persona, di uomo: di sicuro la mia fonte non è Henry John Woodcock, né tantomeno Federica Sciarelli, né l’uno tramite l’altra”. Lo ha detto il giornalista de il Fatto Quotidiano Marco Lillo, a Napoli per la presentazione del suo libro “Di padre in figlio” con il sindaco Luigi de Magistris alla Domus Ars. “So che la Procura di Roma ha formulato un’ipotesi accusatoria che non è la verità – ha detto Lillo – e che non sta in piedi. Woodcock non ha rivelato alcun segreto, tanto meno attraverso la giornalista mia amica Sciarelli. Un’ipotesi investigativa sbagliata può capitare, penso che accerteranno che questo fatto non è mai accaduto sentendo Sciarelli, Woodcock e, spero, anche me”. (altro…)

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Consip? E’ un caso grave. Che differenza c’è tra mafia e politica, se chi fa il suo dovere di testimoniare come Luigi Marroni viene fucilato?”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che, durante Otto e Mezzo(La7), in un dibattito col vicedirettore dell’Espresso, Marco Damilano, e il presidente di Rcs Libri, Paolo Mieli, analizza il caso Consip. “Ci sono 5 persone indagate per fatti gravi e non per aver sbagliato una nomina” – spiega Travaglio – “Dei 5 indagati uno fa il ministro, uno fa il comandante dell’Arma dei Carabinieri, uno capeggia i Carabinieri della Toscana, uno è il padre di Renzi, uno è il braccio destro del padre di Renzi(altro…)

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“Mi riferiscono di queste dichiarazioni di Fiano, voglio credere che non siano esatte, perché sarebbe abbastanza allucinante: non si può cacciare uno perché davanti alla Giustizia dice una verità o una sua dichiarazione scomoda per il governo. Queste sono cose assolutamente fuori dal seminato”. Pier Luigi Bersani stenta a credere a quanto detto da Emanuele Fiano in tv sul caso Consip. (altro…)

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Numeri sul filo al Senato: martedì si voteranno 5 documenti sul caso che coinvolge il ministro dello Sport e l’ad della società Marroni. Uno di questi è degli ex Pd: “Se tutti restano in carica, è un segnale di arroganza politica”. Toni che potrebbero attirare gli umori del M5s. Se le opposizioni votassero con gli Articolo 1, ai democratici servirebbe il soccorso azzurro di Ala. (altro…)

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Alessandro Sessa è stato ascoltato già a maggio come persona informata sui fatti, oggi il colonnello torna davanti ai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi, titolari dell’indagine, da indagato. Ed è proprio dopo quanto detto durante lo scorso interrogatorio, che i magistrati romani hanno deciso di ipotizzare il reato nei suoi confronti.

C’è un nuovo indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip. Si tratta di Alessandro Sessa, vicecomandante del Noe dei Carabinieri finito sotto inchiesta per depistaggio. Ascoltato già a maggio come persona informata sui fatti, oggi il colonnello torna davanti ai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi, titolari dell’indagine, da indagato. Ed è proprio dopo quanto detto durante lo scorso interrogatorio, che i magistrati romani hanno deciso di ipotizzare il reato nei suoi confronti. (altro…)

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Sento ripetere che non devono vincere loro, i terroristi.
Che dobbiamo difendere i nostri valori (i quali, pare, si riducano poi a poter assistere ad un concerto di una teenager).
Eppure, ogni elezioni è condizionata dal candidato (e non convitato) di pietra: l’Isis, Daesh, il terrorismo ..
E’ successo in Inghilterra per le imminenti elezioni, dove il confronto tra May e Corbyn (conservatori e laburisti) si è ridotto ad una discussione sulla sicurezza.
E’ successo e succederà in Francia, dopo l’aggressione di ieri a Notre Dame.
In Italia forse si voterà a settembre e non vorrei segnarmi le date: fino ad oggi, forse perché siamo considerati un paese di passaggio, non abbiamo attentati come in Germania, in Inghilterra e Francia. E nemmeno mi auguro che avvengano. (altro…)

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Qualche considerazione sulla telefonata tra Renzino e Renzone.

1. Faccio molta, molta, molta fatica a credere che Renzino non sapesse che Renzone fosse intercettato. Era evidente. E’ vero che Renzino non è esattamente Einstein, ma se non avesse saputo una cosa così ovvia sarebbe stato davvero a livelli ninamorici.

2. Renzino (si fa per dire) avrebbe quindi recitato la parte del figliol prodigo, a favor telecamera, media e magistratura. Purtroppo, non essendo Einstein ma solo Renzino, è riuscito a sbagliare anche qui. Per esempio consigliando a Renzone di non citare la mamma, altrimenti poi interrogavano pure lei. Non gliene riesce proprio una, poveretto. (altro…)

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Un post in cui spiega di volere la “andare fino in fondo” nell’inchiesta della procura di Roma, condito da una serie di attacchi frontali al Fatto Quotidiano e a Marco Lillo. Niente scuse per la bugia sul giornalista e ancora nessuna parola sul virgolettato più interessante del colloquio telefonico intercettato con suo padre.

E tre. Per la terza volta in tre giorni Matteo Renzi interviene su facebook per parlare dell’indagine Consip. Un post in cui spiega di volere la “verità” sull’inchiesta della procura di Roma, condito da una serie di attacchi frontali al Fatto Quotidiano e a Marco Lillo.  “È una gogna mediatica, ma le intercettazioni mi fanno un regalo”, aveva detto l’ex premier il giorno della pubblicazione da parte del nostro giornale della telefonata intercettata con il padre Tiziano. Tre giorni dopo continua a lanciare attacchi sia al Fatto che all’autore di quello scoop. (altro…)

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“Noi eravamo abituati a sentir dire che quest’inchiesta non stava né in cielo né in terra. In privato c’è un uomo che dice esattamente il contrario di quello che dice in pubblico”. Così il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, intervistato da Giovanni Floris a DiMartedì (La7) sulle intercettazioni che vedono coinvolti l’ex premier Matteo Renzi e il padre Tiziano: “C’è un Renzi che abbia avuto il sospetto che il padre era intercettato. (altro…)

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Svelato il giallo sull’equivoco degli 007. Dalle carte emerge la debolezza dell’accusa sui pedinamenti dei Servizi.

Le carte visionate dal Fatto sull’inchiesta contro il Capitano Scafarto dimostrano che, per almeno uno dei due falsi contestati al Capitano del Noe, la tesi dell’accusa è debole. Scafarto è indagato per falso aggravato (oltre che per il grave errore su Renzi) perché avrebbe omesso dolosamente alcuni particolari nella sua informativa consegnata al pm Mario Palazzi. Tutti i giornali hanno veicolato la tesi dell’accusa contenuta nell’invito a comparire a Scafarto lasciando intendere che il capitano avesse truccato le carte per far credere che l’azione investigativa del Noe fosse osservata dai servizi segreti. (altro…)

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