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Posts Tagged ‘Antonio Massari’

Faccia a faccia – L’ex parlamentare riferisce all’immobiliarista sulle trattative per la gara.

È il 19 gennaio 2016 quando gli investigatori registrano un’importante conversazione tra l’imprenditore Alfredo Romeo e l’ex parlamentare di An Italo Bocchino. È un dialogo già noto, che però il Fatto, avendone ascoltato con attenzione l’audio, oggi può riportare in una nuova interessante lettura. Per comprendere il senso di questo importante scambio di battute, bisogna ricordare qual era, in quel momento, il quadro della situazione per il mega appalto Fm4. (altro…)

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buzzi

Tutto quello che il premier non dice sui rapporti documentati fra Mafia Capitale e gli uomini del suo governo e partito.

“Pensate che avrebbero detto se Muraro fosse del Pd. In fondo la svolta della Raggi è dare la gestione dei rifiuti a un donna collegata totalmente a Mafia Capitale, a quelli che c’erano prima. La doppia morale dei 5 Stelle fa ridere i polli”. Il premier Matteo Renzi va giù a testa bassa, dinanzi alla platea della scuola di formazione del Pd, e il riferimento alla doppia morale, come vedremo, è così toccante che merita di essere analizzato. (altro…)

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RaiDirettori e consulenti – Sui compensi oltre i 240 mila euro una fonte svela: “Accordi elaborati dallo staff di Campo Dall’Orto, senza verifiche”. Il dg smentisce.

Chi ha elaborato i contratti per direttori, vicedirettori e consulenti della ricchissima infornata voluta dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto? Il regolamento prevede che se ne occupi l’ufficio del personale. E la Rai sostiene che sia effettivamente andata così. Ma c’è chi sostiene una versione diversa. Ed è disponibile a confermarla se dovesse essere ascoltato dalla Corte dei conti o dall’Anac guidata da Raffaele Cantone. Lo stesso Cantone che nei prossimi giorni, mercoledì 4 agosto, sentirà Campo Dall’Orto proprio sulla questione contratti. (altro…)

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RifiutiTanto costeranno alle casse dello Stato le discariche abusive disseminate lungo la Penisola. La Corte dei conti del Lazio indaga per danno erariale.

Una multa da 40 milioni di euro ogni sei mesi, 80 l’anno, ben 120 da quando nel dicembre 2014 l’Unione europea ha decretato con sentenza che dobbiamo pagare finché non avremo messo in sicurezza e bonificato l’immenso giacimento di discariche abusive presenti in Italia. L’incapacità dello Stato di fare ordine nella nostra monnezza, insomma, ci costa il doppio di quanto risparmieremmo – secondo i calcoli del governo Renzi – abolendo il Senato; ma non risultano campagne martellanti per la risoluzione del problema. Anzi. S’è dovuta muovere la Corte dei Conti del Lazio che ha appena aperto un fascicolo per danno erariale. (altro…)

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Indagato

Così il giudice della Corte costituzionale nel 2011 “lavorava” per Federico Pizzetti, figlio del Garante della Privacy. E nessuno ne parla.

Senti, ma tenuto conto che tu hai problemi di riservatezza, in quella Europea non ci sarebbe il giovane al quale sono interessato?”. È il 9 marzo 2011 quando il professor Augusto Barbera, oggi giudice della Corte Costituzionale, contatta il collega Silvio Gambino. Gambino è uno dei commissari sorteggiati per il concorso all’Università Legionari di Cristo – legato all’istituto di diritto pubblico – che vedeva, tra i favoriti, Anna Maria Bernini e Federico Pizzetti. La prima è l’ex ministro del governo Berlusconi, il secondo è invece il figlio di Francesco, ex Garante per la privacy, ed entrambi sono nel cuore del prof. Giorgio Lombardi che, come sottolineano gli investigatori della Guardia di Finanza di Bari, aveva “preordinato di assegnare” proprio a loro le due cattedre. (altro…)

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consulta

La toga eletta a dicembre finisce nell’inchiesta sull’Università. L’accusa è di falso in atto pubblico: avrebbe “sponsorizzato” il figlio di Pizzetti.

È tra i giudici che dovranno valutare l’Italicum e – pur non comparendo nell’elenco dei “firmatari per il Sì” – da tempo manifesta il suo apprezzamento per la riforma costituzionale. Parliamo di Augusto Barbera, classe 1938, professore di Diritto Costituzionale e membro della Consulta: il suo nome è nell’elenco degli indagati, con l’accusa di falso in atto pubblico per induzione, nell’inchiesta ormai conclusa sui concorsi universitari del 2010. “Finalmente!”, commenta Barbera al Fatto, “Considero una buona notizia la conclusione delle indagini. Così potrò, per la prima volta, conoscere gli addebiti ed esporre a un giudice le mie ragioni. E sottolineare che non ero membro di alcuna commissione giudicatrice”. (altro…)

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La cena

Ospiti della brigata il generale Delle Femmine e il n° 2 della Polizia Piantedosi.

Il clan ci teneva davvero tanto ad avere a tavola i numeri due di Servizi segreti e polizia. Più che una cena sarebbe stata una riunione degli Stati generali, quella sera al circolo della Marina sul Lungotevere, dove si discusse anche di alcune nomine. Tra gli invitati c’era anche l’attuale numero due dell’Aisi, il generale della Guardia di Finanza Vincenzo Delle Femmine, oggi in corsa per guidare l’intera Guardia di Finanza o dirigere i servizi segreti interni. All’incontro – si apprende da ambienti vicini al generale – Delle Femmine partecipò sapendo di essere assieme a persone delle istituzioni. (altro…)

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MarcolinNon solo Gemelli stava in commissione con Finocchiaro e Boschi: anche Colicchi, amicizie trasversali, spesso in Transatlantico.

C’era un altro uomo del “quartierino” – oltre Gianluca Gemelli, compagno dell’ex ministra Federica Guidi – che frequentava il Parlamento e s’intratteneva in Transatlantico. Il suo nome è Nicola Colicchi. È l’uomo che insieme a Gemelli aveva messo in piedi, secondo l’inchiesta della procura di Potenza, l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di influenze illecite che mirava, attraverso una serie di pressioni sul governo, a realizzare un imponente centro di stoccaggio nel porto di Augusta. (altro…)

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Marchette

Il concetto – non letterale – suona così: “Mandatemi solo gli scritti e stop con gli incontri”. L’autore della mail è Roberto Cerreto, capo di Gabinetto del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Il via vai di bozze, correzioni, proposte, valutazioni sull’emendamento è incessante. E così, se non siamo dinanzi a una dettatura, poco ci manca. Siamo a dicembre 2014. L’emendamento che serve alla joint venture di compagnie petrolifere interessate al Tempa Rossa – Total, Shell e Mitsui – ha già subìto un inciampo poche settimane prima. Avrebbe potuto vedere la luce nel decreto Sblocca Italia. Ma non è andata come auspicavano le compagnie. (altro…)

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VerdiniPalazzo Chigi è parte civile nel processo all’ultimo acquisto della sua maggioranza, imputato per il crac del Credito cooperativo toscano e per aver abusato dei fondi per l’editoria.

Ora che Denis Verdini e il suo movimento (Ala) sono di fatto nella maggioranza – dopo il voto di fiducia al governo sulle unioni civili – le geometrie politiche di Matteo Renzi si rivelano sempre più controverse e imbarazzanti. Lo dimostrano atti, documenti e soprattutto udienze in corso. Come quelle davanti al Tribunale di Firenze. Il 17 marzo il fondatore di Ala, salvo ripensamenti, dovrà presentarsi al processo che lo vede alla sbarra per una dozzina di capi d’imputazione. I fatti risalgono a quando, da parlamentare, era anche presidente del cda del Credito Cooperativo Fiorentino che, secondo l’accusa, Verdini avrebbe portato al dissesto. (altro…)

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FinanzaUn candidato andava a cena con i capi di Bpm, un altro ha un fratello imputato per Sopaf, pure il terzo piace a Renzi.

Il mandato del comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, è ormai in scadenza e questa casella da riempire per il governo è una delle partite più importanti. Il cambio è previsto in primavera ed è sufficiente scorrere l’elenco delle banche sotto inchiesta, a partire dall’Etruria che fu guidata anche da Pier Luigi Boschi, vicepresidente e padre del ministro Maria Elena, per comprendere che il futuro numero uno della Finanza ricoprirà un ruolo ancor più nevralgico del solito: i fascicoli giudiziari sugli istituti di credito in questi ultimi mesi si sono moltiplicati, potrebbero aumentare e le indagini – delicatissime anche politicamente – sono come è ovvio affidate alle Fiamme gialle. (altro…)

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frati-finanza

Tre frati di san Francesco avevano affidato a un faccendiere il tesoretto per ottenere il 13,5% di interessi, che però non sono mai arrivati. E i soldi sono andati in fumo. Quattro gli indagati nelle inchieste che si svolgono in Italia e Svizzera e che sono partite dopo la denuncia dei nuovi vertici dell’ordine.

I soldi destinati alle opere religiose si sono trasformati in resort di lusso sparsi tra l’Africa e il Medio Oriente. Non solo. I frati li avevano affidati a un faccendiere – parliamo di circa 50 milioni di euro – per pura speculazione: intendevano ricavarne il 13,5 per cento di interessi. Ma nulla è andato secondo i programmi. Anzi. Ieri mattina tre frati e un faccendiere sono stati perquisiti, le indagini si svolgono in Italia e in Svizzera, sono stati eseguiti sequestri per 5 milioni di euro. E soprattutto: le operazioni svolte ieri dalla Guardia di finanza e dalla Polizia elvetica portano in calce la firma simbolica di Papa Francesco(altro…)

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l'assessorePescara Paola Marchegiani ottiene un finanziamento di 150.000 euro dalla Regione dell’amico (ex sindaco) D’Alfonso.

Era assessore al Comune di Pescara già quando il sindaco era Luciano d’Alfonso. E ora Paola Marchegiani (Pd), che è sempre al suo posto, s’è appena vista approvare un finanziamento pubblico da ben 150 mila euro dalla Regione Abruzzo, guidatapropriodaD’Alfonso(Pd), oggi governatore, per ristrutturare un’antica proprietà di famiglia nell’incantevole paesaggio di Città Sant’Angelo (Pescara). Altrettanto incantevole è il suo candore quando descrive l’iter burocratico della vicenda.   L’ASSESSORE Marchegiani ha il pregio di non nascondere né le sue emozioni, né le sue intenzioni, soprattutto se riguardano D’Alfonso e le sue – ormai tutte archiviate – vicende giudiziarie. (altro…)

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Dalla Visan alla Guerra: per le deposizioni al processo escort di Bari viaggio e alloggio pagato, ci pensa il ragionier Spinelli.

Bari – S’è seduto in aula giusto il tempo di declinare le generalità e dichiarare:“Preferirei avvalermi della facoltà di non rispondere”. L’udienza per Silvio Berlusconi è durata meno di cinque minuti. È imputato in un processo connesso, nel quale è accusato, con Valter Lavitola, di aver indotto Gianpi Tarantini a mentire: è per questo motivo che può avvalersi della facoltàdinonrispondere.Lasciata l’aula, però, la pm Eugenia Pontassuglia chiede di acquisire dalla Procura di Milano gli atti del Ruby ter,per la precisione il verbale del ragionier Giuseppe Spinelli che, per conto di Berlusconi, in questi anni ha pagato decine di ragazze: oltre ad aver partecipato alle sue “cene eleganti” ,erano anche state convocate nelle Procure di Bari e Milano, come testimoni. L’ex premier esce dall’aula e,dopo una foto ricordo nel corridoio con un avvocato e la sua cliente, protetto dalla scorta lascia il tribunale.

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silvio_berlusconi_e_federica_gagliardiCHE SBALLO L’ultimo mistero delle cene eleganti di B.

Le tracce di consumo e spaccio di cocaina di ragazze e frequentatori del“bungabunga”.

Bari – È rimasto almeno un punto interrogativo, che Silvio Berlusconi potrebbe chiarire nell’udienza in cui oggi è chiamato a testimoniare (non indagato): nella residenza di palazzo Grazioli, in quella sarda di villa Certosa e infine ad Arcore, durante le“cene eleganti”con bunga bunga,qualcuno portava e usava cocaina, o no? Alla domanda – ammesso che l’accusa abbia pensato di rivolgergliela – Berlusconi, salvo ripensamenti, oggi non risponderà: ha già annunciato che, in quanto imputato in un procedimento connesso, si avvarrà della facoltà di non rispondere.

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Poste Italiane

I NOMI DI CHI CERTIFICA LA QUALITÀ DELLA RETE ITALIANA SU CUI VIAGGIANO LE LETTERE DI CARTA DOVREBBERO ESSERE TOP SECRET, INVECE I “CONTROLLATI” LI HANNO SPIATI.

È il 28 novembre 2007 quando un funzionario di Poste italiane scrive una email ad alcuni colleghi: “Vi trasmetto le tabelle con l’elenco dei droppers e receivers Izi… ”.   Il punto è che l’elenco dei droppers e dei receiver in questione, per Poste italiane, dovrebbe essere assolutamente top secret: una sorta di servizio di spionaggio, tra alcuni funzionari di Poste italiane, era riuscito a intercettare i nominativi di chi doveva controllarli.   A dimostrarlo una “struttura” che emerge da un archivio di oltre diecimila email interne. Stiamo parlando, infatti, di chi controlla ufficialmente il tasso di qualità del servizio postale. Un coefficiente valutato da un ente esterno a Poste italiane: la Izi srl che, da anni, certifica la qualità del servizio. Il coefficiente è un dato fondamentale, per Poste italiane, poiché, in base a un contratto sottoscritto con lo Stato, può essere costretta a pagare fino a 500 mila euro l’anno di sanzione se non rispetta i parametri prefissati.  (altro…)

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Montedison

LE PARTI CIVILI LO SEPPERO 15 GIORNI PRIMA. “DA CHI? LO DIREMO AI GIUDICI”.

inviato a Bussi sul Tirino (Pescara) – È il 4 dicembre 2014. Al giorno della sentenza mancano ancora due settimane. Le parti civili – sia quelle private, sia quella pubblica, cioè l’Avvocatura dello Stato – sono riunite a Roma per organizzare le repliche in udienza. A cena, però, avviene un dialogo che nella cronologia degli eventi ha una grande rilevanza. Il Fatto Quotidiano ha ricostruito questo episodio incrociando le fonti, che chiedono l’anonimato ma assicurano : “Confermeremo tutto dinanzi al Csm o a giudici che vorranno interrogarci”. “Una persona – raccontano – ci ha detto testualmente: ‘Saranno tutti assolti, è già tutto deciso’”. Chi è questa persona? “Lo riferiremo soltanto ai magistrati competenti”, assicura una delle fonti, “ma un fatto è certo: quell’affermazione fu perentoria”.

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Discariche Montedison

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO La lettura della sentenza che si è svolta a porte chiuse nel Tribunale di Chieti il 19 dicembre 2014. Tutti assolti i 19 imputati a processo a Chieti, per le discariche della Montedison

MONTEDISON (DISCARICA DI BUSSI), I GIUDICI POPOLARI RIVELANO: “NON ABBIAMO NEPPURE LETTO GLI ATTI, A CENA CI HANNO CONSIGLIATO DI DERUBRICARE IL REATO”.

No non ero serena”. Gli occhi sono lucidi. “Non ero serena quando ho emesso la sentenza per la discarica di Bussi”. La signora si tortura le mani. “Capivo l’importanza di questa sentenza, sono stata sorteggiata, ho preso tutto molto seriamente, certo con i miei limiti, con le mie conoscenze giuridiche, ma io in questa sentenza, soprattutto nelle sue motivazioni, proprio non mi riconosco”.   “Neanche io ero serena”, dice l’altra signora, “ma le dico di più: non abbiamo mai letto gli atti del processo”.   (altro…)

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Giù tutto

A OSTUNI CEDE UN SOFFITTO: DUE BAMBINI E UNA MAESTRA FERITI. L’ISTITUTO ERA
STATO RISTRUTTURATO: SOLITO APPALTO RIBASSATO, SOLITO RADDOPPIO DEI COSTI.

Le macerie sui banchi, frammenti d’intonaco spessi circa 5 centimetri, bambini feriti: ieri mattina s’è staccato un intero pezzo di soffitto, è crollato su una classe, ed è solo un caso che non si debba raccontare una strage dentro una scuola elementare. Era stata inaugurata a gennaio di quest’anno, dopo cinque anni di lavori di ristrutturazione: i 687 bambini avevano appena messo piede nella scuola, quando due di loro si sono ritrovati in ospedale con fratture al setto nasale e altre ferite, mentre una maestra, nel tentativo di aiutarli, s’è rotta un malleolo. E così, nel paese delle Grandi Opere finite sotto inchiesta, anche le piccole, come la ristrutturazione della “Enrico Pessina” di Ostuni (Brindisi), finiscono in Procura. (altro…)

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Chi parlaPRONTO, CHI PARLA?.

ECCO TUTTE LE TELEFONATE NON PENALMENTE RILEVANTI CHE NON AVREMMO MAI CONOSCIUTO SE LE ULTIME PROPOSTE DEL GOVERNO DIVENTASSERO LEGGE.

L’idea del Governo è sempre più chiara e si fonda su tre pilastri. Il primo: che i pm intercettino pure, ma evitino di inserire, nelle ordinanze d’arresto, le conversazioni penalmente irrilevanti. Il secondo: ciò che resta delle intercettazioni sia vagliato, in una fase successiva, per decidere se allegarlo agli atti su richiesta delle difese. Il terzo: sia duramente punito chiunque “passi” a un giornalista le informazioni “chiuse in cassaforte”, il cronista che le scrive, la testata che le pubblica. Ma quale sarebbe stato il giudizio dell’opinione pubblica, quali sarebbero state le conseguenze politiche, se questa censura fosse già stata realtà? Ecco una breve una carrellata di notizie che non avremmo mai conosciuto o, nella migliore delle ipotesi, avremmo scoperto con anni di ritardo.

Il figlio di Lupi
e il lavoro da Perotti
“Non ho mai chiesto all’ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio”, dichiara il ministro Maurizio Lupi, quando esplode lo scandalo sulle Grandi Opere che porta all’arresto di Ercole Incalza, ex capo della Struttura di missione al ministero delle Infrastrutture, e Stefano Perotti, il direttore dei lavori che gestiva appalti pubblici per 25 miliardi. Le intercettazioni raccontano un’altra versione dei fatti. È il gennaio 2014, suo figlio s’è appena laureato, Lupi chiama Incalza e gli dice: “Ercole… se ti mando tra un quarto d’ora questo che è venuto da Milano a Roma per fare due chiacchiere? Nel senso di avere consulenze e suggerimenti?”. (altro…)

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