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Archive for aprile 2011

Questa la cifra stimata per il riprocessamento del combustibile dalle scorie. Un lavoro pericoloso cui gli Usa hanno rinunciato. Ancora più esorbitanti i costi di smantellamento delle vecchie centrali nucleari. Quasi tutte quelle attive oggi risalgono agli anni 70 ed entro il 2020 verranno chiuse.

Tra i  molti dubbi una cosa è certa: il costo che gli italiani stanno già pagando con bollette più care per il “riprocessamento” del combustibile esausto e per il decommissioning (smantellamento) dei loro impianti nucleari non più funzionanti. (altro…)

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Flash mob del Movimento Cinque stelle con un gruppo di ragazzi che improvvisamente tutti insieme si sono sdraiati a terra in tutto il centro di Milano simulando gli effetti di un’esplosione nucleare. La manifestazione è stata anche a difesa del referendum sul nucleare che potrebbe essere annullato dalla decisione del governo di sospendere il piano per la costruzioni di nuove centrali.

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Tripoli – (Ign) – Il Colonnello in un discorso alla tv: “Il governo italiano oggi attua la stessa politica fascista e coloniale dei tempi dell’occupazione”. L’appello alla Nato: “Negoziamo stop dei raid” ma “cessate il fuoco non deve essere unilaterale”. Gli insorti: “Nessuna fiducia”. Documento in ‘sei punti-paletti’ per il Carroccio: data certa per la fine delle ostilità. Appello di Calderoli alle forze di minoranza: “La votino”. L’opposizione attacca: “Governo senza rotta”. La prima missione dei Tornado italiani.
Muammar Gheddafi non intende lasciare la Libia ma è pronto ad accettare un cessate il fuoco, a patto però che sia rispettato da tutte le parti coinvolte. Allo stesso tempo minaccia l’Italia: “Tra noi è guerra aperta”. “Non lascerò il mio Paese”, ha detto il Colonnello in un discorso alla nazione trasmesso dalla televisione di Stato questa mattina. “Nessuno può costringermi e nessuno può dirmi di non combattere per il mio Paese”, ha aggiunto il raìs. “La Libia è pronta da subito ad accettare un cessate il fuoco – ha proseguito – ma un cessate il fuoco non può esserci da una parte sola. Noi siamo stati i primi a salutare un cessate il fuoco e siamo stati i primi ad accettarlo, ma gli attacchi dei crociati Nato non si sono fermati”.  (altro…)

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Per una maggioranza parlamentare fondata sul populismo mediatico, assuefatta alla ricerca e alla raccolta del consenso attraverso il controllo pressoché esclusivo della televisione, pubblica e privata, il subdolo tentativo di sottrarsi ai tre referendum in calendario a metà giugno è un paradosso imbarazzante che ha tutte le caratteristiche di una nemesi storica. Ovvero, di una pena del contrappasso di dantesca memoria. Tanto è avvezzo il centrodestra a invocare come un´ordalia la volontà o la sovranità popolare, al riparo del conflitto di interessi che fa capo al presidente del Consiglio e in forza di questo o quel sondaggio d´opinione, quanto il governo appare adesso preoccupato e smarrito di fronte alla verifica di una consultazione diretta. (altro…)

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GIOVEDÌ MAGGIORANZA SALVATA DA PD E IDV E SULLE MOZIONI PER I TORNADO È CAOS TOTALE.

 Assenze e sms sbagliati: l’opposizione-stampella.

Allarme sottovalutato. Il Pd, con il voto di giovedì sul Documento di economia e finanza, ha fatto come a Fukushima. Ha mandato ai suoi deputati un sms di “livello 1” e così, per venti voti, si è persa l’occasione di mandare sotto il governo su una materia seria come i conti pubblici.

I messaggini che i parlamentari democratici ricevono alla vigilia di ogni voto sono tarati su una scala che va da 1 a 3. Uno, “presenza obbligatoria”: se manchi non è una tragedia. Due, “presenza obbligatoria senza eccezioni”: solo i leader possono mantenere gli impegni presi. Tre, “presenza senza eccezione alcuna”: nemmeno Bersani, per intenderci, può sgarrare. (altro…)

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“Cari studenti, comunisti, fascisti, leghisti e operai . . .”. Della lettera-appello che ci ha regalato Celentano è bello soprattutto l’attacco. E anche la chiusa che invita tutti a usare “l’unico mezzo di sopravvivenza che ci resta: il voto. Il 12 giugno dobbiamo andare assolutamente a votare”, anche se il governo, dopo lo scippo del nucleare, svuotasse le urne anche dell’acqua e del legittimo impedimento, anche se i seggi restassero chiusi: “Il nostro voto lasciamolo pure per terra scritto su un foglietto, in modo che l’indomani tutti i marciapiedi d’Italia siano invasi da40 milioni di bigliettini”. È  sorprendente come un cantante di 73 anni riesca a trovare la freschezza e leparole giuste per fotografare il momento cruciale che viviamo e l’occasione che abbiamo a portata di mano, lì dietro l’angolo. La freschezza e le parole giuste che ha trovato l’altra sera un comico di 63 anni, Beppe Grillo, nell’intervista a Francesca Fagnani di Annozero . Ha detto che questi politici sono morti e, se sembrano ancora vivi, è solo perché sono sempre in tv. E ha citato la banalità del male di tanti complici “perbene” del nazismo, immortalati nel libro I volenterosi carnefici di Hitler e paragonati agli attuali volenterosi carnefici della democrazia. Grillo, senza che nessuno glielo chieda, parte per un tour elettorale. (altro…)

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Martedì scorso, il giorno in cui in cui il presidente del Consiglio si è vantato con Sarkozy di aver escogitato un trucchetto per evitare il referendum sul nucleare, il filo rosso si chiudeva con queste parole: «Cercheranno di non farci votare, proviamo a pretenderlo con tutti i mezzi che abbiamo». Il principale mezzo che abbiamo è andarci, a votare. Andarci comunque, reclamare il diritto di esprimere la nostra opinione su temi che ci riguardano personalmente, tutti e ciascuno: l’acqua pubblica, il destino del nucleare, la giustizia. Ieri è arrivata sulla mia scrivania una lettera di Articolo 21, associazione nata in difesa della libertà di parola e di opinione sancite dalla Costituzione. (altro…)

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Si capisce che per i sudditi del Regno Unito (lo spiegava benissimo un paio di giorni fa su questo giornale Timothy Garton Ash) il matrimonio reale del rampollo Guglielmo e della sua bella impalmata sia un grande evento identitario. Meno si capisce perché un italiano qualunque (me, per esempio), né anglofilo né anglofobo, ma comunque non sottoposto alla sovranità dei reali inglesi, guidando la sua auto ieri mattina tra le 11.30 e le 12 si ritrovi costretto a questo inaudito zapping: Radiouno, cronaca del Royal Wedding; Radiodue, cicaleccio sul Royal Wedding; Radiotre, approfondimento colto sul Royal Wedding. Non c’era scampo. Non una via di fuga. Non una sola onda hertziana di requie. Tre reti pubbliche italiane su tre dedicate a William e Kate: non è, tecnicamente, totalitarismo? (altro…)

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Giannelli dal Corriere della Sera del 30/04/2011.

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Dunque, ricapitolando. Da tre anni un “trattato di amicizia” con la “Grande Jamahiria popolare e socialista”, cioè con il regime libido di Muammar Gheddafi, ratificato dal Parlamento con i voti di Pdl, Lega e Pd (contrari solo Idv Udc, radicali e due pd dissidenti, Colombo e Sarubbi), impegna l’Italia ad “astenersi da ogni ingerenza negli affari interni, nello spirito del buon vicinato”; a “non usare né permettere l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia”; e a fornire un “forte e ampio partenariato industriale nella difesa e nell’industria militare”. Naturalmente, da due giorni stiamo bombardando la Libia per eliminare il nostro amico e sostenere i ribelli che gli si oppongono armi in pugno. Ma, nella foga, ci siamo dimenticati di disdettare il trattato di amicizia. Che dunque è tuttora valido. (altro…)

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Senza saperlo, i Tornado italiani che ieri hanno compiuto la loro prima missione offensiva contro obiettivi militari libici hanno colpito in pieno anche la nostra politica interna. «Di male in peggio» , ha commentato il leghista Calderoli, e noi saremmo propensi a dargli ragione. Ritenevamo che fosse errata, infatti, la nostra iniziale posizione ambivalente nel conflitto libico. E riteniamo che ora si stia rischiando di creare il «peggio» quando la Lega, chiamata a una prova di maturità politica, scuote invece la maggioranza per ragioni che nulla dovrebbero avere da spartire con l’interesse nazionale. Essendo sacra in democrazia ogni forma di protesta e di dissenso, e non essendo certo inedite nel mondo le liti interne sulla politica estera, cerchiamo di orientarci nella confusione che turba i Palazzi romani (e padani). (altro…)

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Le Regioni lo hanno bocciato, il Parlamento all´unanimità ha chiesto di modificarlo, il governo va avanti con il decreto soprannominato «ammazza rinnovabili». Oggi, ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, il testo sarà reso noto, ma la giornata di ieri ha chiarito il segno dell´operazione. «Questo decreto non risolve il problema dei diritti acquisiti e la riduzione degli incentivi ci sembra troppo brusca», ha sintetizzato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. Il parere della Conferenza Stato-Regioni non è vincolante, ha ribattuto Romani. (altro…)

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Convinta fino a ieri di veleggiare trionfalmente, in sintonia con gli umori popolari e lo spirito dei tempi, la Lega d´un colpo s´imbatte nella maledizione della politica. Vent´anni dopo, non si può permettere di tornare all´opposizione.
Ma l´abuso propagandistico dello strumento legislativo, adoperato come orpello simbolico a prescindere dalla sua funzionalità, quasi che le istituzioni potessero impregnarsi di stati d´animo, ora rivela platealmente i suoi limiti.
In poche settimane il popolo cui veniva promessa la salvaguardia dall´”invasione straniera” ha visto sbriciolarsi l´architrave normativo della xenofobia leghista. La partnership con il dittatore-amico Gheddafi ridotta a carta straccia; la pena detentiva per chi non ottempera al decreto di espulsione bocciata dalla Corte di Giustizia dell´Unione europea. Una sequenza inesorabile perché il vento della storia soffia in tutt´altra direzione, e la rendita parassitaria sugli effetti perduranti del terrorismo islamico non basta più a orientare la rotta, trascorso un decennio dall´11 settembre 2001. (altro…)

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E’ tempo di elezioni, fra poco si vota a Milano, Torino, Bologna, Napoli e altre città. Perciò i sondaggi elettorali si moltiplicano, spesso su campioni nazionali. Il voto dei prossimi mesi è solo amministrativo, ma la curiosità per l’esito di una eventuale consultazione politica spinge a commissionare sondaggi nazionali. E’ il caso del sondaggio del Cise (il centro studi elettorali dell’Università Luiss), condotto nei giorni scorsi per «Il Sole 24 Ore».

Un sondaggio interessante, perché non limitato alle solite domande sulle scelte di voto e molto attento alle percezioni degli elettori: problemi sentiti come prioritari, immagine del centro-sinistra e del centro-destra, rispettive capacità di affrontare i problemi del Paese. (altro…)

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