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Posts Tagged ‘lavoro’

In una campagna elettorale basata sul poco o nulla, all’improvviso la cronaca ci riporta coi piedi per terra: si passa, purtroppo, dal discutere del voto utile, degli immigrati che ci invadono e che vengono qui a delinquere, delle case chiuse, della razza bianca a rischio estinzione, alla tragica morte di tre persone, operai dellaLamina morti intossicati a Milano.
A rischio estinzione forse sono più le tute blu (te li ricordi ancora gli operai, quelli che lavorano in fabbrica, nelle campagne, nei poli della logistica?), visto che nel 2017 le morti bianche sono cresciute del +5% come anche gli incidenti. (altro…)

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Le donne “svolgono la maggior parte del lavoro domestico non retribuito, hanno accesso limitato ad asili nido a prezzi accessibili e a posti di lavoro flessibili”, si legge nel rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Secondo cui gli uomini vanno incoraggiati a chiedere permessi di paternità retribuiti. Più di 13 milioni di adulti hanno “competenze di basso livello”. (altro…)

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ROMA – Incentivare le assunzioni stabili dei giovani. In particolare di quelli scoraggiati e di chi vive al Sud. Offrendo alle aziende un insieme di sconti. Che nel caso dell’apprendistato possono raddoppiare in durata, fino a sei anni. Il pacchetto occupazione che il governo intende inserire in manovra prende forma. E anche grazie ai fondi strutturali europei potrebbe costare molto meno del previsto, poco più di mezzo miliardo. Almeno nel 2018. Gli assi portanti sono quattro: decontribuzione per gli under 29, rifinanziamento di Garanzia Giovani e del bonus Sud, apprendistato incentivato.

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“Non ho mai visto un pessimista fare qualcosa di buono nella vita” – così diceva il fu cavaliere, nei bei tempi in cui malgovernava: intendeva che, senza un pizzico di ottimismo, anche in politica, non si va da nessuna parte.
Peccato che Berlusconi usasse l’ottimismo (e numeri sbandierati) come strumento per nascondere le magagne. (altro…)

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Non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare e preferisce ascoltare la sua voce.
Sui posti di lavoro, la cui crescita, vanto del governo passato è crollata con la cessazione degli sgravi.

“Lavoro, contratti stabili al palo: in due anni crolla il tempo indeterminatoNel complesso ci sono 322mila nuovi posti di lavoro, ma quelli fissi sono solo 17mila: frenano del 58% sull’anno scorso, che era già stato a ritmo ridotto rispetto al 2015 incentivato

Sui voucher che escono da una parte (e dunque niente referendum) per forse rientrare dalla finestra, per le aziende sotto i 5 dipendenti: giusto il numero di giocatori una squadra di calcetto. (altro…)

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Le due facce della crisi del lavoro: meno rapporti a tempo indeterminato (-7,6%), più macchinari sofisticati.

ROMA – Crollano i posti stabili. Si impennano i macchinari super evoluti. Colpa degli incentivi che vanno e vengono, dal lavoro a Industria 4.0. Con una conseguenza paradossale: le imprese cambiano pelle, ma automatizzando non creano lavoro aggiuntivo. Questo ci dicono i nuovi dati Inps e Ucima (Confindustria) relativi al primo trimestre dell’anno.
Tre mesi, d’altro canto, ancora fiacchi per crescita (il Pil avanza di uno 0,2%, quando la media Ue è a +0,5) e produzione (cala dello 0,3%).

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Il bollettino economico dell’Eurotower nota che nell’Eurozona i salari crescono pochissimo nonostante l’occupazione, ufficialmente, stia aumentando. Il motivo? I numeri dell’Eurostat non tengono conto di chi ha smesso di cercare un posto perché scoraggiato e soprattutto dei “sottoccupati”, cioè chi suo malgrado lavora part time. In questo modo il tasso sale al 18%. E in Italia quasi il 25% della forza lavoro, cioè la somma di occupati e persone in cerca di occupazione, è “manodopera sottoutilizzata”.

Che i dati sul tasso di disoccupazione si basino su convenzioni internazionali poco realistiche è noto. Perché, per esempio, basta aver lavorato un’ora in una settimana per essere registrato tra gli occupati. Ora però la Banca centrale europea si è chiesta che livello toccherebbe la percentuale dei senza lavoro se si togliesse il velo delle consuetudini statistiche. (altro…)

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L’ANALISI. IN 13 ANNI, COMPLICE LA CRISI, LA PERCENTUALE DI CHI È IMPIEGATO È SEMPRE LA STESSA
ROMA – Siamo tornati al 2004. Stesso tasso di occupazione, il 57,5%. Stesso basso livello di classifica in Europa. Soltanto che oggi fanno peggio di noi solo Grecia, Turchia e Macedonia. Allora in coda c’erano Croazia, Bulgaria, Malta e Polonia, poi risorte. Ma cos’è successo nel frattempo?
Sette governi di centrodestra e centrosinistra. Tre importanti riforme del lavoro, dalla legge Biagi al Jobs Act, passando per la Fornero. Bonus e incentivi a profusione. E la crisi più profonda dal Dopoguerra che ha distrutto un quarto della produzione industriale, zavorrato di cinque punti gli investimenti, incenerito oltre un milione di posti e quasi nove punti di Pil.

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A due anni dalla riforma, un working paper della fondazione Adapt fa il bilancio. Nonostante gli sgravi contributivi, costati circa 20,3 miliardi di euro, “non può dirsi oggi raggiunto l’obiettivo principale”, cioè invertire il rapporto tra i nuovi contratti a tempo determinato e quelli stabili. Nel 2007 erano a termine 13,7 lavoratori su 100, nel 2016 si è toccato il record di 14,4. Inoltre gli incentivi hanno giocato a sfavore dei giovani, il cui tasso di occupazione resta 8 punti sotto il livello pre-crisi.

Che il Jobs Act abbia mancato gli obiettivi di diminuire la precarietà e rendere stabilmente più appetibili per i datori di lavoro i contratti a tempo indeterminato è ormai molto più che un sospetto dei sindacati o un’accusa delle opposizioni: basta guardare gli ultimi dati Inps sull’andamento di assunzioni e licenziamenti nel 2016. (altro…)

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Oggi sul Foglio Tommaso Nannicini – il docente della Bocconi che è anche l’economista più influente del renzismo – spiega in che cosa consiste il “lavoro di cittadinanza” proposto dall’ex premier:

«Non un piano di lavori socialmente utili di massa ma una sfida culturale. (…) Non è lo Stato chioccia che trova lavoro a tutti, ma una visione per tenere insieme crescita e inclusione sociale continuando sul percorso tracciato dal Jobs Act, attraverso un menù di policy diverse che favoriscano l’attivazione e mettano al centro il capitale umano. (…) Ad esempio, servizi di riattivazione sociale con offerte formative che trovino sbocchi lavorativi, una dote messa dallo Stato che si spende per un processo formativo in un circuito di soggetti (…), un esonero contributivo individuale che il giovane si porta dietro in qualunque azienda. È il pezzo mancante del Jobs Act». (altro…)

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camussoIl governo non fissa la data e aspetta che la Camera proponga un disegno di legge per limitarne gli abusi. La Camusso chiede di votare con le amministrative.

Il Parlamento prova ad accelerare sulla riforma dei voucher. Mercoledì la commissione Lavoro alla Camera dei deputati presenterà un testo che faccia la sintesi di quattro tra le proposte in discussione, a partire da quella di Cesare Damiano (Pd). Si tratta di disegni di legge che mirano a riportare sostanzialmente il lavoro accessorio nella cornice della legge Biagi e a ripristinare quindi la natura “occasionale” delle prestazioni. A quel punto, il governo Gentiloni con ogni probabilità farà propria la proposta e valuterà l’idea di inserirla in un decreto legge. (altro…)

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voucher

Un mondo – Addetti alle pulizie, hostess e camerieri, ma anche laureati che parlano 3-4 lingue. Le storie dietro i numeri: “Non c’è futuro per noi”.

Anche riscuotere i voucher è, a sua volta, un lavoro. Devi uscire di casa, portarli allo sportello, sperare che abbiano abbastanza soldi in cassa per pagarteli tutti. Altrimenti devi tornare un’altra volta”. La storia di Fiorella, nome di fantasia, dimostra come l’estremo precariato non sia l’unico problema per chi presta lavoro accessorio. Lo scorso anno ha fatto la cameriera in una pizzeria in provincia di Bari ed è stata retribuita per la maggior parte del tempo in nero e un po’ con i voucher. (altro…)

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lavoro

Lo scorso anno la decontribuzione voluta da Renzi per incentivare i contratti stabili è diminuita dal 100 al 40% e vale solo per due anni. Risultato: dopo il forte incremento dell’anno prima, i nuovi assunti in pianta stabile sono stati addirittura meno di quelli del 2014, quando gli sgravi non c’erano ancora. Giù anche le trasformazioni. E i licenziamenti su rapporti a tempo indeterminato sono saliti da 624mila a oltre 646mila.

Venuto meno il doping dei maxi sgravi contributivi, le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono crollate. La tendenza era evidente fin dai primi mesi del 2016 e ora lo confermano i dati Inps sull’intero anno: tra gennaio e dicembre sono stati attivati 5.803.714 nuovi rapporti di lavoro, in calo del 7,4% rispetto al 2015. (altro…)

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Quindici fattorini di una multinazionale che consegna pasti a domicilio hanno perso il posto per avere protestato contro l’esiguità del salario: due euro e settanta a commissione. Qualche lettore «diversamente giovane» obietterà che anche lui, all’alba dei suoi vent’anni, veniva pagato a cottimo. Si chiamavano «lavoretti», ma oggi i diminutivi hanno perso ogni accezione poetica e si protraggono ben oltre la giovinezza, configurando una condizione permanente di precariato a cui la tecnologia ha aggiunto un tratto insopportabile di disumanità. (altro…)

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camussoSondaggio Tecnè: oltre il 60% degli italiani andrebbe a votare nella consultazione in primavera.

Il referendum del 4 dicembre non li ha appagati. Gli italiani hanno gran voglia di andare a votare anche in primavera, per abolire i voucher. E potendo spazzerebbero via tutto il Jobs Act, a conferma che un altro pilastro renziano crollerebbe nelle urne. Così racconta un sondaggio della società Tecnè sui due referendum sul lavoro proposti dalla Cgil, previsti presumibilmente per maggio. (altro…)

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art-18-bocciato-referendum-lavoro

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