Mai come in queste drammatiche ore ci sentiamo di dar ragione all’economista Luigi Zingales quando dice che l’Italia è una peggiocrazia, il governo dei peggiori. La prevalenza del cretino, o comunque del mediocre, raggiunge la sua apoteosi in quella caricatura di democrazia che è diventata la nostra democrazia. Oggi qualsiasi persona di buonsenso, di destra o di sinistra, riconosce che questa politica svilita dai clown e dalle caste dovrebbe affidarsi ai seri e ai competenti. Figure alla Mario Monti, per intenderci. E ce ne sono tante. Ma qualsiasi persona di buonsenso sa anche che, se i Mario Monti si presentassero alle elezioni, le perderebbero. Perché non sono istrionici né seducenti. Verrebbero surclassati da chi conosce l’arte della promessa facile e dello slogan accattivante, in quanto una parte non piccola degli elettori è così immatura da privilegiare i peggiori: per ignoranza, corruzione, menefreghismo.
Dirò una cosa aristocratica solo in apparenza. Neppure le sacrosante primarie bastano a garantire la selezione dei migliori. Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione? E adesso lapidatemi pure.
Da La Stampa del 03/11/2011.
ecco in cosa si differenzia Renzi….almeno a parole! non ha detto di essere il meglio , ha annunciato quello che io credo sia il dovere di un buon capo: circondarsi di persone competenti e non compiacenti, di superare la barriera ideologica e confrontarsi sulle idee…non amo il governo dei tecnocrati….ma il politico, se vuole il bene del suo paese, riconosce e sfrutta la sua capacità istrionica a favore della sua città, regione o nazione che sia,ma risponde ad un principio: premia i meritevoli e non i lecchini……a volte pescando nello schieramento altrui!
Caro Gramellini, come potremmo lapidarla? Se in questo paese, non dico ci fossero molti come lei, ma molti almeno la leggessero (comprendendola) non saremmo ridotti ad una caricatura di Italia che, se mai ha indotto timore, almeno ogni tanto incuteva rispetto. Lo recupereremo? Mi permetta un certo scetticismo.
In un Paese democraticamente corretto non c’è bisogno di esami per tutti, prima di ammetterli al voto: una minoranza di emarginati socialmente o culturalmente è comunque, naturalmente consapevole dei valori della democrazia proprio perchè vive in un contesto in cui la maggior parte dei suoi concittadini è educata all’etica democratica e civica. L’educazione al vivere civile fa parte del dna di un Paese democratico, i cui abitanti ne interiorizzano i valori in famiglia, nella scuola, nel rapporto con le Istituzioni e con i loro simili e sanno quanto essi siano importanti per la vita propria e dei loro figli. Un Paese è democratico perchè rispetta i suoi cittadini e li educa a rispettare a loro volta le regole, anche con la giusta punizione, con serietà e rigore.
Condivido, anche se questo compito e cioè educare i giovani elettori alla democrazia dovrebbe essere svolto dalla scuola a cominciare dall’asilo.
Va bene fare un test – e superarlo – al cittadino prima di entrare in cabina elettorale, ma sarebbe bene anche incentivare l’esercizio di voto con il godimento di quello che sono benefici previdenziali sanitari ed io servizi pubblici . Insomma: vuoi la pensione e l’assistenza sanitaria gratuita fai il test, vai a votare (non è prevista la scheda bianca) e ne avrai i relativi benefici. Altrimenti non potrai avere nulla dalla società, così si rispetta anche la liberta’ individuale..
Da tempo penso anch’io che il voto dovrebbe essere un diritto da usarsi con maturità. Altrimenti la democrazia diventa una specie di “dittatura della maggioranza”. Se un popolo non è maturo (e quello italiano dimostra spesso, almeno in maggioranza, di non esserlo), ipensare il sistema del diritto di voto è quas un dovere civico. Quindi, d’accordo con Gramellini. I modi non sono nè facili nè sicuri; ma agli scettici dico: 65 anni di questa democrazia non hanno saputo impedire al Paese un oggi invivibile, e quotidiane amarezze per chi non era “dentro il sistema”. In fondo, la democrazia è un dato relativamente giovane (2 secoli); nei millenni precedenti, con sistemi politici assai diversi, l’uomo non ha mai cessato di vivere e di svilupparsi.
e chi è che da il “Voto” o comunque l’abilitazione? E se uno ha idee e convinzioni a suo parere fondate, è giusto cassargliele solo perchè diverse dalle mie? Se uno reputa che una parte della popolazione debba ostacolare la “società civile” con movimenti di autonomia, o al contrario debba dare un esempio con movimenti rigoristi, perchè devo considerare tali apporti idioti? Sono uno spaccato di quello che pensa l’insieme dei cittadini. Il monitoraggio dell’apporto di queste componenti mi permette di avere una visione su quelli che sono i bisogni o i desideri dell’insieme dei cittadini e di quali valori di volta in volta divengono importanti. Questa è DEMOCRAZIA. Il voler filtrare tali componenti è l’opposto della democrazia. Piuttosto l’educazione di cui si parla va data in altro modo, con interventi reali del governo e con contributi educativi dell’informazione (educativi in senso generale, non spiegazioni sul motivo per cui la visione politica del giornalista di turno sia la migliore delle ipotesi).
Questo articolo è demenziale, Gramellini sostiene che bisogna concedere il diritto di voto solo a quelli che la pensano come lui, cioè “I migliori”.
Il nuovo fascista di sinistra .
Non hai capito una mazza, complimenti! Non si tratta di pensarla come lui, ma di avere una conoscenza minima di quel che vai a fare nella cabina elettorale. Conoscenza che manca a chi vota Casini “perchè almeno è affascinante” (frase sentita con le mie orecchie da una laureata in legge) o a chi non è in grado di capire il significato di un articolo di 20 righe.
Io sono d’accordo con Gramellini..e non sono fascista di sinistra!!
Ritengo il voto un diritto-dovere sacro..ma come tutte le cose sacre ha bisogno di requisiti. Io faccio il presidente di seggio da una vita e vi posso assicurare d’averne viste di cotte e di crude..arriva gente che non sa che vuol dire destra, sinistra, politiche, referendum, amministrative.. votano perchè il pinco pallo di turno gli ha detto di votare x tizio o caio…il voto, espresso con una semplice x non è una cosa che si compie e finisce in quell’atto..se permettete condiziona la vita di tutti anche la mia!
Quindi trovo indispensabile, per una cosa così vitale, che chi vota abbia i requisiti..e per requisiti intendo non che la pensi come me, necessariamente, ma che sia informato, che conosca cosa si sta apprestando a fare!
Scusatemi ma trovo demenziale chi non riconosce simili valori e importanze!
Un abbraccio Gabriele
Gramellini non è di sinistra, è un elitista, un secolo fa porcate del genere le scrivevano intellettuali come D’Annunzio e Marinetti e sociologici come Gaetano Mosca e Vilfredo Pareto. Cita un economista ultraliberista (Zingales) come se fosse la Bibbia e considera candidato ideale alla presidenza del consiglio Mario Monti, uomo dei poteri forti (commissione Trilaterale, Bilderberg finanziati da Rockefeller e Rotschild) propugnatore di politiche economiche all’insegna di lacrime e sangue.
E non ditemi che sono un complottista perché sennò siete davvero polli da batteria.
Gramellini ha detto una (non particolarmente provocatoria) sacrosanta verità. Bravo Massimo.
Gramellini stia sereno nessuno la lapidera’ perche’ semplicemente non e’ nessuno. Tanti anni fa suoi colleghi, piu’ seri e concreti, hanno pagato con la vita per la liberta’ di informazione ma lei non e’ iscritto in questa sezione, lei e’ iscritto alla sezione nani e ballerine. Mi stia bene ed auguri.
Gramellini scrive per il quotidiano la Stampa. John Elkann è presidente dell’Editrice Stampa e noto simpatizzante di un governissimo Monti. Mario Monti a sua volta è presidente della sezione europea della commissione Trilaterale, di cui Elkann fa parte. Ma va bé dai, non state ad ascoltare un complottista.