Il codazzo di fotografi, cameramen e cronisti che fa da scorta a Nicole Minetti costituisce, in sé, una delle prove più schiaccianti della mancanza di dignità e di libertà del sistema mediatico così come ci illudiamo di gestirlo e così come lo stiamo subendo, per metà impotenti e per metà complici. Non c’è persona di buon senso, di qualunque orientamento ideologico e livello culturale, che non ritenga futile e dannoso dedicare tempo, tecnologia, parole e pensieri a una figuretta minore della nostra scena pubblica che è stata, a suo tempo, co-protagonista di uno scandalo di regime e oggi è protagonista di niente. Con la sola e spiegabile eccezione della stessa signorina Minetti, nessuno ha interesse a tenere acceso anche un solo riflettore su di lei. Se questo avviene è solo perché il potere (anzi: il dovere) di scegliere che cosa mostrare, di che cosa parlare è progressivamente venuto meno fino a scomparire dentro l’alibi – davvero ignobile – che bisogna “dare alla gente quello che vuole”: ma la gente legge e clicca ciò che le viene offerto, non altro. Non è la gente che fabbrica le notizie, sono i media. Anche il più scalcinato dei bancarellai ha facoltà di decidere quali merci esporre. I media sono gli unici commercianti che danno sempre al cliente la colpa della loro merce avariata.
Da La Repubblica del 07/09/2012,
Mi permetto di dissentire, i giornali che non pubblicano questa merce avariata chiudono. Chiedete ad esempio a quelli del Manifesto come se la passano, loro che non mettono chiappe e seni in bella mostra e non vanno dietro ai vestiti di Lady Gaga, ai flirt di qualche starlette o alle giornate della Minetti….
Sono d’accordo con @twlayos La merce avariata è la materia prima del mercato della cosiddetta “informazione di massa”. Infatti il Manifesto, come molta altra stampa, non si regge sulle sue gambe. Ovvero, la libera diffusione delle notizie esiste solo a partire dall’approvazione previa alla diffusione di quelle notizie da parte di un gruppo abbastanza vasto di persone.
Peraltro, in certi giornali basta non scriverci.
ciao r
parla proprio lui che scrive su un giornale completamente appiattito sulle posizioni dei mostri che abbiamo al governo, dopo aver fatto esultare mezza italia perchè ci eravamo liberati dello “psiconano”, poveretti… ma pensavano davvero che sarebbe stato meglio? se serra fosse un giornalista come dice, e non uno stipendiato da un giornale che fa copia-incolla dalle veline dl regime bancario, scaverebbe nella vera storia che abbiamo di fronte, parlerebbe del ruolo di monti al bildenberg, aspen institute, commissione trilaterale e moody’s, invece hanno deciso che nosferatu monti andava presentato come il salvatore della patria, e non sia mai che lui si rischia la sua bella poltrona a repubblica!! e allora dai tutti in coro a dire che la rovina dell italia è il pizzettaro che non fa lo scontrino, mentre il governo importa nuove atomiche dagli usa e compra un centinaio di F35 che da soli fanno un intera manovra. almeno non facesse il virtuoso. lui e quegli altri finti virtuosi di saviano, e travaglio e compagnia bella mi hanno fatto passare la voglia di essere di sinistra. per sempre.
caro Serra, non dimentichi che “tira più un pel de mona che cento par di buoi ….” !
Merce avariata per menti avariate.In declino è la morale italiana.Peggio ancora sapere che la Minetti viene pagata con le nostre tasse.Naturalmente il suo ruolo le è stato imposto da chi è ancora più avariato e la sua responsabilità quindi è relativa.
[…] (Michele Serra, “L’Amaca” del 7 settembre 2012, “La Repubblica”, qui) Share this:TwitterFacebookLike this:Mi piaceBe the first to like […]