Non vorremmo essere nei panni di Enrico Bondi, chiamato da Monti a selezionare degli aspiranti candidati del Partito Agenda. Non perchè sia un tipo facilmente impressionabile, anzi: sopravvissuto a Montedison, Telecom, Parmalat e Premafin spolpate da politici e prenditori tipo Gardini, Tanzi e Ligresti, firmatario nel ’97 dell’appello dei manager per abrogare il falso in bilancio, non si farà certo spaventare dalle facce e soprattutto dalle mandibole dei cosiddetti moderati. Il guaio è che non sono chiare le regole d’ingaggio della sua nuova missione. Che rischia di somigliare alla scena di Mezzogiorno e mezzo di fuoco di Mel Brooks: quando il cattivo arruola una sporca dozzina per assaltare il villaggio. Si siede dietro un banchetto ed esamina i curricula dei candidati in fila indiana: “Precedenti penali?”. Il primo risponde: “Stupro, assassinio, incendio doloso, stupro”. E lui: “Hai detto due volte stupro”. “Sì, ma mi piace tanto lo stupro!”. “Ottimo, firma qua. Avanti il prossimo… Precedenti penali?”. “Atti di libidine in luogo pubblico”. “Non è mica tanto grave”.“Sì, ma in una chiesa metodista!”. “Ah carino! Arruolato, firma qua!”. Immaginiamo il reclutamento per l’Agenda Monti. Bondi s’installa nelle segrete di Castel Sant’Angelo (le location le offre il Vaticano) e inizia l’esame del sangue ai candidati. “Mi chiamo Cordero di Montezemolo”. “Precedenti penali?”. “Condanna in primo grado a un anno per abusivismo edilizio”. “È un po’ po-chino, ma è un buon inizio. Arruolato”.
“Sono Casini, nessun precedente penale”. “Allora hai sbagliato lista”. “Però ho portato in Parlamento tanti condannati, da Drago a Cuffaro, votato tutte le leggi vergogna e assicurato stima e amicizia a Dell’Utri prima della sentenza, su carta intestata della Presidenza della Camera”. “Ok, passa, ma puoi fare di meglio”.
“Aho’, so’ Lorenzo Cesa”. “Con quella faccia qualche precedente devi averlo per forza”. “A’ dotto’, io ce l’ho messa tutta, ma nun ce l’ho fatta”. “Spiegati meglio”.“Ner ’93 fui latitante pe’ quarche ggiorno, poi me feci carcera’ a Regginaceli. Confessai 17, dico 17 tangenti. Ar primo grado m’han dato 3 anni, ma ’n appello li ggiudici ’nfamoni m’hanno assorto pe’ ’n vizio de forma. Che devo fa’?”. “Prometti che ci riprovi”. “So’ vent’ani che tento de recupera’, ma a Roma nun s’aresta più nessuno”. “Vabbè, entra”.
“Benedetto Della Vedova”. “Precedenti?”. “Solo 4 mesi per spaccio a un vecchio corteo radicale per liberalizzare le droghe”. “Radicale, droghe? Ma sei matto? Non senti l’odore d’incenso, non vedi quante tonache? Se ti sente un cardinale siamo fottuti. Ti prendo solo se ti cuci la bocca e vai a ripetizione dagli altri”.
“A dotto’, so’ Lusciano Ciocchetti detto Er Ciocca de l’Uddiccì”. “Quindi pregiudicato?”. “No, ’ncenzurato. Però ero er vice d’a Porverini. E c’ho pure ’n pacchetto de 30 mila preferenze. Po’ basta’?”. “Mah, ora consulto l’Agenda, intanto vieni avanti”.
“Beppe Pisanu, 11 volte deputato, già amico di Calvi e Carboni, poi di B: sono abbastanza nuovo?”. “Ma sì, dai, c’è di peggio”.
Esaurita la fila, Bondi si accorge che ne manca uno: “Qui vedo scritto Corrado Passera. Come sarebbe a dire che non viene più? Ma cazzo, quello è un fuoriclasse: una condanna per i falsi in bilancio dell’Olivetti, un’indagine per frode fiscale e una serie di conflitti d’interessi da Guinness. Possibile che ce lo siamo fatto scappare? E allora diciamolo che vogliamo perdere!”.
“Scusi, ci sarei anch’io…”. “Da dove viene questo sibilo?”. “Lei non mi può vedere, non mi nota mai nessuno. Sono, anzi sarei Franco Frattini. Altro non saprei dire”. “Ah sì figliolo, mi avevano avvertito, tranquillo, un posto te lo troviamo. Ora mettiti lì, accanto a quel ficus che un po’ ti somiglia… (Dio mio che tristezza ’sto Centro, quasi quasi chiamo Tanzi e Ligresti…)”.
Da Il Fatto Quotidiano del 30/12/2012.
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