Da oggi obbligatorio indicare la provenienza degli alimenti. Ma Bruxelles potrebbe bocciare
la norma tutta “made in Italy”.
Niente più pubblicità con le immagini della Sicilia per il succo d’arancia se la materia prima arriva dal Brasile. Vale anche per le mozzarelle associate al Golfo di Napoli se arrivano dalla Germania: via libera definitivo, dunque, alla legge salva “made in Italy” sull’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta. Il Ddl 2260 è legge dopo la votazione di oggi all’unanimità in Commissione Agricoltura della Camera in sede legislativa.
Il provvedimento, declinato in 7 articoli, prevede l’obbligo di indicare la provenienza dei cibi sia per i prodotti trasformati che non, lungo tutta la filiera e quindi in ogni fase della produzione, in sostanza dai campi agli scaffali. È prevista anche l’indicazione di un’eventuale presenza di Ogm dei singoli ingredienti di alimenti trasformati. Tuttavia, l’attuazione della legge prevede decreti per ogni prodotto, filiera per filiera. Fino ad oggi le etichette d’origine in Italia erano obbligatorie solo per alcuni alimenti: uova, latte fresco, carne bovina, carne di pollo, passata di pomodoro, olio extra vergine di oliva e miele. D’ora in poi l’obbligo sarà esteso a tutti gli alimenti. Bruxelles, però, potrebbe bocciare l’iniziativa italiana considerandola in contrasto con le norme comunitarie.
Il presidente della Cia, Giuseppe Politi, esprime soddisfazione per l’approvazione definitiva da parte della Commissione Agricoltura della Camera del disegno di legge sull’etichettatura di origine obbligatoria, che rappresenta “una vera garanzia” grazie alla quale la filiera nazionale “si riappropria di un valore economico ingiustamente sottratto pari a oltre 13 milioni di euro al giorno”. “È un importante passo avanti- dice Politi – Ora vanno velocizzate le applicazioni del provvedimento e occorre battersi a livello Ue affinché la provenienza caratterizzi tutte le produzioni”. Inoltre, rileva la Cia, con un’etichetta trasparente e soprattutto con l’obbligo dell’indicazione d’origine “si tutelano consumatori e agricoltori, si contrastano le emergenze”, come quella della diossina in Germania, e “si pone un forte baluardo all’agropirateria e alle frodi in campo alimentare che solo all’agricoltura nazionale fanno perdere circa 2 miliardi di euro l’anno”. “Non solo: l’Italia sarà il primo paese in Europa ad avere un’etichettatura chiara per tutti i prodotti”, spiega Politi.
“Il problema ora – ha rimarcato il presidente della Cia – si sposta a Bruxelles. In questa sede bisogna impegnarsi con la massima fermezza. Occorre far sì che la normativa, soprattutto per quello che concerne l’indicazione d’origine, venga totalmente recepita dall’Ue, evitando rischi di infrazione e lunghe querelle. E credo che, anche in seguito allìemergenza provocata dalla scoperta di diossina nei prodotti alimentari tedeschi, ci siano tutti i presupposti perché l’Europa riveda finalmente la sua posizione su questa delicata e complessa materia”.
lastampa.it
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