Indagati 44 funzionari di Rai, Mediaset, La7 e Infront: tra le richieste mazzette e assunzioni di parenti Finisce sotto accusa anche l’ex responsabile immagine di Berlusconi alla Presidenza del Consiglio.
ROMA. Pagavano mazzette, offrivano viaggi, assumevano figli, amici, nipoti, addirittura compravano pianoforti,motorini, computer pur di ottenere appalti con Rai, Mediaset, La7 e Infront, ovviamente in barba a qualsiasi gara. Sono queste le accuse che la procura di Roma e i finanzieri del nucleo di polizia tributaria della capitale muovono a David Biancifiori, titolare del gruppo Di and Di, service per le produzioni televisive, che, a quanto pare leggendo la lista degli “amici”, lavorava parecchio. Grazie a scambi di favori e a fiumi di contante ottenuto con le sovrafatturazioni, girati nelle tasche di funzionari pubblici o dirigenti compiacenti. Ecco spuntare diversi nomi della presidenza del Consiglio dei Ministri di quando Silvio Berlusconi era premier. Tra gli indagati ci sono Roberto Gasparotti e Giovanni Mastropietro, già curatore dell’immagine e direttore della fotografia di Berlusconi.
Mastropietro, scrivono i pm Paolo Ielo e Giorgio Orano nei decreti di perquisizione, avrebbe ottenuto “l’assunzione presso società del gruppo Biancifiori dei nipoti Matteo, Alessandra e Daniela Rossi, del fratello Marco Mastropietro, della figlia Aurora e del nipote Alfredo Sallusti”; mentre Gasparotti sarebbe stato “ringraziato” con “un container e un ciclomotore per la figlia”. In cambio avrebbero violato “i doveri di imparzialità in tutti i procedimenti cui erano interessate società di Biancifiori”.
Perquisito anche Massimo Schettini, altro funzionario della presidenza del Consiglio dei ministri all’epoca dei fatti: avrebbe ricevuto “denaro in contanti” e altre utilità “come la consegna presso la sua abitazione di un pianoforte del valore di 6mila euro, di buoni benzina, di un iPad e di telefoni cellulari” oltre al “rifacimento a spese di Biancifiori (tramite una delle sue società) dell’impianto elettrico dell’abitazione”. In cambio, Schettini avrebbe apposto la propria firma di regolare esecuzione dei lavori secondo il capitolato svolti dalla azienda dell’imprenditore. In una nota, però, la presidenza del Consiglio specifica che “i contratti interessati non sono più attivi dal 2013 e il Dipartimento competente è stato radicalmente riorganizzato”. Tra i beneficiari di mazzette e regali, quali “biglietti aerei e vacanze presso resort di lusso” spunta il generale Antonio Ragusa, ex Capo Dipartimento per le risorse strumentali. Le attenzioni dell’imprenditore erano rivolte inoltre ai dirigenti Rai. È il caso di Cesare Quattrociocche, papà dell’attrice Michela e suocero del calciatore Alberto Aquilani. Da Biancifiori, secondo i pm, Quattrociocche avrebbe ottenuto denaro e supporti tecnologici in occasione del matrimonio della figlia. Sempre tra i big di viale Mazzini, sono indagati anche Maurizio Ciarnò, vicedirettore con delega alla produzione dei grandi eventi, Stefano Montesi, responsabile della supervisione tecnica del Festival di Sanremo del 2013 (avrebbero incassato denaro in contante), e Ivan Pierri, direttore della fotografia: oltre al cash, Biancifiori avrebbe anche assunto sua moglie in una delle sue società.
I dirigenti di Mediaset (sospesi dalla società) e La7 ottenevano denaro mediante la sovrafatturazione da parte delle società del gruppo Biancifiori le quali “emettevano sistematicamente fatture relative a servizi e prestazioni in parte non effettuate e comunque- è detto nel decreto – per importi superiori a quelli dovuti, per poi spartire l’illecito surplus di guadagno”. Quarantaquattro gli indagati di un’inchiesta che prende le mosse da quella della procura di Velletri che ad aprile ha portato ai domiciliari Biancifiori.
Da La Repubblica del 18/06/2015.
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