Il dossier Un rapporto del ministero del 2011, usato in questi anni come guida per le politiche fiscali, consiglia limitare il cash per arginare l’evasione.
Non esiste,a mia conoscenza, una correlazione tra limite all’utilizzo del contante ed estensione dell’economia s o m m e r s a ” . I l m i n i s t r o dell’Economia Pier Carlo Padoan è cauto ma netto nel Question time alla Camera sulle misure nella legge di Stabilità. Eppure uno studio che lega utilizzo del contante ed evasione esiste e per Padoan non dovrebbe essere difficile trovarlo:è sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze. Si chiama Economia non osservata e flussi finanziari, un rapporto del 2011 commissionato dall’allora ministro Giulio Tremonti e affidato a Enrico Giovannini, all’epocapresidentedell’Istat e poi ministro del Lavoro. Era il primo tentativo di mettere insieme le informazioni di tutti soggetti che lottano contro elusione ed evasione, dall’Agenzia delle Entrate all’Inps, all’Inail, per capire le dimensioni del sommerso e come farlo emergere.
NELLA PARTE FINALE del documento, tra le politiche da adottare c’è “accrescere l’uso della moneta elettronica”. La proposta: “Esaminare la possibilità di misure d’incentivo che rendano più vantaggioso servirsi di carte di credito e bancomat (eventualmente con il concorso del sistema bancario) e, parallelamente, di rendere cogente l’uso di questi strumenti per alcune transazioni con le pubbliche amministrazioni.L’utilizzo di carte elettroniche è stato proposto come un possibile strumento per facilitare l’applicazione di misure basate sul contrasto di interessi”. Sulla base di quello studio, il governo Monti ha ridotto da 5.000 a 1.000 euro il limite per le operazioni in contante poi il Pd ai tempi di Enrico Letta ha vietato il pagamento cash degli affitti. Il dossier non è mai stato rinnegato dal Tesoro, tanto che il governo, usando la delega fiscale, ha reso concrete molte di quelle indicazioni. Come l’istituzione di una commissione che stima il tax gap,cioè quante tasse perde ogni anno lo Stato per colpa dell’evasione,o la stesura di un rapporto annuale sull’evasione, curato dal Tesoro. Nell’edizione 2014 del rapporto, si legge che contro l’evasione dell’Iva e l’accumulo di fondi neri da parte delle imprese sono un utile strumento “incentivi all’utilizzo di sistemi di pagamento alternativi al contante (maggiore utilizzo dei POS),prevedendo l’assenza di spese per le imprese/lavoratori autonomi e per i titolari del rapporto finanziario”. Nell’ambito dei lavori per il documento del 2011, Economia non osservata e flussi finanziari, il Tesoro decide di fare proprio uno studio dell’Abi, l’associazione delle banche italiane sul rapporto tra contante ed evasione. Premessa: le banche sono tendenzialmente contrarie al contante, più virtuale è il denaro,migliori le loro prospettive di incassare commissioni sulle transazioni.Mai dati comunque ci sono, nel working paper Abi Diffusione della moneta di plastica e riflessi sull’economia sommersa:un’analisi empirica sulle famiglie italiane, firmato da Daniele Di Giulio e Carlo Milani.I bancomat e le cartedi credito sono più diffusi nelle Regioni più ricche, al Nord, e tra gli italiani col maggiore livello di istruzione e di reddito, come ovvio. Ma c’è un legame tra la prevalenza di contante ed economia sommersa?
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 29/10/2015.
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