IL PROGETTO Il premier presenta ufficialmente la sua idea per il 2040: il tecnopolo suggerito dal fedelissimo Micheli. Ma l’annuncio non fa breccia.
Milano – Matteo Renzi ha fatto Renzi, ieri a Milano, dov’è venuto a presentare il suo progetto per il dopo Expo. “Cos’eravamo 25 anni fa? Il calcio era Schillaci; per ascoltare musica usavamo questo (estrae un walkman); per fare ricerche consultavamo questo (sventola un volume dell’enciclopedia I Quindici). Ora ci basta questo (alza un i-Phone)”. Un paio di battute su “Beppe” (Sala), suo candidato sindaco. Ancora ringraziamenti per Expo (“A Beppe, Giuliano, Roberto, all’Anac, alla Procura di Milano per la sua sensibilità istituzionale”). E poi, finalmente, il futuro: la presentazione di“Human Technopole. Italy 2040”.
RENZI È GASATO dall’incontro, a pranzo da Cracco, con il ceo di Apple, Tim Cook. (Nessun incontro, nemmeno di cortesia, con il sindaco di Milano, dominus del post Expo, che come tutti è stato invitato al Piccolo Teatro per ascoltare). La parola che più ripete è “scintilla”: “Il progetto immobiliare spetta agli enti locali. Noi siamo disponibili, se richiesti. Quello che possiamo dare, invece, è la scintilla della ripartenza”. Dunque no al progetto del Demanio, la citta della della pubblica amministrazione (non ha la “scintilla”), sì invece alla ricerca. Ossia sì allo sbarco a Milano dell’Iit, l’Istituto italiano di tecnologia di Genova, con sei linee di ricerca, dalla genomica ai big data. Infine l’annuncio: “Lo Stato è pronto a mettere 150 milioni l’anno per dieci anni”. Una bella cifra: fanno 1 miliardo e mezzo. Poi ti giri, fai qualche telefonata, chiedi agli altri player che dovrebbero condividere l’avventura sull’area (l’Università, i centri di ricerca, gli imprenditori), e trovi voci smarrite: sono annunci senza un piano preciso. Il rettore della Statale,Gianluca Vago – che ha proposto di portare sull’area Expo le facoltà scientifiche–cerca di smussare i toni critici,ma non riesce a non dire:“Qui nessuno ha ancora visto il progetto vero, conosciuto da due o tre persone. Non sappiamo che cosa vogliano davvero fare. I temi annunciati sono generici, anche quelli della ricerca. Big data? Un conto è raccoglierli, un conto è anche produrli.Nessuna guerra di campanili,Milano contro Genova, evocata dal presidente del Consiglio: ma nel mondo della ricerca è difficile imporre un modello dall’esterno, e a Milano e in Lombardia ci sono centri di ricerca di eccellenza”. ANCHE L’ANNUNCIO più clamoroso, quello dei soldi, è ambiguo. L’Iit già riceve finanziamenti statali per 100 milioni l’anno. I 150 annunciati sono ulterioriolicomprendono?Se li comprendono, la cifra è di soli 50 milioni l’anno.Ma lo sapremo solo vivendo. Appena più ottimista il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca – che ha proposto di portare sull’area Expo le aziende tecnologiche: “Dobbiamo darci dei tempi,o non ce la faremo. Subito uno sviluppatore che faccia le regia, entro giugno un masterplan. Poi un piano urbanistico,e lavorare”.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 11/11/2015.
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