Domani in Senato verrà proposto il “canguro” I cattodem resistono. Le opposizioni: è un sopruso.
Quindi domani l’aula del Senato ricomincia l’esame delle unioni civili dal “super-canguro”. Alla roulette dei numeri è affidato il futuro della legge. L’ipotesi che la destra, Alfano e i cattolici del Pd temono è che salti la possibilità di stralciare la stepchild adoption, il punto più controverso. Il ministro dell’Interno e leader dell’Ncd alza la posta: «Ai gay diamo i diritti patrimoniali, ma no alle adozioni. La stepchild va stralciata». Alfano ricorda i passi avanti compiuti da lui stesso, che nel 2007 andò nella piazza del Family day contro i Dico, la legge sui diritti e doveri dei conviventi scritta da Rosy Bindi e Barbara Pollastrini. Ora invece è a favore dei diritti soggettivi per le persone omosessuali. Ma alla stepchild, l’adozione del figlio del partner, ribadisce un netto “no”. Offre perciò ai cattodem di condurre insieme la battaglia per togliere di mezzo l’articolo 5 della legge Cirinnà. Facciamo saltare le adozioni: è l’appello di Alfano. I cattolici del Pd sono sulla stessa lunghezza d’onda. Oggi si riuniscono e potrebbero studiare un sub emendamento per evitare che il cosiddetto “super canguro” elimini tutte le altre proposte di modifica dell’adozione, che è l’articolo 5 del testo di legge. Il Pd si muove lungo una strettoia che rischia di diventare un vicolo cieco. Schifani, presidente dei senatori centristi, ha già avvertito i Dem che non riusciranno a stravincere: «L’emendamento Marcucci è inammissibile, un sopruso». Si parla di “spacchettamento” della proposta-canguro. Termini tecnici. Dietro i quali si celano cose concrete, come le modifiche presentate dai cattodem, ma anche quelle firmate dai senatori laici del Pd Vannino Chiti, Paolo Corsini e Giorgio Pagliari alla stepchild. Una di queste è il punto di mediazione che cerca di tenere insieme cattolici e laici: prevede che la richiesta presso il Tribunale dei minori di adozione del figlio del partner sia accompagnata da una dichiarazione «attestante che la nascita del figlio è avvenuta senza il ricorso alla maternità surrogata.
Articolo intero su La Repubblica del 15/02/2016.
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