Vince lui – Da Prodi (l’eccezione) a B. fino a Monti e Letta: il fiorentino batte tutti secondo Bloomberg.
Se fosse una gara vincerebbe a mani basse. E invece è un triste primato per Matteo Renzi. Con un po’ di perfidia l’autorevole agenzia Bloomberg ha fatto i conti agli ultimi quattro governi italiani usando il debito pubblico come parametro di riferimento, come piace al giornalismo anglosassone. Quello italiano, alla fine di febbraio 2014, quando Renzi si è insediato, era a quota 2.110 miliardi. A novembre scorso, ha comunicato l’Istat, era di 2.230 miliardi. Durante il governo del fiorentino, quindi, il debito pubblico è aumentato di 2.617 euro a persona, nonostante “la sua promessa – spiega Bloomberg – di tagliarlo per ‘il bene delle generazioni future’”.
La crescita nel triennio del livello pro capite è stata quindi del 7,6%. Un dato, nota l’agenzia, che posiziona lo statista di Rignano al primo posto. Neanche il governo di Silvio Berlusconi, con i suoi 42 mesi, ha saputo fare di meglio visto che in quel caso la crescita è stata del 7%. L’andamento del debito pro capite è aumentato dello 0,9%, invece, nel breve governo guidato dal predecessore di Renzi, Enrico Letta (aprire 2013 – febbraio 2014). Poi è salito del 5,5“ per cento” durante il governo del “tecnico” Mario Monti la cui stangata fiscale ha aiutato i successori almeno in numeri assoluti (il rapporto debito/Pil è invcece andato sempre peggio, anche perché il secondo è crollato). Solo con Prodi il debito pro capite è sceso. Pier Carlo Padoan, che come tutti gli economisti con un cursus honorum nelle istituzioni europee è particolarmente sensibile al tema debito pubblico, nell’ultima legge di Bilancio ha stimato che quest’anno inizierà finalmente a calare in rapporto al Pil. L’Ue, però, la pensa diversamente.
Da Il Fatto Quotidiano del 18/01/2017.
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