Da ieri a Milano si torna a circolare liberamente in automobile nelle strette vie del centro. La diminuzione del traffico, degli incidenti e del tasso di veleni nell’aria sono stati un successo, ma il vero successo l’ha ottenuto Mediolanum Parking, un parcheggio privato in Corsia dei Servi, che ha ottenuto dal Consiglio di Stato l’annullamento del provvedimento della giunta Pisapia. Motivo: gli interessi di Mediolanum Parking sono stati lesi dalla diminuzione del traffico. Prendo alla lettera la sentenza del Consiglio di Stato, dalla quale si apprende che gli interessi di un privato sono la stella polare che deve tracciare il cammino. Considero che il mio privato interesse di abitante di Milano sia gravemente leso dalla riapertura di Area C, e dunque da Mediolanum Parking. Invito chiunque si consideri personalmente danneggiato dalla riapertura indiscriminata al traffico, a non parcheggiare mai più a Mediolanum Parking, boicottando chi boicotta la lotta all’inquinamento e ostacola la battaglia in favore dei mezzi pubblici. Se dev’essere una guerra tra interessi privati, a decidere il futuro di Milano e non solo, non è giusto che a combatterla sia solamente la lobby dei parcheggi.
Da La Repubblica del 27/07/2012.
Premetto che sono d’accordo con AreaC, e con la chiusura del centro al traffico, e fosse per me potrebbero chiederne anche 10 di euro, almeno funzionerebbe meglio, che comunque rimane troppo il traffico e le auto in centro.
Ciò detto, quello che dice Serra è una sciocchezza.
Il Consiglio di Stato non ha sospeso il provvedimento perchè lesivo dell’interesse economico di un parcheggio.
Lo ha sospeso perchè ha ritenuto sussistere, ad un primo sommario esame, il fumus boni iuris (fondatezza nel merito) dell’appello, dato che “appare carente il presupposto su cui si fonda il potere esercitato con il provvedimento impugnato, con conseguenti prospettabili profili di illegittimità e/o nullità del medesimo, in relazione alle previsioni pianificatorie generali che appaiono da tempo scadute”.
Ora, non conosco la questione, e non ho gli atti in mano, ma sostanzialmente dice che il provvedimento potrebbe essere illegittimo poichè adottato in “eccesso di potere”.
Il fatto che l’areaC fosse lesiva dell’interesse economico della ricorrente non è “il motivo”, come sembra dire Serra, della decisione, ma solo la ragione che “legittima” la società a proporre il ricorso (se non ho alcun interesse, difatti, non posso nemmeno proporre ricorso contro un provvedimento amministrativo, a prescindere dal merito dello stesso).
Non so se è vero che il comune ha agito in carenza di potere, o eccesso di potere, non so se è corretta l’interpretazione del Collegio, ma dire che questo ha deciso perchè il provvedimento era lesivo dell’interesse economico di un privato è falso e sviante, e soprattutto dà ai cittadini – che giustamente di diritto non ne capiscono molto – un’informazione sbagliata, facendo dunque pensare che si tratta di un provvedimento ingiusto, e che “allora anche io sono danneggiato da… “, creando false credenze, ed eliminando quella (poca) fiducia che ancora si può avere nel funzionamento della giustizia.
Buon intervento … non delegittimiamo o ridicolizziamo il lavoro dei giudici
Sono l’unico baluardo contro l’arroganza del potere, l’unica difesa della democrazia.
Giusto! Se l’interesse individuale è l’unico metro di valutazione, allora si tenga conto anche del mio interesse individuale.
Penso che il punto sia proprio questo. Il diritto non è più uno strumento di protezione della collettività ma un’arma per difendere interessi privati. E la sospensione a me sembra proprio una presa di tempo inutile e che danneggia la collettività. Non giova a nessuno. Possibile che non ci fosse una alternativa giuridica diversa?
Il diritto (oggettivo) è ovviamente uno strumento di protezione degli interessi privati dai soprusi dell’autorità.
Se una Autorità viola un mio diritto (o un mio interesse legittimo), posso andarmene da un giudice, protestare ed avere financo ragione.
Si chiama stato di diritto, questo.
MA parebbe che dai tempi di Mussolini, la “ragion politica” sia l’unico metro di giudizio possibile. Effettivamente, al bar è più divertente parlare di psudopolitica che di diritto.