Oggi il voto di fiducia. E l’Imu fa volare le entrate: +4,3%.
Rush finale per la spending review in Parlamento: dopo il via libera del Senato e la conclusione della discussione generale a Montecitorio, la Camera darà l’ok definitivo al provvedimento che taglia la spesa per 4,5 miliardi quest’anno, 10,5 il prossimo e 11 nel 2014. Gli emendamenti al decreto presentati dai gruppi e dai singoli parlamentari per l’Aula di Montecitorio sono stati circa 160, ma il governo, rappresentato in aula dal ministro dell’economia, Vittorio Grilli, ha posto la questione di fiducia a inizio seduta. Volano intanto le entrate tributare, anche grazie all’Imu: 191 miliardi nei primi sei mesi. +4,3% sullo stesso periodo 2011.
Prezzi Scongiurato per un anno l’aumento dell’Iva al 23% SCONGIURARE l’aumento dell’Iva, innescato dal governo Berlusconi. Ma anche mettere in campo per la prima volta la spending review che fu tentata da Padoa-Schioppa con il governo Prodi che varò un celebre libro verde. Con l’approvazione del decreto il temuto aumento dell’Iva è sospeso da ottobre 2012 fino al 30 giugno 2013. Le aliquote Iva del 10 e del 21 per cento potranno così salire di due punti percentuali dal primo luglio 2013: lo stesso ministro del Tesoro Grilli, appena varato il decreto, annunciò l’intenzione del governo di eliminare totalmente l’incremento dell’Iva utilizzando la legge di stabilità del 2013 che deve essere presentata in parlamento entro metà ottobre 2012. Già si parla di una spending review 2, in autunno, per circa 10 miliardi: nel mirino spese dei Comuni, incentivi alle imprese e sfoltimento delle agevolazioni fiscali.
Pubblico impiego Meno impiegati e dirigenti 24mila persone “di troppo” PER il pubblico impiego arrivano i tagli. Il decreto fissa l’itinerario che dovrebbe portare a ridurre del 20% i dirigenti e del 10% i dipendenti occupati nelle amministrazioni pubbliche. Il personale in sovrannumero potrà andare in pensione entro il 2014, se in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi in vigore prima della riforma previdenziale dello scorso dicembre. In assenza di questi requisiti, i dipendenti in soprannumero e non ricollocabili saranno messi in «disponibilità» con l’80% dello stipendio per un periodo fino a 24 mesi, prorogabile a 48 mesi per il personale che durante questo periodo matura i requisiti pensionistici. Le prime stime del governo indicano in 24.000 I dipendenti pubblici in esubero, circa 11.000 nei ministeri e negli enti pubblici non economici e 13.000 negli enti territoriali (escluse le regioni). Dall’1 ottobre 2012 il valore dei buoni pasto riconosciuti ai dipendenti pubblici non potrà superare i 7 euro.
Sanità Spariscono 7mila posti letto e sui farmaci sconti più alti. LA SANITÀ paga un prezzo alto alla spending review. Il decreto taglia il fondo sanitario nazionale di 900 milioni nel 2012, di 1,8 miliardi nel 2013 e di 2 miliardi dal 2014. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano dovranno adottare, entro il 31 dicembre 2012, piani per ridurre da 4 a 3,7 i posti letto per ogni mille abitanti, praticando una forte razionalizzazione. Il ministero della Salute ha quantificato in 7.000 i minori posti letto ospedalieri che, a partire dal 2013, saranno a disposizione dei malati italiani. Toccato anche il comparto dei farmaci: sale al 2,25% dall’1,82% lo sconto obbligatorio che le farmacie devono praticare nei confronti del Servizio sanitario nazionale. Per le aziende farmaceutiche lo sconto passa da 1,83% al 4,1% ma solo nel 2012. Il tetto di spesa per la spesa farmaceutica territoriale scende nel 2012 dal 13,3 al 13,1% e dal 2013 all’11,35%. Per la farmaceutica ospedaliera il nuovo tetto salirà dal 2013 al 3,5% dal 2,4%.
Tasse Irpef, stangata addizionali università a rischio salasso NUOVE tasse per 1,9 miliardi si nascondono dietro i tagli della spending review. Secondo uno studio di Confesercenti, derivano dall’aumento «strisciante» delle addizionali dell’Irpef. L’emendamento sulle addzionali Irpef, secondo uno studio della Confesercenti, permette alle otto Regioni in deficit sanitario di anticipare al gennaio 2013 l’aumento di 0,6 punti dell’addizionale già previsto per il 2014. E’ una misura che, da sola, vale quasi 2 miliardi e che colpirà, a partire dal prossimo anno, 18 milioni di cittadini tra Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia. Aumento anche delle tasse universitarie e non solo per i fuoricorso (che potranno anche subire un raddoppio dell’imposta se provengono da famiglie benestanti), ma anche per gli studenti in regola con gli esami (si salverà solo chi ha un reddito familiare sotto i 40 mila euro).
Aziende pubbliche Ecco la mannaia sui manager stipendi sotto i 300mila euro. SCURE sugli stipendi dei manager pubblici. La remunerazione complessiva di dirigenti e dipendenti delle società non quotate partecipate dallo Stato non potrà superare i 300 mila euro annui (pari allo stipendio del primo presidente della corte di cassazione). La stretta entra in vigore con la nomina dei nuovi consigli di amministrazione. Riordino e riorganizzazione anche della aziende ancora in mano allo Stato: il ministero del Tesoro prevede di completare entro fine 2012 la cessione delle sue controllate: Sace, Fintecna e Simest alla Cassa Depositi e Prestiti. Poiché la Cdp è fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, l’operazione ridurrà il debito di circa 10 miliardi. Dal primo dicembre l’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato verrà accorpata all’Agenzia delle Dogane, mentre l’Agenzia del territorio confluirà nell’Agenzia delle entrate.
Enti locali Regioni, stretta da 6 miliardi dieci nuove città metropolitane IL DECRETO punta ad un «riordino» delle Province con l’obiettivo di dimezzarne il numero attuale. Per sopravvivere, gli enti dovranno avere 2.500 chilometri quadrati e 350 mila abitanti. Entro il primo gennaio 2014 verranno istituite dieci città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Contestualmente verranno soppresse le relative province. Previsti tagli a Regioni ed enti locali per 2,3 miliardi nel 2012, 5,2 miliardi nel 2013 e 5,5 miliardi dal 2014. Il conto più salato lo pagano le Regioni, con una stretta ai trasferimenti di 1,3 miliardi nel 2012, 2,2 miliardi nel 2013 e 2,5 miliardi nel 2014. Attraverso una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio i Comuni dovranno rinunciare a 500 milioni quest’anno e a 2 miliardi dal 2013. I sindaci si vedono però riconoscere (solo per il 2012 e per cassa) 800 milioni, 300 girati direttamente dalle Regioni e altri 500 reperiti dal fondo per i rimborsi fiscali.
Da La Repubblica del 07/08/2012.
[…] L’ultimo atto della spending review inoltre, mette in esubero circa 24mila dipendenti pubblici, elimina circa 7mila posti letto, tagliando i trasferimenti statali a Regioni ed enti locali per 13 miliardi fino al 2014. E’ definitivo il tetto di 300 mila euro agli stipendi di manager pubblici, o di aziende a partecipazione statale, ma ovviamente, vale per i futuri contratti: salvi dunque, i compensi dei nuovi dirigenti Rai. Possibili nuovi tasse -addizionale Irpef- per le Regioni in rosso con la sanità: Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Molise, Lazio e Piemonte. Qualche taglio di troppo evitato alla casta,restano però i dimezzamenti delle auto blu, ed un 10% di tagli alla spesa militare che fa ben sperare per il futuro. Certo, tutto il provvedimento non sposa proprio i criteri di meritocrazia ed equità, perchè, come detto si poteva fare molto di più per aggredire la spesa improduttiva e non concentrarsi, semplicisticamente, verso i dipendenti pubblici (magari alle consulenze esterne, spesso stracolme di clientelismo), con i piccoli enti di ricerca e verso tagli lineari agli enti locali che non tengono conto delle virtù mostrate nei rispettivi cammini. […]
[…] L’ultimo atto della spending review inoltre, mette in esubero circa 24mila dipendenti pubblici, elimina circa 7mila posti letto, tagliando i trasferimenti statali a Regioni ed enti locali per 13 miliardi fino al 2014. E’ definitivo il tetto di 300 mila euro agli stipendi di manager pubblici, o di aziende a partecipazione statale, ma ovviamente, vale per i futuri contratti: salvi dunque, i compensi dei nuovi dirigenti Rai. Possibili nuovi tasse – addizionale Irpef – per le Regioni in rosso con la sanità: Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Molise, Lazio e Piemonte. Qualche taglio di troppo evitato alla casta, restano però i dimezzamenti delle auto blu, ed un 10% di tagli alla spesa militare che fa ben sperare per il futuro. Certo, tutto il provvedimento non sposa proprio i criteri di meritocrazia ed equità, perché, come detto si poteva fare molto di più per aggredire la spesa improduttiva e non concentrarsi, semplicisticamente, verso i dipendenti pubblici (magari alle consulenze esterne, spesso stracolme di clientelismo), con i piccoli enti di ricerca e verso tagli lineari agli enti locali che non tengono conto delle virtù mostrate nei rispettivi cammini. […]