Lo so, che è una domanda stupida. Ma Santoro, quando sente e vede Sgarbi con la mascella scardinata dall’ira che erutta insulti contro il povero Cacciari, perché non dice a Sgarbi “lei è un cafone, chieda scusa e se ne vada a urlare da un’altra parte”? Sgarbi che urla, tra l’altro, non è neanche un inedito, è uno dei tanti siparietti antichi della nostra eterna commedia, come Totò che rotea gli occhi o Alvaro Vitali che peta; non è che ci si telefona di casa in casa dicendo “guarda subito Santoro, non ci crederai ma c’è Sgarbi che urla!”.
Capisco che ci sono casi (per esempio quando quell’altro poderoso burino pulì col fazzoletto la sedia di Travaglio) nei quali si può anche mettere tra parentesi la buona educazione pensando allo share dell’indomani mattina. Siamo in un mondo di professionisti. Ma uno Sgarbi che insolentisce un Cacciari, oggi, sul mercato degli ascolti, obiettivamente quanto può valere? Non lo sa, Santoro, che tra digitale e satellite si può vedere ormai di tutto, dall’alligatore che mastica la gamba della turista sventata, allo skateboarder che si sfracella, alla ricostruzione fedelissima della battaglia di Zama (con sbudellamenti) a cosa sniffano a sei anni nelle bidonville? E non lo sa, Santoro, che un breve richiamo all’educazione, in un talk-show, farebbe scalpore (e share) come il più inedito degli spettacoli?
Da La Repubblica del 30/03/2013.
[…] L'AMACA del 30/03/2013 (Michele Serra).. […]