Visto l’andazzo, sarà bene non sottovalutare il secondo caso italiano di lancio di acido sul volto di una donna: per sfigurarla, cancellarne il volto e l’identità, impedirle di esistere senza il permesso di un maschio rifiutato. È un contagio di importazione, arriva da paesi dove una “punizione” così atroce è diffusa; è lecito temere (augurandosi di sbagliare) che il clima socioculturale del nostro Paese, con il femminicidio in continuo e pauroso aumento, possa essere permeabile a questo e altri orrori.
Della condizione delle donne può dirsi la stessa precisa cosa che si dice della democrazia e dei diritti umani: che niente è dato una volta per tutte, che ogni conquista va rafforzata e difesa. La libertà delle donne è un termometro dello stato della nostra democrazia – che infatti è in cattivo stato. Quando si comincia a sospettare che troppa autonomia, troppa licenza di costruirsi la vita a propria misura siano un lusso che una società ordinata non può permettersi, è allora che si schiude la porta a varie forme di repressione, pubbliche e private. Il maschio impaurito e violento che cerca di ricondurre al proprio arbitrio la donna che si libera (libera!) di lui non è che la cupa parodia del potere che diventa sbirro, dell’autorità che si muta in dittatura.
Da La Repubblica del 07/05/2913.
L’ha ribloggato su .
Reblogged this on pepp8.
[…] L'AMACA del 07/05/2013 (Michele Serra).. […]
[…] L’AMACA del 07/05/2013 (Michele Serra).. […]