Al meritato trionfo planetario del calciatore Dani Alves, che con un solo morso ha digerito il razzismo e a quest’ora lo avrà già evacuato, corrisponde l’onta totale del tifoso del Villareal che ha lanciato la banana in campo, di qui in poi Imbecille Globale, ridicolizzato, espulso a vita, braccato dai media di mezzo mondo (ed è la condanna più atroce). Poiché essere di sinistra è spesso un peso, confesso di pensare a lui, in queste ore, con qualche apprensione: perché è davvero ultimo tra gli ultimi, negletto, ridicolizzato, per giunta neanche autorizzato a prendersela con le caste o le banche o il gruppo Bielderberg, essendo lui stesso il mandante indiscusso della propria minchioneria.
Gli rimane una sola via di salvezza. Impervia ma possibile. Accettare la gogna e consegnarsi docilmente ai talk show e alle interviste; calarsi nel ruolo, per altro confacente, del razzista energumeno; confidare che quel ruolo spregevole, lievitando lievitando, lo elevi fino al livello, che non si nega a nessuno, della Fama Purchessia; segue nascita di un fan club; proposte di matrimonio di ragazze criminofile; contratto per libro e film; candidatura in partito xenofobo; insomma un ruolo nella società.
Da La Repubblica del 30/04/2014.
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