Domenica sera ho condiviso con una trentina di temerari uno spericolato esperimento sentimentale: il raduno dei compagni di classe delle elementari. Erano quarant’anni e centomila capelli che non ci si vedeva e per farsi riconoscere ciascuno si era pinzato sul petto una targhetta con nome, cognome e una propria foto di allora. E’ stata una delle serate meno nostalgiche della mia vita: il passato da rammentare era così remoto che sembrava futuro. Si è parlato tantissimo di progetti e speranze, pochissimo di calcio, niente di politica. Ma si è parlato soprattutto della, e con la, Maestra. Era per i suoi 88 anni appena compiuti che avevamo apparecchiato lo spettacolo, salvo accorgerci in fretta che lo spettacolo era lei. Buona ma non debole, la schiena ancora dritta come i suoi pensieri. La Maestra. Quella che ci aveva insegnato a leggere con i libri di Primo Levi e di Rigoni Stern. Anche l’altra sera ha ascoltato con attenzione il primo e l’ultimo della classe declamare “bosco degli urogalli” e poi ha dato loro il voto: basso e però giusto, come sempre. Si aggirava fra i suoi scolari attempati distribuendo carezze ruvide e rimproveri dolci. Nel guardarla pensavo all’esercito silenzioso di cui quella donnina formidabile fa parte: le maestre elementari della scuola pubblica italiana che hanno tirato su una nazione con stipendi da fame, ma meritandosi qualcosa che molti potenti non avranno mai. Il nostro rispetto.
Prima di andare a dormire ci ha detto che averci avuti come alunni era stato, per lei, come riceverci in dono. Poi ci ha baciati sulla fronte, uno a uno. Sono rientrato a casa con addosso l’energia di un leone.
Da La Stampa del 29/05/2012.
Gramellini ha la capacità di mettere un alone alla narrazione, come se si guardasse un sogno dai contorni sfumati. Avevo letto il buongiorno. Magnifico, come sempre…
Ho ancora gli occhi lucidi per le emozioni che sei riuscito a suscitare ,come pure i dolci ricordi dei miei incontri giornalieri con i miei alunni.Oggi sono in pensione, ma la scuola per me e’ stata quella che tu hai saputo narrare con quella umanita’ e sensibilta’ che ho sempre trovato nelle tue toccanti parole. Sei proprio un pianista con il cuore umano!! Bravo e grazie!!!
Da figlia di insegnante elementare in pensione nonchè assidua lettrice di Gramellini, non posso che confermare tutta la mia “passione” per quest’uomo, per il suo cuore e la sua penna. Grazie per regalarmi ogni giorno un sorriso, un pensiero di pace, un messaggio di verità e speranza…una piccola boccata d’ossigeno puro…Grazie per il sorriso e la lacrima che ho visto sul volto di mia madre. Grazie per averle ricordato di quanti piccoli miracoli sia stata costellata la sua vita. Sono carezze che fanno bene al cuore.
Sono un’ insegnante anch’io ma non avrei saputo esprimele le emozioni che provo come hai fatto tu. Grazie Massimo
CHE MERAVIGLIA!!! PIANGO ANCORA… SONO ANCH’IO UNA MAESTRA E CREDO FORTEMENTE NEL MIO LAVORO E NELLA SUA MAGIA CHE SI RINNOVA OGNI VOLTA CHE INCROCIO LO SGUARDO DEI MIEI BIMBI E VI LEGGO DENTRO L’INDISSOLUBILE LEGAME CHE CI LEGA….
PER LA MIA PENSIONE CI VORRANNO ANCORA PARECCHI ANNI MA SPERO CHE I MIEI ALUNNI SE E QUANDO PENSERANNO A ME POSSANO FARLO CON LA DELICATEZZA DELLE TUE PAROLE….ALLORA FORSE AVRO’ FATTO ABBASTANZA BENE IL LAVORO PIU’ EMOZIONANTE DEL MONDO!!!!