B. TEME I DOMICILIARI MA SPERA CHE LA DECISIONE SUI SERVIZI SOCIALI NON TARDI.
Disperato Condannato no stop. Nei racconti di chi ha sentito o visto Silvio Berlusconi in queste ore, siano essi fedelissimi del cerchio magico oppure ex falchi adesso colombe filorenziane, c’è un primo, comune dato che erompe con forza: “Berlusconi non si rassegna al fatto che debba scontare i domiciliari o fare i servizi sociali. Lo dice da statista e da uomo innocente, perché voi giornalisti vi ostinate a non capirlo?”. Detto questo, il percorso dei prossimi giorni è avvolto nel caos più completo. Per un semplice motivo, come spiega un parlamentare di rango a microfoni spenti: “Nel berlusconismo non esiste mai una sola verità”. Tutto è relativo, insomma.
UNA CERTEZZA però c’è. Ed è quella data scolpita nel calendario dell’ex Cavaliere: 10 aprile. Udienza del tribunale di sorveglianza di Milano. Servizi sociali o domiciliari? I primi presuppongono un pentimento che nel carattere del Condannato non è mai stato preso in considerazione. Di qui la mossa disperata di andare al Quirinale mercoledì pomeriggio. Tra i berlusconiani le versioni sul colloquio sono principalmente due. Una, la meno gettonata, è però molto raffinata: nega che B. abbia chiesto qualcosa e addebita a Napolitano le voci circolate dall’altro giorno perché “il capo dello Stato non ama né Renzi né Berlusconi”. L’altra è quella più diffusa e credibile. La richiesta della grazia e, soprattutto, quella della possibilità di differire in un modo o nell’altro la decisione dei magistrati di sorveglianza e partecipare così alla campagna elettorale delle Europee. Il sogno di un atto di clemenza da parte del Quirinale non è mai tramontato a Palazzo Grazioli e quando ieri pomeriggio il capo dello Stato ha incontrato il Guardasigilli Andrea Orlando sono stati in molti a fare uno più uno. Orlando però smentisce nella maniera più categorica: “Era un appuntamento fissato da tempo. Abbiamo parlato di carceri e altri temi ma non di Berlusconi e del 10 aprile. Assolutamente”.
Ma il vero dramma che si sta profilando tra Palazzo Grazioli, la residenza romana di B., e Arcore, dove il Condannato èrientrato con un dolore al ginocchio, adesso si chiama arresti domiciliari. Anche per questo, Berlusconi vuole sapere prima della presentazione delle liste cosa farà il tribunale di sorveglianza. L’ex Cavaliere è convinto che una misura del genere, i domiciliari, aprirà una voragine nel partito. Non c’è solo il problema di evitare un tracollo elettorale di Forza Italia alle Europee (di scendere cioè sotto quota venti per cento). Il film del 27 novembre, quando sulla decadenza si è consumata la scissione di Alfano, ha insegnato a Berlusconi che nulla è scontato. E così cominciano a circolare le liste di quelli che, tra parlamentari e non, potrebbero lasciare la nave azzurra che affonda. Alfano ha già lanciato un messaggio in questa direzione, ma per i fedelissimi di B. alcuni potrebbero abbracciare direttamente Renzi e il renzismo.
Scenari foschi, che non aiutano l’umore. Il Condannato è descritto come “incazzato nero”. Per il muro che Napolitano ha eretto alle sue richieste e anche per l’esito della missione di Verdini e Letta a Palazzo Chigi dal premier. Per le colombe filorenziane di FI sono “Brunetta, Romani e Toti” quelli che spingono alla rottura totale. Modello, appunto, 27 novembre. Ma tutto questo non farebbe altro che aumentare l’isolamento del Condannato. Una tentazione rischiosa. Semmai, per i berlusconiani moderati, l’unica strada percorribile è quella di mantenere il patto con Renzi e ottenere che si voti prima l’Italicum e poi la Grande Riforma. Il solito tormentone che non aiuta ad abbassare la tensione in vista del 10 aprile. Tutto ruota attorno alla decisione che arriverà a partire da giovedì prossimo. Con Berlusconi ai domiciliari, potrebbe tornare l’ipotesi dinastica in lista, per arginare il temuto crollo causato dal Condannato immobile ad Arcore, residenza prescelta per la reclusione domestica. Il nome è sempre quello di Barbara, figlia di secondo letto. Ma per i fedelissimi l’opzione dei figli (non solo Barbara) “non esiste per le Europee”. La soluzione ereditaria spunterà per le Politiche, quando ci saranno. Non prima. Solo a quel punto, il Condannato spingerà in pista un familiare. Qualcuno sostiene di sapere già il nome “ma il tema non è attuale ed è troppo presto”. Per il momento il quesito principale resta uno solo: il presunto riformismo istituzionale dell’ex Cavaliere reggerà all’urto della misura che verrà scelta a Milano tra il 10 e il 15 aprile? Sempre che non ci siano altre sorprese.
Da Il Fatto Quotidiano del 04/03/2014.
L’ha ribloggato su BABAJI.