IL GRANDE mistero di questo passaggio d’epoca è se la spaventosa violenza verbale prepara la strada a una escalation della violenza fisica; oppure se ne fa le veci, la rimpiazza, in qualche maniera la neutralizza. I toni di questa campagna elettorale sono di odio sordido, e di gravissima offesa: assassino, nazista, nano, ebete, morto, pazzo, ladro, servo. Riflettono (anche) l’andazzo internettaro, la leggerezza con la quale si umilia e si offende a distanza, al riparo da ogni imbarazzo fisico, in una rissa incorporea che non produce sangue, ma nega connotati umani alle persone. Però trent’anni fa nelle strade italiane si sparava e si uccideva, e i treni saltavano in aria.Non ha tutti i torti Grillo quando si accredita come antidoto alla violenza sociale; non gli si può imputare (neppure a Berlusconi e al suo ventennio, del resto) la pratica della violenza fisica come arma politica ordinaria.
Rimane da capire se la pratica costante, quotidiana, dell’umiliazione verbale, dello sputo sistematico sull’altro, non abbia comunque una pesante ricaduta sulla qualità degli uomini e delle donne che abitano l’Italia; su come ci parliamo e ci trattiamo; su come valutiamo — e in questo momento decisamente svalutiamo — la dignità delle persone e la dignità del legame tra di esse, insomma la dignità della politica.
Da la Repubblica del 21/05/2014
Che la politica possa avere dignità è una contraddizione in termini.
La politica DEVE avere dignità. Se invece fai riferimento a QUESTA politica, sono d’accordo.
La politica italiana ha sottratto in toto,la dignità ai cittadini e non ne è,quindi,detentrice:(