Nelle drammatiche pieghe della vicenda Ilva, mi ha colpito come un nefasto presagio il dettaglio colto da Corrado Zunino nella sua cronaca romana di ieri. Descrivendo gli operai dell’Ilva di Cornigliano davanti al Parlamento, quasi tutti giovani, “stressati, stanchi, impotenti e impauriti” dopo ore di viaggio e tre giorni di sciopero, Zunino attribuisce a molti di loro “una gestualità da ultras di gradinata”. Confermata dalle sciarpe e dagli slogan (Genoa e Samp) mutuati pari pari dai cori da stadio, dalle molte birre consumate e dalla propensione alla rissa, poi puntualmente avvenuta. Tutto cambia, ma che una delegazione di metalmeccanici possa offrire un colpo d’occhio da hooligans fa veramente pensare al peggio. Fa pensare al passaggio – epocale –dall’organizzazione di classe al vuoto identitario più colmabile. Un vuoto politico, e va bene; ma anche l’azzeramento definitivo di una storia e (di conseguenza) di un futuro. E’ annosa la paura che l’operaio, in tempi di crisi nera, possa trasformarsi in brigatista. Ora la paura è che si trasformi in ultras: tanto incazzato quanto impotente. Dalla fabbrica alla curva, il crollo è totale.
Da La Repubblica del 01/12/2012.
si ma l’equazione ultras= brigatista è un tantino esagerata, non le pare ?
equazione per equazione direi ultras=tanta ignoranza?