IL DDL CONCORRENZA RESUSCITA NORME GIÀ PRESENTATE DA LETTA (I RENZIANI LE CHIAMAVANO MARCHETTE). L’OBIETTIVO È UNO SOLO: TAGLIARE I RISARCIMENTI.
Il bello del governo di Matteo Renzi è che non tradisce mai. La sua stella polare, il punto di vista da cui guarda al Paese, sono gli interessi della grande impresa: saranno le aziende più grosse a trainare quel che resta del sistema produttivo fuori dalla crisi. Così la pensano, nel migliore dei casi, a Palazzo Chigi. Certo questa attitudine – non disgiunta da una certa permeabilità dell’amministrazione all’attività delle lobby più importanti – comporta spesso effetti che definiremmo sgradevoli. È il caso di una gran parte dei contenuti del cosiddetto ddl sulla Concorrenza.
“Lo chiamerei Italia semplice o Tutela dei consumatori”, s’è commosso Renzi in conferenza stampa: “Abbiamo deciso di sfidare qualche lobby”. FORSE IL PREMIER si riferisce alla lobby degli assicurati, non certo a quella degli assicuratori, che invece vince al di là di ogni sogno più roseo. Le norme che riguardano la Rc Auto, infatti, sono solo l’ennesima riedizione di una serie di richieste che Ania (la Confindustria delle assicurazioni) avanza ormai da anni, nascosti sotto l’accattivante dicitura “sconti obbligatori”. In sostanza Renzi e il ministro Guidi riesumano i fondi di magazzino del ministero dello Sviluppo che Enrico Letta aveva presentato già nel dl “Destinazione Italia” e fu costretto a ritirare sotto il fuoco di fila dei renziani stessi, all’epoca ostili alle “marchette”. L’obiettivo è uno solo: diminuire i risarcimenti. I governi si prestano a farlo da tre anni con successo, ma le polizze non diminuiscono mai, come sa chiunque paghi una Rc Auto. La norma più scandalosa è quella sui risarcimenti per i danni gravi alle persone: cose come la perdita di un arto o la morte, che Renzi vuole far pagare alle compagnie anche il 50% in meno rispetto a ora. Un breve riassunto. Il Codice delle assicurazioni entrato in vigore nel 2006 delegava il governo a stilare tabelle nazionali con i valori del risarcimento entro 24 mesi. Quelle per i microdanni (da 1 a 9 punti) arrivarono quasi subito, le altre (fino a 100) finirono disperse: a delega già morta ci provò nel 2011 l’ex Cavaliere e l’anno dopo Monti con un apposito Dpr su tabelle elaborate dal ministero dello Sviluppo. Il motivo dell’improvviso risveglio? Semplice: proprio nel 2011 la Cassazione aveva stabilito che le tabelle nazionali già esistono e sono quelle – scientificamente impeccabili – del Tribunale di Milano. Solo che alle assicurazioni non piacciono: con quelle si paga troppo e infatti il ministero provvedeva a tagliare i risarcimenti anche del 50%. Ora il ddl Guidi-Renzi ci riprova e provvede a ridare la delega al governo per resuscitare le tabelle compilate dai ministeriali. Pure i microdanni, comunque, tipo il famoso “colpo di frusta”, finiscono sotto la scure di Renzi: già Monti aveva stabilito che le assicurazioni pagano solo in presenza di un “accertamento clinico strumentale obiettivo”. Peccato che gli esami a volte costino più dell’eventuale risarcimento. Risultato: quel capitolo costava alle compagnie 2,7 miliardi l’anno, ora poco più di uno. La legge di Monti, però, ha un difetto: lascia ancora qualche spazio all’autonoma scelta del medico. Qui arriva il ddl Renzi: senza esami niente soldi. POI CI SONO le norme che passano sotto la voce “sconti”. Sembrano innocue, ma non lo sono: non a caso tutte richieste dell’Ania. Le compagnie – dice il testo – dovranno applicare “uno sconto significativo” a chi fa montare, ad esempio, la scatola nera sulla sua auto (i costi, però, sembrano tutti a carico del cliente). Incentivato anche il cosiddetto “risarcimento in forma specifica”: si fa riparare la macchina da un carrozziere scelto dall’assicurazione, lasciando però all’azienda la scelta sulle modalità di intervento. Tradotto: tra due soluzioni tecniche, il carrozziere convenzionato sceglierà sempre quella meno costosa. Poi c’è lo sconto se si accetta il divieto di cessione del diritto al risarcimento: quando cioè il carrozziere ripara la macchina e poi è lui a vedersela con la compagnia (anche qui il problema è la qualità tecnica delle riparazioni e la valutazione del costo del lavoro). Qualcuno dice che Ania è stata sconfitta, ma perdere così è un piacere.
Da Il Fatto Quotidiano del 21/02/2015.
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