Il piano.
Da domani si può aderire alla definizione agevolata dei debiti con Equitalia. Risparmi possibili dal 30 al 50% del dovuto. Boom di richieste di informazioni. C’è tempo fino al 23 gennaio.
ROMA – Multe, canone Rai, bollo auto, Iva, Irpef, Irap, contributi Inps: da domani scatta la Grande Rottamazione. Chi sta sul libro nero di Equitalia, non paga da anni la cartella esattoriale, ha cumulato lettere di richiamo, pignoramenti sul conto corrente, ha in corso il fermo amministrativo dell’auto, può uscire dall’incubo. Nella platea degli inadempienti che potranno mettersi in regola ci sono vittime della distrazione, della crisi economica ma anche evasori seriali cui si dà l’opportunità di redimersi.
SCONTI DAL 30 AL 50%
Da domani si potrà fare domanda per aderire a quella che tecnicamente viene chiamata la “definizione agevolata” dei debiti esecutivi con il fisco. Si risparmierà dal 30 al 50 per cento delle somme complessivamente dovute. Si pagheranno solo le cifre iscritte a ruolo a titolo di capitale, cioè le imposte originariamente dovute, gli interessi legali e la remunerazione del servizio di riscossione, cioè l’aggio: non si pagheranno le sanzioni (che vanno dal 90 al 360 per cento) e gli interessi di mora. Contestualmente alla domanda saranno sospese le azioni di tutela nei confronti del contribuente e si potrà tornare nella disponibilità dei propri beni.
Nel mirino della operazione, che parte sotto la regia dell’amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini, un valore enorme: sono circa 713 miliardi i crediti incagliati di Equitalia che potranno essere in parte recuperati con un gettito previsto dal decreto del governo (in corso di esame in Parlamento) pari a 2 miliardi che, secondo stime attendibili, potrebbero raddoppiare. Il numero dei contribuenti potenzialmente interessati, tra famiglie, imprese e professionisti, arriva a 20 milioni. Boom di interesse: nell’ultima settimana il contact center di Equitalia ha fatto registrare un aumento del 18 per cento delle richieste di informazione.
COME SI FA DOMANDA
Già da oggi si può andare sul sito http://www.gruppoequitalia.it, dove si potrà scaricare il modulo di adesione: nome, cognome, codice fiscale, riferimenti della cartella e il ruolo di cui si chiede la rottamazione. A quel punto si può inviare la domanda attraverso la posta certificata (Pec)o una normale mail (saranno prese in considerazione da domani) o consegnare fisicamente la domanda (questo potrà avvenire sempre domani in uno dei 202 sportelli di Equitalia). Per presentare la domanda di «definizione agevolata» c’è tempo fino al 23 gennaio del 2017.
COME SI PAGA
Entro 180 giorni, cioè entro il 24 aprile del 2017, Equitalia risponderà comunicando l’ammontare complessivo delle somme dovute, le scadenze delle eventuali rate (al momento il decreto prevede o il pagamento in unica soluzione o quattro rate di cui l’ultima entro il 15 marzo del 2018). Equitalia accluderà alla risposta anche i bollettini di pagamento che potrà comunque essere fatto con domiciliazione bancaria, dal tabaccaio, attraverso i circuiti Sisal e Lottomatica.
CHI STA RATEIZZANDO
Molti contribuenti stanno già beneficiando della rateizzazione dei debiti con Equitalia che può raggiungere le 120 mensilità. Costoro possono fare domanda come gli altri: in attesa della risposta da Equitalia devono pagare le rate fino al 31 dicembre del 2016. Come gli altri, entro il 24 aprile del 2017, riceveranno il nuovo piano senza sanzioni e interessi di mora.
CHI HA UN CONTENZIOSO
Attenzione si può fare domanda, ma bisogna rinunciare all’azione legale relativa alle cartelle di cui si chiede la rottamazione
IL CASO DI MR. MULTA
Per molti sarà l’occasione di liberarsi di multe per semafori rossi o divieti di sosta. Attenzione però: lo sconto sulla multa sarà inferiore a quello delle normali cartelle esattoriali. Come nelle cartelle la multa godrà dell’abolizione degli interessi di mora e delle cosiddette maggiorazioni comunali. Tuttavia il peso di questa ultima voce è inferiore alle sanzioni aggiuntive previste per le normali cartelle.
Articolo intero su La Repubblica del 06/11/2016.
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