Con comprensibile orgoglio, Bruno Vespa ha annunciato che il premier Mario Monti, con i ministri Corrado Passera ed Elsa Fornero, illustrerа le sue misure economiche martedì sera a “Porta a porta”. Stesso studio e stessa poltrona dove Silvio Berlusconi ha inscenato alcune delle sue più celebri gag istituzionali, a partire dalla solenne firma in calce al sedicente Contratto con gli italiani. Senza volere togliere nulla alla indiscussa centralità di Vespa nella Roma governativa e curiale (come dimostra lo strepitoso presepe di quella cena a casa del conduttore, dove sedevano Berlusconi, Letta, Draghi e Bertone), colpisce che un governo di così preclare competenze, e intelligenze, e sapienze tecniche, non annoveri trai suoi consulenti anche qualcuno che mastichi di comunicazione o, come si diceva una volta, di relazioni pubbliche. Qualcuno in grado di spiegare al premier che la preziosa aura di discontinuitа che circonda il nuovo governo (e che è fonte della stia popolarità) non può reggere a una così evidente scelta di continuitа.
Niente come quella poltrona bianca, come quel padrone di casa cordiale e compiacente, rappresentano il primato del Palazzo sulla società. Esattamente agli antipodi della Piazza santoriana, c’è la Poltrona vespiana: e se nessuno, nemmeno il più illuso dei fan, può mai concepire un Mario Monti che illustra i suoi severi calcoli direttamente al popolo dolente e tumultuante, va detto che nemmeno il più prevenuto dei detrattori poteva immaginare un Monti così romanamente poltronizzato, e così rapidamente fagocitato.
Escluso che esista una tribuna televisiva davvero adatta a un professore poco avvezzo al cerone, c’erano molte maniere per affrontare l’impatto mediatico giocando in casa invece che in trasferta, e cioè decidendo il tono e i ritmi piuttosto che subirli. Una conferenza stampa bene organizzata, in una sede più consona a un governo di emergenza nazionale, con vere risposte a vere domande, volendo a reti unificate (se non ora, quando?), insomma ospitando le telecamere invece che andando a presentarsi umilmente al loro cospetto, è quanto basta e avanza, in tutte le democrazie del mondo, per affrontare a fronte alta l’urto dei media, e tradurre in notizie e informazioni i duri protocolli della crisi. Dopo aver illustrato le misure in Parlamento, beninteso.
Da La Repubblica del 03/12/2011.
Sono profondamente delusa e contrariata, e con me non pochi amici e conoscenti, all’idea che Monti vada da Vespa. Prego il nostro premier di ripensarci. Lui deve tersi lontano un miglio da quell’ambiente! E’ un errore che può ancora evitare. Che faccia ciò che Michele Serra gli suggerisce. E’ un appello che rinnovo: eviti, professor Monti, questo gravissimo errore.
sono dei disgraziati!!
Ecco il loro aiuto alle famiglie!! Per chi ha almeno due figli a carico e da 55.000 euro di redditto! Ma che c….o dicono!!
E allora chi ha famiglia a carico con un figlio solo e 15.000 euro di reddito e non arriva nemmeno alla metà del mese che cosa deve dire!!
CHE SIANO STRAMALEDETTI!!
E’ semplicemente vergognoso. Chi l’ha fatta franca fino ad oggi continua ad essere protetto. Ci vuole una ribellione di tutti gli onesti.
E’ un modo per “rovinarsi”. Docenti universitari, tecnici che vanno da Vespa. Secondo me li chiamano apposta così si “rovinano” da soli. E’ un modo per annullare le loro scelte. E’ veramente una porta girevole.
ma con tanti mezzi che hanno a disposizione proprio da quel viscido individuo comincio a sentire puzza di fogna…….