Mi devo (e mi voglio) scusare con la signora Angela Bruno, la dipendente della Green Power importunata da Silvio Berlusconi durante una convention elettorale/ aziendale. Ieri avevo scritto quanto sconcertante fosse sembrata (non solo a me) la sua acquiescenza di fronte alla volgarità di B. La signora ha poi fatto sapere che era paralizzata dall’imbarazzo “come donna e come madre”, e niente affatto “onorata” come un goffo e mendace comunicato della sua azienda aveva garantito.
Ora, poiché il Paese è quello che è, c’è da temere che l’orgogliosa puntualizzazione della signora le si rivolti contro. L’azienda non solo non ha difeso una sua dipendente dalle sudicerie di un ospite potente e maleducato; non solo si è affrettata a far sapere che la dipendente era “onorata” da quel siparietto, tradendone i sentimenti; ma ora pare decisamente contrariata dalla versione, ben più dignitosa, che la signora ha dato su Facebook, e il padrone della ditta (candidato del Pdl in Veneto) ha fatto sapere che “ne trarrà le conseguenze”. Se è una minaccia, alla Green Power sappiano che è una disastrosa pubblicità per la ditta. Dove non conta l’etica, conta comunque il portafogli.
Da La Repubblica del 13/02/2013.
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