Ma ora la cancelliera può frenare i falchi
Le reazioni.
LO STRAORDINARIO successo che gli elettori tedeschi hanno attribuito ad Angela Merkel premia i risultati tangibili ottenuti nel governare il Paese ma anche il fatto che, sotto la guida della cancelliera, la Germania è diventata indiscutibilmente la potenza egemone del Continente. Un risultato che la nazione tedesca ha vanamente inseguito per 150 anni al prezzo di stragi e distruzioni, e che ora ha ottenuto in modo pacifico, e tutto sommato consensuale, grazie all’esistenza della Ue.
E GRAZIE all’accortezza con cui la Merkel ha saputo gestirne i meccanismi. Ora che la cancelliera viene riconfermata alla guida della Germania e dell’Europa, la reazione nelle altre capitali, al di là dei messaggi protocollari di felicitazione che cominciano a piovere su Berlino, è insieme di sollievo e di preoccupazione.
Il sollievo nasce dal fatto che l’Europa crede di sapere che cosa aspettarsi dalla leadership di Angela Merkel. Molti capi di governo sono convinti di conoscere quali siano i margini di manovra che hanno a disposizione quando devono negoziare con la leader tedesca. Ed hanno avuto negli anni più difficili della crisi la prova che la cancelliera, pur cercando di anteporre gli interessi della Germania a quelli dei suoi partner, alla fine, quando si trova con le spalle al muro, non perde di vista l’interesse collettivo. Come ha dimostrato appoggiando la scelta di Draghi di schierare la Banca centrale europea a difesa della tenuta della moneta unica: un’opzione che a Berlino raccoglieva ben pochi consensi.
Ora il fatto che la Merkel esca enormemente rafforzata da queste elezioni la pone in una posizione di forza anche nei confronti di quelle frange del suo stesso partito che negli anni passati hanno spinto la cancelleria verso posizioni di eccessiva intransigenza. I falchi dell’ortodossia monetaria, che si annidano soprattutto nelle fine della stessa Cdu-Csu, oltre che nel partito liberale escluso dal Parlamento, avranno almeno in teoria minori possibilità di condizionare le scelte del governo tedesco in senso anti-europeo.
La preoccupazione che serpeggia delle capitali è dovuta invece al fatto che una
vittoria tanto schiacciante della cancelliera non può che rafforzare ulteriormente l’egemonia di Berlino sul resto dell’Europa. La Merkel ha dimostrato
che i tedeschi condividono in larghissima maggioranza sia la filosofia sia il modo in cui il governo tedesco ha gestito la crisi dell’euro.
Una filosofia e un metodo che hanno creato non poche difficoltà ai partner della Germania e che hanno suscitato anche dissensi profondi in molti Paesi.
Da una parte qualcuno può nutrire la speranza che la cancelliera, allontanata la preoccupazione di farsi rieleggere alla testa della Germania, potrà dedicare il suo terzo mandato a perseguire l’interesse comune europeo piuttosto che l’interesse particolare del suo Paese. Ma il consenso che la sua politica di severità e rigore ha riscosso presso gli elettori tedeschi legittima invece l’aspettativa
che Berlino si rafforzi nella convinzione che le scelte fatte fino ad ora fossero quelle giuste. E dunque che non si debba deviare dalla strada già imboccata.
Per questo motivo, dietro le dichiarazioni di soddisfazione per la vittoria della cancelliera, sono molte le capitali europee che sperano di vedere la Merkel costretta ad una grande coalizione con gli avversari socialdemocratici. Il passaggio della Germania da un governo di centro-destra ad uno di centro- sinistra offre ai partner di Berlino maggiori margini di manovra. I socialdemocratici si sono dimostrati finora più sensibili alle sofferenze patite dai Paesi che la Germania ha costretto ad una politica di sangue, sudore e lacrime. E c’è la speranza che la Merkel, per ottenere il voto dell’Spd, sia obbligata ad ammorbidire in qualche modo la linea del rigore sia all’interno sia all’esterno della Germania. Ma le aspettative non possono che essere limitate. Anche i socialdemocratici, se pure saranno chiamati al governo, devono comunque prendere atto che la linea dura della signora Merkel in Europa ha ottenuto una valanga di consensi. E non potranno non tenerne conto.
Da La Repubblica del 23/09/2013.
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