NIENTE e nessuno è in grado di irritare la destra profonda italiana quanto un cattolico di sinistra. Meglio, molto meglio i “comunisti”, veri o presunti, in funzione o fuori corso: quelli sono il nemico tutto d’un pezzo, da temere ma in fondo da rispettare come don Camillo faceva con Peppone. I “compagnucci di sagrestia”, come li chiamano ancora Libero e il Giornale, sono invece l’incarnazione di un tradimento indigeribile. La fede, a destra, dev’essere un baluardo identitario contro i rossi (vedi ancora Guareschi), e spenderla a sinistra, con equivoci pretesti di “impegno sociale”, è un’incomprensibile distorsione, è l’ibrido degenerato ben descritto dal termine “cattocomunista”, che a destra si pronuncia con vera e propria repulsione.
In questo senso Mattarella vale Prodi. Un test perfetto per capire se davvero la politica italiana è blindata dal patto del Nazareno oppure no, e quanto Berlusconi, a quel patto, si senta impiccato. Quanto al fatto che lo stesso Renzi sia, tecnicamente parlando, un “compagnuccio di sagrestia”, devotissimo a quel Giorgio La Pira che fu odiato e deriso, a destra, come pochi altri, si vede che è stato molto abile, fin qui, a tenerlo nascosto a Berlusconi, e forse anche a se stesso.
Da La Repubblica del 31/01/2014
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