IMU E IVA: CON IL PIL A -2,4 PER CENTO PER IL GOVERNO SONO GUAI.
Qualche giorno di svago con i commenti, le analisi e le polemiche sul voto delle amministrative poi i partiti della maggioranza dovranno tornare a concentrarsi sulle cose serie, cioè i numeri della crisi. Ieri l’Istat, l’istituto di statistica (che al momento è acefalo, dopo la nomina del presidente Enrico Giovannini a ministro del Lavoro), ha troncato ogni accenno di ottimismo: il calo acquisito del Pil italiano nel 2013 è dell’1,6 per cento. Ed è inutile aspettarsi miracoli nei prossimi mesi: il calo tendenziale, cioè proiettato sull’intero anno, è del 2,4 per cento. Ancora peggio del 2,3 che l’Istat aveva stimato un mese fa.
Il problema più serio per Enrico Letta e il ministro dell’Eco nomia Fabrizio Saccomanni è che i documenti ufficiali del governo, a cominciare dal Def appena approvato, impostano la politica economica su numeri ben diversi, cioè su una recessione pari soltanto all’1,3 per cento. Tutti, dal presidente della Bce Mario Draghi alla Confcommercio, sono sempre meno fiduciosi nel fatto che nel 2014 la ripresa possa avere la forza sperata, ammesso che arrivi . La produzione industriale continua ad andare male, -4,6 per cento, e gli analisti non si aspettano miglioramenti a breve. Quindi difficilmente il Pil farà +1,3 nel 2014, come dice il governo. E quindi? Non è più tempo per manovre correttive di tagli e tasse, ma qualcosa bisognerà pur fare.
ANCHE PERCHÉ c’è un altro dato che conferma la delicatezza del momento: il fabbisogno, cioè “l’eccedenza delle erogazioni sugli incassi derivanti dalle operazioni correnti, in conto capitale e finanziarie”, secondo il Def. In pratica è la misura di quanto spende lo Stato mese per mese. A maggio è arrivato a 56,3 miliardi, più dei 54 stimati per l’intero 2013. Il mistero di cosa ci sia dietro questo numero dura da giorni. A richiesta del Fatto Quotidiano, dal ministero del Tesoro rispondono che non è come sembra, che i conti non sono fuori controllo. La spiegazione fornita è la seguente: a far esplodere il fabbisogno hanno contribuito 2,5 miliardi di rimborsi fiscali previsti dal decreto per il pagamento degli arretrati della Pubblica amministrazione, 500 milioni di agevolazioni fiscali per l’autotrasporto, poi mancano versamenti dalle zone colpite dal terremoto in Emilia del 2012 (dovrebbero arrivare nella seconda metà dell’anno) e il dato dello scorso anno – 35,4 miliardi – era particolarmente positivo perché i Comuni avevano riversato sul conto di tesoreria unica 9,5 miliardi. E quindi? Queste voci non bastano a spiegare i 20 miliardi di aumento rispetto al 2012, resta il sospetto che nel vuoto di potere dopo le elezioni le amministrazioni pubbliche si siano lasciate un po’ andare, spendendo troppo. Come che sia, nei prossimi mesi non si potrà scherzare: a giugno sul fabbisogno si farà sentire l’assenza dell’Imu – circa 2 miliardi di euro – e al conto mancano ancora i 20 miliardi da pagare alle imprese creditrici dello Stato, soldi che, stando al Def, andranno tutti ad accrescere il fabbisogno.
In questo contesto pare difficile perfino il progetto su cui sta lavorando in queste ore il Tesoro, cioè rinviare l’aumento di un punto dell’Iva da luglio a dicembre, o almeno calibrarlo meglio, per ridurne l’impatto sui consumi. “È chiaro che l’Imu sulla prima casa non può essere cancellata, andrà rimodulata ma non possiamo rinunciare a quel gettito”, dicono ormai apertamente dagli ambienti governativi. Resta soltanto da convincere il Pdl che non si rassegna a questa idea.
LETTA, SEMPRE sensibile anche al lato europeo della crisi, osserva anche i mercati: il dibattito in Germania sui limiti da mettere agli interventi della Bce è molto funzionale allo scontro politico per le elezioni di settembre. Ma se viene messa in discussione la promessa di Mario Draghi di intervenire, se serve, “senza limiti”, i primi a farne le spese saranno gli Stati ad alto debito che non sarebbero coperti da uno scudo soltanto parziale. Come l’Italia. E lo spread tornerebbe a correre, minacciando le banche e i conti pubblici.
Da Il Fatto Quotidiano del 11/06/2013.
L’ha ribloggato su GIANLUCA PASCA – oltre … la politica..